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Elezioni Fisi: perché ha stravinto Roda

Un vero e proprio plebiscito: il 79,19 per cento con quattro candidati ha ben pochi precedenti nella storia della repubblica degli Sport Invernali. Eppure nell’afa milanese che ha avvolto l’assemblea elettiva, presso gli studi televisivi di Infont, ristagnava un po’ di incertezza. O comunque non si poteva presumere una presa di posizione così netta. Gli avversari, sportivamente parlando, si sono presentati al pubblico in maniera positiva e poco polemica, tanto da meritare un applauso sentito e non di circostanza. Chi si è mosso meglio sul palco è stato Claudio Ravetto che ha esordito così: “Mando in onda un filmato così mi rilasso un po’, non sono abituato a queste situazioni e devo trovare la forza di parlare“. Poi ha preso in mano il microfono e camminando un po’ di qua un po’ di là ha messo da parte power point per affidarsi al cuore e il battito si è sentito forte, fino in fondo alla sala. Tutti si attendevano un Ravetto come dire, storto o quantomeno ironico, invece è riuscito con grade sensibilità a trasferire all’Assemblea il suo pensiero, il suo stato d’animo. E finalmente tutti hanno capito il perché di quella sua protesta scoppiata nel dopo Mondiali di St. Moritz. Ha accennato anche a qualche punto del suo programma ma a quel punto la cosa no ha avuto tanto peso. Maurizio Paniz ha sfoggiato tutta la sua abilità oratoria ma forse quel pubblico non è pronto e non credo lo sarà mai, a seguire uno straniero. Per carità, il noto avvocato è italianissimo, veneto doc, ma non è uno di loro. E’ straordinariamente abile a convincere una giuria, ma non gli abitanti della neve. Dal canto suo Franco Vismara è riuscito anche a divertire i presenti nella sua semplicità e nel suo messaggio molto diretto, privo di proclami, promesse e santificazioni. Rimane il Vismara che tutti conoscono, indefesso imprenditore dell’industria bianca, certamente appassionato, ma dovrà arrendersi all’idea di avere aiuti nell’organizzazione di eventi che lui mette in piedi per il bene del paese degli Sport Invernali. E’ sceso in campo perché stufo dei no ricevuti dalla Fisi, ma questo non è bastato all’Assemblea per dargli la poltronissima. Tutti e tre gli sfidanti si sono presentati da soli, senza patti con amici, parenti e fan. E probabilmente senza conoscere la fitta rete federale, i pilastri che la sostengono e le problematiche più urgenti. La necessità di andare incontro alla base è il primo punto del programma di qualsiasi candidato ma rimane solo una bella ideologia. E’ un po’ come dire: dobbiamo abbassare le tasse, ma poi quando uno diventa Presidente del Consiglio fa tutto tranne quello, non perché non voglia, ma perché non è tecnicamente possibile. Il fatto è che presiedere la Fisi è un gran casino. Non bastano le idee e i buoni propositi. Se non ne conosci alla perfezione il motore e non sai come si muovono i tuoi avversari, fai la figuraccia di un discesista puro tra i rapid gates di uno slalom. Se sei bravo non inforchi ma prendi 20 secondi.
Per battere Flavio Roda dunque, ci voleva ben altro, ma in questo momento lo sport bianco non può fare a meno di lui. Un presidente adorabile non esisterà mai, perché la neve è bianca dappertutto ma il suo peso specifico cambia da Regione a Regione, da valle a valle. Accontenti uno ma fai incavolare l’altro. Questa Assemblea ha però capito che cambiare dopo sei anni di trend positivo sarebbe stata una sciocchezza per non dire un’assurdità. La gestione Roda non sarà immune da pecche o meglio, non sarà riuscita ad affrontare al meglio ogni questione, ma i risultati ottenuti sono lì da vedere e gli sci club hanno apprezzato. E probabilmente quelli scontenti dovranno sforzarsi a credere che nessuno degli eletti è lì solo per indossare la giacca firmata Kappa o perché appartiene a una storica lobby. Si arrenda poi che pensa che possa esistere solo un sistema meritocratico, privo di politica. Non esiste in alcun settore e in nessun paese al mondo.
