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Elezioni Fisi: il tour di Stefano Maldifassi che ha incontrato la base

Elezioni Fisi: il tour di Stefano Maldifassi che ha incontrato la base.
Stefano Maldifassi è uno dei 5 presidenti candidati per il prossimo quadriennio Fisi. Ha scelto di presentarsi agli sci club che ha incontrato girando l’Italia da nord a sud, da est a ovest nel giro di due mesi. Dopodomani, sabato 15 ottobre, verificherà il risultato di questo grande lavoro

Come andrà a finire Stefano?
Ti ho già risposto l’8 agosto nell’intervista che presentava la mia candidatura.

Dunque, sei sicuro di vincere?
Sono sicuro di aver fatto il possibile per raccontare alla base come vedo le cose e cosa farei se diventassi Presidente. La mia è una candidatura totalmente sportiva lontana dalla politica. Non ho preso accordi con questo o quel Comitato, ma li ho incontrati tutti, spiegato la mia visione riguardo ai punti cardine della federazione e risposto alle loro domande. Non ho mai riscontrato obiezioni.

Mai una volta?
Mai, l’unica differenza l’ho riscontrata guardando negli occhi le persone. Più andavo a sud, più notavo un mix tra freddezza e imbarazzo. Come a dire, interessante ma voteremo qualcun altro.

Roda?
Non lo so, probabile, ma è indubbio che chi appartiene alla Federazione da tanti anni ha la possibilità di sviluppare rapporti interpersonali, il che crea un naturale vantaggio. Il punto però è un altro, bisogna vedere se è questo che determina il voto, oppure la volontà di migliorare il lavoro federale. È per questo motivo che dopodomani mi presento in Assemblea. I comitati che optano per la continuità evidentemente sono contenti di come stanno le cose. Ci sta, ma spero dimostrino una certa coerenza assumendosi la responsabilità di rispondere a quegli sci club che a me hanno trasferito una serie infinita di problematiche più volte evidenziate ma mai risolte.

Da sinistra, Mauro Baldo poi Stefano Maldifassi, Alberto Laurora e Tiziana Candoni, tutti candidati come consiglieri laici, tranne l’allenatore cortinese che sarà in quota tecnici e ovviamente Stefano che punta alla Presidenza

Qual è l’argomento da te trattato che ha suscitato maggiore interesse?
Ho toccato tutti gli argomenti, tutte le discipline e i vari settori legati all’età, poiché a ogni fascia corrisponde una visione differente. Anche se lo sci alpino rimane protagonista, ho ricevuto una risposta di egual misura per il fondo e le altre discipline. Quindi non ha senso stilare una classifica. Piuttosto c’è una cosa che mi ha particolarmente colpito e che non pensavo arrivasse a certi livelli. Mi riferisco alle difficoltà che vivono le società, costrette a uno stato di assoluta precarietà. Dalla mancanza di neve alla mancanza di atleti, alla mancanza di denaro. È in atto un processo catabolico, se mi permetti di affidarmi al mio campo. Ti stai mangiando il muscolo, come un atleta che sta andando in over training e non ha più risorse per rigenerare il muscolo. Ed usa lo stesso muscolo per sopravvivere, quindi si mangia da solo. Se dividiamo gli sci club in tre fasce, quelli grandi non hanno particolari problemi, probabilmente lavorano ancora meglio della nazionale. Quelli medi soffrono più di tutti, quelli piccoli si affidano più che altro ad attività ludico promozionali e vivacchiano. Si tocca il fondo, concedimelo, con lo sci nordico, un po’ meno nel biathlon che ultimamente è riuscito ad avere più appeal tra i giovani.

