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Fabrizio Brunozzi e la sezione Ricerca & Sviluppo della Fisi

Fabrizio Brunozzi e la sezione Ricerca & Sviluppo della Fisi
Fabrizio, due anni fa debuttava Sentinel…
Merito del Presidente che ha voluto riaccendere la fiamma della sezione ricerca & sviluppo che si era spenta.

Anche perché a un certo punto si è presentato Fabrizio Brunozzi…
… Che con la bacchetta magica… Non scherziamo, è questione di capire l’importanza di sfruttare determinati strumenti atti a migliorare le performances. È un lavoro di team, la mia parte è quella tecnico-informatica, faccio questo da sempre.

E poi l’App MyFisi
Siamo a quasi 20 mila download. Possono essere pochi o tanti, di fatto sono 20 mila sciatori.

Rispetto alla prima versione cosa offre oggi?
C’è un grosso lavoro per incrementare il live e stiamo implementando una nuova release che prevedrà anche le webcam delle varie località e le previsioni meteo. Quindi telecamere, tempo e live delle gare.

Ci sarà il live di tutte le gare?
Ci stiamo lavorando. Viaggiamo a braccetto con la Ficr (Federazione italiana cronometristi) perché poi questa gestione è unicamente loro. Non si tratta soltanto di premere un bottone. Uno degli ostacoli maggiori è la copertura, la rete.

Come si risolve?
Prima di tutto creiamo un protocollo ben preciso da condividere con Ficr perché non si deve mai dare tutto per scontato. Ce ne sarà anche uno interno alla Fisi che toccherà l’omologazione delle piste che dovrà prevedere anche la copertura wi-fi oltre ai “numeri” strettamente alle caratteristiche del tracciato. Non si può non pretendere la connettività nel 2021! Il caso limite ci può stare, ma si deve assolutamente arrivare a offrire questo servizio.

MyFisi a parte su cosa state lavorando?
Su tante cose, ma anche su un concetto. Prima che ripartisse questa sezione, ogni squadra delle varie discipline lavorava per compartimenti stagni. In pratica, ognuno seguiva le proprie iniziative o intuizioni. Non si parlavano. Per monitorare gli allenamenti o annotare le informazioni, si utilizzavano software diversi. Questo spezzettamento delle attività lasciava poco o nulla all’interno di Fisi. Ora cosa accade? Tutto viene convogliato sul comparto ricerca & Sviluppo. In questo modo riusciamo a capire cosa serve e Fisi può realizzare un prodotto per “lei”! Non c’è un’azienda esterna che produce applicativi e questo è importante poiché il valore di ciò che si crea rimane in via Piranesi. Con questa importante apertura da parte di Roda io riesco a capire cosa serve alle squadre. E non parlo solo di sci alpino.

Ad esempio il fondo?
Esatto. Questo settore ha appena richiesto un diario di gestione degli allenamenti, ma lo ha fatto perché sa che può contare su un organo competente in questo. Se domani arriva un nuovo allenatore sa che può avere a disposizione la storia di tutti gli atleti, proprio perché non rimane nel computer del tecnico che se n’è andato. E oggi si possono avere a disposizione diversi prodotti tecnologici.

Ad esempio?
Sentinel (qui la spiegazione) è andato avanti e oggi c’è Sentinel 2.0. Un’evoluzione della versione precedente di incredibile efficacia. A cominciare dalla durata, da due giorni e mezzo siamo passati a sei! Il concetto di archiviazione dei dati è molto più tecnico. Ora posso confrontare giorno per giorno tutti i dati. Andiamo ad esempio a Kitzbühel, dove, tra prove e gare ci stiamo per una settimana. Ebbene, posso monitorare anche un anno con l’altro, la temperatura, l’umidità della neve, dell’aria, il tipo di neve, le scioline utilizzate… Sai che vantaggio è per lo skiman?

Può contare anche su altri strumenti?
Più di uno, come l’applicativo “Fisi Training”, nato per registrare e archiviare i tempi di allenamento. È a disposizione dei tecnici, skimen e degli stessi atleti. Detta così sembrerebbe un software estremamente semplice, come ce ne sono tanti. Ciò che fa la differenza è che in questa app sono riuscito a integrare Sentinel. Quindi tu sai che in quel momento hai fatto una discesa con quello sci, con determinate situazioni ambientali e ottenendo quella risposta cronometrica.

Si utilizza un hardware particolare?
Per usare l’app basta un semplice smartphone, ma ovviamente c’è tutta una strumentazione particolare che aiuta a rilevare i dati. E tutto questo appartiene a Fisi, un dettaglio non da poco. Prima ci si affidava a consulenti esterni, realizzavano il servizio e poi ovviamente se ne andavano. Ora rimane tutto in casa nostra. La differenza è imparagonabile.

Tutto facile per gli allenatori?
Diciamo che la squadra dei discesisti ha la fortuna di avere come tecnico Christian Corradino. Il suo supporto si è rivelato assolutamente fondamentale, sia nell’utilizzo che nello sviluppo. Io posso trovarti le soluzioni, ma ho bisogno di sapere cosa serve e rendere tutto applicabile. Così è nato un altro software chiamato Fisi Velocity, sul quale però vige il top secret?