Non tutti invece sono rimasti felici da quanto uscito dalle urne relativamente al Consiglio. Votare Roda significava anche votare quasi in automatico anche per alcuni consiglieri candidati. Pietro Marocco, che 4 anni fa aveva sfidato Roda, è stato il più votato. Sarà uno dei vice presidenti. Era nei patti. Carmelo Ghilardi il secondo. Anche lui ha cercato più di una volta di diventare Presidente perché la Fisi è la sua vita. Ha capito che il Palazzo ha tante stanze e che può regalare agli Sport Invernali tutto se stesso entrando semplicemente in una di esse. Angelo Dalpez, Presidente del Comitato trentino, non ha mai celato di dare tutto il suo apporto a Flavio. E viceversa. Come Marocco era fuori dal Consiglio, ma è un po’ come se fosse sempre stato nella stanza dei bottoni. Chi invece ci entra per la prima volta è Stefano Longo, papà di quel Longo, giovane promessa dello sci Azzurro, finito, come tanti, per salutare l’ambiente. E’ un fior di professionista in ambito Assicurativo e dintorni ma era la prima volta che cercava di occupare una carica senza essere scelto non tramite votazione. Nel suo breve discorso si è avvertito lo spessore, l’intensità e la competenza. Quindi Enzo Sima che tra tutti i Consiglieri eletti è forse quello più stimato come uomo di neve. Probabilmente il suo carattere deciso non incontra il sorriso di tutti, ma Sima è Sima e non si discute. E fin qui tutto bene. Qualche rumor hanno invece suscitato le nomine di Dante Berthod e Alfons Thoma. Quando Carlo Mornati, segretario generale Coni, presidente dell’Assemblea, ha fatto i loro nomi, qualche mugugno si è levato dalle tribune. Come dire, ancora loro! Come dicevamo prima, votare Roda significava votare anche una lista. Obbligo morale, non legale, non un teorema scientifico, ma quasi. Ai due forse si rimprovera non l’operato ma la volontà di non mollare la sedia dopo così tanti anni di devoto e onorato servizio, senza capire che esiste anche il momento di dire: grazie ora andate avanti voi. Ma è evidente che il popolo li ama e li apprezza in quanto membri di un team, dove l’età e i capelli bianchi non hanno peso. L’unico colpettino di scena riguarda l’esclusione di Marco Mapelli, il consigliere tra i più votati 4 anni fa (Beretta Alberto 43302
2. Pertile Sandro 34650, 3. Ghilardi Carmelo 33047, 4. Mapelli Marco 26873, 5. Sima Enzo 26397, 6. Berthod Dante 26152, 7. Piccin Alberto 25865) . Anche lui sembrava legato alla corrente Roda, ma si dev’essere formato all’improvviso un mulinello che l’ha trascinato… sul fondo.
Il primo nome degli esclusi è quello di Lidia Bernardi, Presidente dello Sci Club Gardena. C’è qualcosa di incomprensibile: nel dopo scrutinio si è formata dinnanzi a lei una coda spontanea di elettori che hanno voluto esprimerle tutto il loro dispiacere per la mancata nomina. Evidentemente hanno sbalgiato a premere il bottone giusto. Sul palco è stata fenomenale nel suo breve discorso e tra l’applauso ricevuto, la brillantezza dimostrata e un curriculum che non passa certo inosservato, si dava quasi per scontato ce la facesse. E’ evidente che senza gli appoggi giusti lassù non ci arrivi. Il fatto è che i numeri uno a volte non riescono a comprendere bene come ci si debba muovere da numeri due. Forse ora Lidia lo ha capito e alla prossima occasione non cambierà per niente se stessa, ma strategia sì.
Onori poi a Gabriella Paruzzi, preferita a Dody Nicolussi e a Mauro Mottini, bravo a ricevere il doppio dei voti di Igor Ghedina, presidente dello sci club Cortina. Forse avere un ampezzano nel consiglio in vista dei Mondiali 2021 avrebbe fatto comodo. Oppure questo non conta nulla. Mottini è anche il punto di riferimento di Infront per quel che riguarda il marketing. Ecco, probabilmente questo conta di più. Onori anche a Carlo Dal Pozzo, scelto come consigliere tecnico, formidabile conoscitore di tutto ciò che accade sulla neve in Veneto. E’ stato preferito a “Giordi” Andrea Giordano e ad Alberto Laurora. Infine, per ribadire il senso della continuità, può proseguire l’ottimo lavoro svolto nell’ultimo quadriennio Elio Grigoletto, stra-votato ancora una volta quale Presidente dei Revisori dei Conti. Se l’aspetto della gestione economica e finanziaria della Fisi è stato uno dei punti più apprezzati da chi ha scelto Roda, beh, colui che lo controlla non poteva che essere confermato, anche dinnanzi a una qualificata concorrenza, rappresentata da Federico Loda (25mila voti contro i 45 mila di Grigoletto), di Andrea Pizio e Pierpaolo Pandiani.
Qui sotto i dati statistici dell’Assemblea emanati dall’ufficio stampa Fisi.
Auguri di buon lavoro a Flavio Roda e ai suoi “ragazzi”.