Cosa ti hanno chiesto gli sci club?
All’inizio di ogni meeting ho riscontrato una sorta di distanza di tipo riverenziale. Poi quando hanno ben compreso che ero uno di loro e lì per loro hanno iniziato ad aprirsi travolgendomi con le rispettive problematiche e una conseguente richiesta di aiuto perché proponessi le soluzioni. Come fossi un presidente! Devo anche dirti che anche io ho imparato molto da loro. Magari conoscevo un aspetto nei caratteri generali, ma non così in profondità. Non ero, ad esempio, al corrente che alcuni sci club rinunciano a organizzare gare perché mancano i giudici. Oppure trovano un certo disorientamento nell’organizzazione dell’attività children, dove esistono iniziative locali e non tenute assieme da un progetto federale. Molti piccoli sci club, poi si dedicano soltanto all’attività dei piccolini e invitano i più grandi ad andare in altre società perché o non trovano allenatori all’altezza oppure non dispongono di risorse. Questo non li farà mai crescere perché non possono nemmeno salire come punteggio. E siamo sempre lì, salti mortali per rimanere in vita soltanto perché la passione li convince a non mollare.

Qual è il punto di forza del tuo programma? (in fondo all’articolo)
Non è un programma tradizionale suddiviso per blocchi chiusi, perché di fatto racconta la vita dell’atleta. Da qui si evince che, se nell’alto livello mancano talenti è perché non ce ne sono nel basso. Accade per colpa di un sistema che frena la crescita o quantomeno non la favorisce. Io non approvo la scelta che è stata fatta per Lara Colturi perché non appartiene al nostro sistema, ma questo è accaduto soltanto perché non ne è stato individuato uno diverso. Nel disegno che racconta questo percorso si aprono poi diversi rami ad esso collegato, come quello che riguarda i tecnici. Siamo preparati nell’alto livello, ma non abbiamo tecnici formatori o esperti dotati di una preparazione scientifica per analizzare la tecnica agonistica. Vince Noel? Tutti a sciare come lui, anche il ragazzino alto 1 metro e 20. È solo un esempio, perché l’argomento è infinito.

Perché uno sci club dovrebbe votare te?
Perché voglio rilanciare la Federazione. Perché non voglio sentir dire che ci sono 36 milioni di euro per cui vuol dire che va tutto bene. Perché siamo lo 0,04 del Pil della montagna. Perché darei alla federazione un’impostazione più manageriale per costruire rapporti con i poteri forti dell’industria. Perché istituirei un sistema meritocratico nella scelta del personale tecnico. Perché non ho alcun interesse politico. Vado avanti?


Abbiamo chiesto a Maldifassi un documento che raccolga il suo programma. Ci ha inviato questa sintesi accompagnata da una frase: “Sono solo i tre punti caratterizzanti Quelli che fanno goal!”

LA FEDERAZIONE DI TUTTI

Il mio programma è formare con il consiglio federale una squadra di persone competenti per ascoltare e soddisfare le esigenze di tutti gli affiliati e tesserati (club, gruppi militari, allenatori e comitati) valorizzando i territori della montagna.

La mia vita in federazione (da atleta, allenatore di quarto livello e direttore tecnico) mi ha consentito di individuare le priorità sulle quali operare da subito: la tutela della professionalità degli allenatori, l’accessibilità agli allenamenti, il percorso dell’atleta e l’individuazione delle opportunità offerte dai territori.

  1. ATLETI
  • Organizzazione collegiale degli allenamenti

La peculiarità del nostro sport è quella di dipendere dalle condizioni climatiche. In tale contesto è opportuno studiare un sistema che permetta ai club di agire in collaborazione con le stazioni sciistiche al fine di assicurarsi adeguati campi di allenamento il più possibile polifunzionali.

La sinergia della collegialità, coordinata da una Federazione presente e propositiva, permetterebbe di migliorare l’accessibilità ai campi di allenamento e di ampliare il bacino dei potenziali atleti con presumibili benefici tecnici ed economici.

  • Crescita dell’atleta

Occorre porre particolare attenzione alle varie fasi di sviluppo dell’atleta, tenendo conto della sua età biologica, della capacità di apprendimento, delle specifiche condizioni di salute e delle personali aspettative, anche successive alla carriera sportiva.