Va beh, dai, sarà un misuratore di velocità…
Ovvio ma è il come che non si può rivelare perché si tratta di uno strumento piuttosto sofisticato e di un’efficacia incredibile. Però non è finita, dobbiamo effettuare ulteriori approfondimenti. Anche in questo caso il firmware è stato scritto da noi e non si tratta di un GPS. Ti dice fondamentalmente se determinate dinamiche di allenamento sulla neve vanno nella direzione giusta. Aiuta a capire addirittura quali sono le traiettorie più convenienti da disegnare. Come dicevo prima, senza Christian non sarei mai riuscito a progettare uno strumento del genere.

Banalmente ti dice di cosa ha bisogno e tu glielo realizzi?
Eh no, la differenza è proprio che Christian conosce diversi aspetti tecnici del mio campo. Dunque non si parte da zero, sarebbe impossibile raggiungere il risultato sperato. Lui è bravissimo a spiegarmi i dettagli e a consegnarmi un’analisi molto precisa dell’eventuale progetto. Poi è chiaro che lui fa un altro mestiere e non sa come realizzarlo. Quando parlo di lavoro di team mi riferisco anche a questo. E ti dirò, anche io ogni tanto mi intrufolo nelle loro sedute tecniche perché se non comprendo alcune dinamiche pratiche, ciao!

E allora è il caso di chiedere allo stesso Christian, classe 77 di La Salle, come funziona questa implementazione dalla parte dei tecnici

Christian sei l’allenatore tecnologico del gruppo?
Diciamo che ne capisco un po’ più degli altri. Sai tra il Ghido e il PC il rapporto non è idilliaco. Ma l’intero staff tecnico non è di giovincelli ed è normale, non puoi metterti a studiare cose così complesse a 50 anni! Quindi anche Plancker se ne sta un po’ alla larga, Guffler non ne vuole sapere, Ronconi figurati, Abruzzini, il preparatore qualcosina ne sa, ma alla fine il primo referente di Fabrizio sono io. A me è sempre piaciuto questo argomento fin da quando è arrivato Internet, poi i primi pc. Sono nato con il sistema MS Dos poi per fortuna è arrivato Windows.

Però è bene sottolineare, anche se gli altri non sono così tecnologici non significa che snobbino l’argomento, anzi. Tieni conto che io mi relaziono con Fabrizio praticamente tutti i giorni, il che ha fatto nascere una vera e propria amicizia. Però poi, a mia volta, riferisco ad Alberto per approfondire gli aspetti puramente tecnici. E poi, sai, io sono militare (Esercito) e ho il pieno rispetto dei ruoli. Alla fine la decisione è sua e naturalmente a cascata del presidente. E comunque Ghido quando si sveglia la prima cosa che fa è accedere a Sentinel!

Questo rapporto tra Fabrizio e voi com’è nato?
Se vuoi un po’ per caso. Ne parlammo a Skipass nel 2019 con Massimo Rinaldi. Stavamo discutendo dell’applicativo usato dagli svizzeri, elaborato da Microgate che leggeva alcuni dati ambientali. Dopo un mese Fabrizio si è presentato in Gardena durante un nostro allenamento col primo software prototipo. Da lì è nato lo sviluppo e la prima versione di Sentinel che andava ben oltre a quello di cui avevamo bisogno. Soprattutto adesso con l’integrazione di altri sistemi. Per noi e per gli skimen sono di un’utilità estrema.

Quindi lo tartassate di richieste?
No, guarda che è il contrario. Fabrizio è senz’altro un indomabile appassionato del suo lavoro, ma ha sviluppato oltre alle app anche un amore e una fedeltà per la squadra incalcolabile. Se la sente proprio addosso. Per cui è lui che viene da noi e ci dice: “Ma se facessimo anche questo?”. A volte dobbiamo frenarlo un po’ perché noi sappiamo bene come alcuni aspetti non si possono proprio affrontare.

Tipo?
Adesso Fabrizio ce l’ha, anche giustamente, con gli infortuni. Il fatto è che come ben sai nello sci le variabili sono troppe e imprevedibili. Se l’atleta in quel momento mette un filo meno di pressione non accade nulla. Una strada difficile… Diciamo che siamo noi che ogni tanto dobbiamo frenare Fabrizio, proprio perché sappiamo che alcune cose non si possono fare.

Questi strumenti aiutano a vincere?
L’obiettivo alla fine è questo, però non direttamente. Più che altro aiutano noi tecnici a trovare la strada migliore perché ciò accada. Semplificano il nostro lavoro e ci offrono analisi molto importanti. Se però a livello scientifico è tutto perfetto ma poi l’atleta sbaglia… Sono qui dal 2007, ne ho viste troppe!

14 anni sempre con i discesisti?
La prima stagione, 2006-07 con Rulfi, poi sono passato alla Coppa Europa per una stagione e nel 2008 sono approdato nel team dei discesisti. L’anno prima, dunque, che entrasse Paris.

