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FISI e Saslong Classic Club, ufficiale la firma per i Mondiali 2031

È andata come doveva andare.
La Val Gardena si riprende il suo destino, quello che non aveva mai davvero lasciato: organizzare il Mondiale 2031.
La firma è arrivata a Bolzano, ma il rumore si è sentito fino ai piedi della Saslong.
Un foglio, due firme, e una storia che si rimette in moto.

Da una parte Rainer Senoner, la pazienza e la forza di chi costruisce ogni Coppa del Mondo come se fosse la prima. Dall’altra Flavio Roda, il presidente della FISI, che conosce bene il valore di un comitato che non promette, ma consegna. Intorno, Arno Kompatscher, Tobias Nocker, e una valle intera che — mentre tutti parlano — da cinquant’anni lavora.

«È un momento storico, ma anche di grande responsabilità», ha detto Senoner, con quella calma tipica di chi sa già cosa lo aspetta: chilometri di tracciati, riunioni, turni, scadenze, sorrisi e notti senza sonno. Poi l’ha aggiunta piano, quasi per sé: «Lo faremo con umiltà».
È la parola chiave della Gardena. Umiltà: la cosa più rara in uno sport che vive di cronometri.

Roda invece ha sorriso: «La Val Gardena è la scelta giusta. Una terra dove la passione è metodo e la tradizione non è mai scusa. È qui che lo sci si riconosce».

In controluce, c’era già tutto: il pendio della Saslong, le reti, le facce di chi ci lavora da decenni.
Il rumore delle pale, la voce dei volontari, il profumo del legno tagliato a dicembre.
Ogni anno, la Gardena costruisce l’inverno. Nel 2031, costruirà la sua storia più grande.

«Siamo pronti», ha detto il presidente Kompatscher. «L’Alto Adige è terra di sport e di persone che non si tirano indietro. Dopo Milano-Cortina, sarà un’altra festa della neve.»
E Nocker, il nuovo sindaco, ha aggiunto: «Mi sono candidato anche per questo. Per esserci quando la nostra valle diventa casa del mondo.»

Non serve aggiungere altro.
La FISI ha rinunciato ai diritti, affidandoli al Saslong Classic Club. La fiducia non si concede, si merita. E la Gardena, da sempre, se la merita.

I Mondiali 2031 sono ufficiali. Ma in fondo, lo erano già da tempo. Da ogni inverno in cui la Saslong ha tenuto fede al suo nome: una pista, una firma, una certezza!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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