La necessità di un allenamento costante non deve pregiudicare la formazione personale dell’atleta. All’uopo, è opportuno ampliare il dialogo con il MIUR, ad esempio, con l’estensione del progetto Studenti Atleti di Alto Livello, incentivare il programma dual career, prevedere dei tutor scolastici e borse di studio per i più meritevoli.

  • Atleti di interesse nazionale

Il rapporto tra le Squadre nazionali, i Comitati, i Club e i Gruppi sportivi è una risorsa imprescindibile. È pertanto necessario armonizzare le diverse realtà per il raggiungimento dei migliori risultati sportivi.

Doppio tesseramento

Come già avviene con successo in altre Federazioni, appare opportuno introdurre diverse tipologie di tesseramento, ampliando il numero dei tesserati che praticano gli sport invernali.

  1. Allenatori

Ritengo sia necessario creare una serie di strumenti che permettano a tutti i tecnici accessibilità alle migliori pratiche di allenamento. È necessario che la federazione fornisca un adeguato supporto ai club in maniera che le professionalità presenti siano messe a disposizione del territorio. I tecnici federali potranno programmare con i tecnici dei club e dei comitati momenti formativi, di dialogo e di verifica sulle soluzioni insieme concordate.

È opportuno creare, inoltre, in virtù delle conoscenze tecniche disponibili e dell’esperienza maturata sul campo dagli allenatori, un modello di disciplinare che codifichi e uniformi le tecniche di allenamento, al fine di permettere una crescita armoniosa degli atleti a partire dai più giovani.

  • Tecnico formatore

La Federazione deve potenziare la formazione tecnica introducendo nuove figure specializzate in grado di stare al passo con lo sviluppo e il perfezionamento delle tecniche. Occorre consentire che l’evoluzione della tecnica, propria dei livelli superiori, venga decodificata e resa fruibile anche nelle fasi intermedie della crescita degli atleti.

  • Scuola dei tecnici

La scuola tecnici federali deve saper valorizzare non solo le competenze interne, ma anche aprirsi a realtà differenti, come il mondo dell’Accademia.

Un esempio può essere rappresentato dal rapporto con la facoltà di Scienze motorie.

La Federazione deve essere in grado di recepire gli insegnamenti provenienti dagli altri sport, dal mondo universitario e anche dall’estero e favorire il perfezionamento delle conoscenze e competenze dei giovani laureandi e dei laureati (es. stage, tesi di laurea, tirocini formativi).

  • Previdenza e assicurazione

Occorre garantire agli allenatori un’adeguata tutela assicurativa e previdenziale (oggi totalmente carente), individuando i più idonei operatori del settore che consentano di costituire un fondo assicurativo e una cassa di previdenza a condizioni economiche favorevoli.

  1. Opportunità territoriali

Le nostre discipline hanno il privilegio di svolgersi in luoghi incantevoli.

Questa peculiarità ci permette di declinare gli sport invernali sotto vari profili, anche in sinergia con enti competenti per sfruttare e sviluppare una migliore conoscenza dei territori, delle nostre tradizioni e dei suoi prodotti tipici locali. La capacità di promuovere il territorio permette di migliorare l’accoglienza degli atleti e al contempo di acquisire un miglioramento reciproco dell’immagine e dell’efficacia operativa, non solo della Federazione, anche sotto il profilo economico (utilizzando strumenti, come la certificazione di qualità, e soggetti specificamente dedicati alla promozione dei servizi e al marketing).

  1. Sintesi degli obiettivi

Una Federazione competente al servizio:

  • degli atleti, per formarli ad essere vincenti anche nella vita;
  • del territorio, per esaltare le eccellenze italiane in armonia tra i diversi operatori;
  • della pratica sportiva, per far crescere il movimento e i tesserati. Elezioni Fisi: il Tour Elezioni Fisi: il Tour Elezioni Fisi: il Tour Elezioni Fisi: il Tour Elezioni Fisi: il Tour Elezioni Fisi: il Tour

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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