Non sei stufo?
No dai, mi piace e poi sai benissimo come funziona. Finisci la stagione e dici: “Chissà se l’anno prossimo ce la fanno a vincere una medaglia ai Mondiali…”. E allora ti rimetti sotto. La stagione successiva, stessa cosa con le Olimpiadi… Insomma, alla fine è come vedere le serie tv su Netflix, non vedi l’ora che inizi la nuova stagione.

Senti, ma Fisi Velocity…?
Ti ha parlato anche di quello? Disgraziato! Più di tanto non posso dire, anche perché lo stiamo ancora testando e bisogna lavorarci un bel po’ sopra. Hai presente il sistema di rilevamento della velocità di Longines? Ecco, tutt’altra cosa, anche perché è davvero molto approssimativo. La curiosità al pubblico degli appassionati la toglie ed è bellissimo che si abbiano questi riferimenti, ricorda un po’ la telemetria della Formula Uno, ma non ti dà dati precisi e a noi serve ben altro per elaborare teorie efficaci.

Torniamo allora da Fabrizio Brunozzi. Lavori solo per la Formula uno dello sci?
Diciamo che qui c’è molto più da fare però questi sistemi possono aiutare anche i gigantisti e super gigantisti. Ma c’è molta strada ancora da percorrere anche in altre discipline, come dicevo prima, ad esempio nel fondo. Certo è che questa cultura scientifica ha bisogno di un po’ di tempo per espandersi, dunque i vari quadri tecnici si trovano da poco tempo a tu per tu con questa opportunità.

Gli atleti invece come reagiscono?
Ce ne sono due che mi sono sembrati più interessai all’argomento. Mattia Casse e Dominik Paris. In verità anche Lele Buzzi. Si mettono lì a capire anche il perché di quei 5 centesimi in più o in meno. Bisogna però stare un po’ attenti. Troppi dati rischiano di mandarti in confusione, invece bisogna saperli gestire. Non si tratta di rivoluzionare un allenamento o il modo di sciare, ma solo di perfezionare il tutto.


Dominik Paris. Alberto Ghidoni e Mattia Casse

Le informazioni che riceve lo skiman, finiscono anche nella factory dello sci che poi potrebbe girarle ad altri atleti…
Sono dati così particolari, frutto di un incrocio di molteplici situazioni, che non si possono sfruttare a campione generalizzando. Per farmi capire, se in un allenamento uno sci è risultato lento sul piano, non significa che quel modello abbia problemi in assoluto. In definitiva questi sistemi contribuiscono solo in una percentuale nella performance dell’atleta. Che sia il 2 o il 10 per cento è difficile stabilirlo. È solo un qualcosa in più, non è la soluzione a tutto.

Sentinel si sta avviando verso l’evoluzione 3.0?
Come ben sai questo campo non ha mai una fine e poi considera che il processo è partito solo un anno e mezzo fa. E il Covid non ha aiutato a procedere con rapidità. Comunque ora stiamo studiando la componente vento. Fino adesso ci si è basati solo sulla velocità, ma stiamo studiando l’implementazione anche riguardo alla direzione. Una piccola indicazione in più che però magari può fare la differenza anche solo in un’analisi post gara. Del tipo: ho fatto tutto bene ma ho perso la gara perché in quel punto una certa raffica mi ha fatto perdere 2 decimi.

Per portare il tuo know how in Fisi, o meglio, nella squadra di discesa, hai dovuto rompere qualche resistenza?
Caso mai il contrario. Guada dopo oltre 30 anni di lavoro in questo settore non ho mai vissuto un’esperienza così bella (in realtà ha usato un’espressione più colorita) e complice. Per questo mi sento un privilegiato e te lo dico da appassionato dello sci e non da informatico.

Esiste qualche incrocio anche con uffici interni della Fisi?
In particolare con la CCAAEF (Commissione Coordinamento Attività Agonistiche e Funzionali) dove sono un membro della commissione.
Abbiamo sviluppato alcuni tools che consentono di monitorare l’attività agonistica. Sistemi che ci permettono di poter verificare in maniera rapida ed efficace eventuali anomalie. Stiamo andando avanti anche in questo campo, specie per intensificare il rapporto tra federazione e il campo.

So che c’è un Brunozzino che sta crescendo, lo hai informatizzato dalla testa ai piedi?
L’importante per Brunozzino è che sappia sciare bene. E senza app! Poi vedremo come crescerà. Secondo me qualche bella soddisfazione se la toglierà!

Brunozzino è Gabriele, classe 2008, l’anno prossimo con lo Sci Club Livata, figlio del presidente della nuova commissione scientifica di ricerca & sviluppo della Fisi. Se gli togliete il computer e la linea probabilmente non mangia, ma se gli togliete gli sci non vive!  Fabrizio Brunozzi e la sezione  Fabrizio Brunozzi e la sezione  Fabrizio Brunozzi e la sezione  Fabrizio Brunozzi e la sezione  Fabrizio Brunozzi e la sezione 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).