Flavio Roda è stato eletto per la terza volta alla Presidenza della Federazione Italiana Sport Invernali al termine dell’Assemblea Elettiva svoltasi a Milano. Nato a Lizzano in Belvedere (Bo) il 22 agosto 1948 e residente a Vidiciatico (Bo), tesserato per lo Sci Club Alfonsine A.S.D., ha raccolto 73.495 voti pari al 79,10%, contro i 10157 voti di Claudio Ravetto (10,94%), gli 8139 voti di Maurizio Paniz (8,77%) e i 970 voti di Franco Vismara (1,04%). I voti validamente espressi sono stati 92829, le schede bianche 68 pari allo 0,07%.

Il nuovo Consiglio Federale sarà invece costituito da Pietro Marocco, Carmelo Ghilardi, Angelo Dal Pez, Stefano Longo, Enzo Sima, Dante Berthod e Alfons Thoma come laici, Gabriella Paruzzi e Mauro Mottini in quota atleti (nel rispetto della norma che prevede la presenza di un uomo e una donna) e Carlo Dal Pozzo per i tecnici. Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti è stato confermato Elio Grigoletto.

CONSIGLIERI LAICI ELETTI
1. Pietro Marocco 49651
2. Carmelo Ghilardi 46494
3. Angelo Dal Pez 43834
4. Stefano Longo 41846
5. Enzo Sima 40852
6. Dante Berthod 37562
7. Alfons Thoma 35413

CANDIDATI LAICI NON ELETTI:
Lidia Bernardi 30828
Marco Mapelli 25424
Paolo Giubilato 16856
Dario Bazzoni 16121
Enrico Da Rin 3780
Antonio Sgrò 945

schede bianche 749

CONSIGLIERI ATLETI ELETTI:
8. Gabriella Paruzzi 5642
9. Mauro Mottini 3646

CANDIDATI ATLETI NON ELETTI:
Donatella Nicolussi 2540
Igor Ghedina 1766

schede bianche 24

CONSIGLIERE TECNICO ELETTO:
10. Carlo Dal Pozzo 1696

CANDIDATO TECNICO NON ELETTO:
Andrea Giordano 664
Alberto Laurora 405

schede bianche 14

PRESIDENTE COLLEGIO REVISORI DEI CONTI ELETTO:
1. Elio Grigoletto 45309

CANDIDATI NON ELETTI:
Loda Federico 25547
Pizio Andrea 15172
Pandiani Pierpaolo 1678

schede bianche 5445

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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