Notizie

GB Ski Team International, un progetto che parla più lingue

Nel mondo dello sci giovanile c’è una parola che torna spesso, quasi sempre a sproposito: futuro.
Il GB Ski Team International Group, invece, sceglie una strada diversa. Non lo promette, il futuro: lo costruisce, giorno dopo giorno, lontano dai riflettori e vicino a ciò che davvero conta — il lavoro, le relazioni, la visione.

È un progetto che nasce per sognare le Olimpiadi, sì. Ma non come un traguardo da evocare: come un orizzonte da rendere possibile. Nel gruppo Junior del GB Ski Team convivono atleti giovani e senior di livello nazionale, ma anche ragazze e ragazzi arrivati da lontano, alcuni già con un profilo internazionale, altri con un talento che chiede solo tempo e struttura. Atleti che hanno scelto di spostarsi, di cambiare casa, lingua, abitudini, per allenarsi ad Aprica, nel quartier generale di una squadra che ha deciso di non avere bandiere, se non quella dello sci fatto bene.

L’idea è semplice e radicale insieme: creare un team professionistico già nelle categorie giovanili, dove l’identità non è data dal passaporto ma dal metodo. Un’idea che nel mondo degli sport invernali sta prendendo forma non solo attraverso la visibilità, ma soprattutto attraverso i risultati. E che il GB Ski Team ha scelto di declinare partendo dai più giovani.

Il racconto di questo progetto è passato anche da Milano, al Caffè Madeira, nel cuore di Porta Romana. Un luogo urbano, lontano dalle piste, scelto non a caso: perché lo sci, oggi, non vive solo in montagna. Vive nelle storie che si incrociano, nelle scelte che portano lontano, nelle persone che decidono di mettersi in viaggio.

Dentro l’International Group ci sono facce, origini e lingue diverse, ma un’unica aspirazione: crescere fino ai circuiti continentali, arrivare alla massima serie, meritarsi i Giochi a cinque cerchi. Non per diritto, ma per costruzione.

C’è Thomas Onol Lang Kaan, turco di Bodrum, che ha imparato a sciare in Francia perché la sua famiglia gestiva un hotel a La Grave e il padre è guida alpina. Punta sul gigante, ma sta allargando il suo orizzonte anche alla velocità, come chi sa che uno sciatore moderno non può permettersi compartimenti stagni.

C’è Duru Yikici, cresciuta nelle montagne della Turchia, già abituata a confrontarsi con allenatori italiani prima di entrare nel GB. Inizialmente unita al gruppo per gli allenamenti estivi sui ghiacciai, oggi guarda con decisione alla discesa e alla velocità, discipline che chiedono coraggio ma anche fiducia in chi ti accompagna.

C’è Eugene Cornu Wong, che corre per Hong Kong ma porta con sé una geografia familiare complessa: padre francese, madre cinese, infanzia sulle montagne vicino a Nizza. Anche per lei il gigante è casa, ma il percorso è appena iniziato e chiede tempo, continuità, pazienza.

C’è Eva Milevska, macedone, che racconta bene cosa significhi fare velocità nei Balcani: quasi nessuno la pratica, quasi nessuno la sceglie. Lei sì. Discesa e SuperG sono il suo territorio, e da tre anni lavora con il GB, dal primo anno FIS, con l’obiettivo dichiarato di proseguire anche nel team Senior.

E poi c’è Elisa Maria Negri, la più esperta. Nata e cresciuta ad Aprica, padre italiano e madre ceca, corre per la Repubblica Ceca ma si è sempre allenata con il GB. Punta sulle discipline veloci, ha già punti FIS solidi e un sedicesimo posto in Coppa Europa in discesa. Il sogno è chiaro, e ha un sapore particolare: gareggiare alle Olimpiadi in Italia, sulle montagne dove è cresciuta, anche sotto un’altra bandiera. Perché lo sci, a volte, è anche questo: identità plurali che non si escludono.

A tenere insieme tutto c’è Alain Pini, direttore del progetto. «Sono un gruppo coeso, nonostante le culture diverse. Ormai capiscono tutti un po’ di italiano» racconta. Allenarli è una sfida continua, ma anche un’esperienza profondamente gratificante. Perché il GB Ski Team non ha scelto la strada più semplice: ha deciso di fare base anche per giovani stranieri, accanto a una nutrita pattuglia di atleti italiani, compresi quelli provenienti dal Sud del Paese.

È una sfida che parla al presente dello sci.

Esperimenti simili esistono già nel panorama mondiale — da Hirscher a Braathen, fino ai progetti globali più recenti — ma qui l’innovazione riguarda i giovani, nel momento più delicato della formazione. Il GB applica questa formula a chi entra nel pianeta FIS, quando il talento va protetto prima ancora che esposto.

Alain Pini e Marco Biasci

Accanto a Pini, lo staff lavora come un organismo unico: Marco Biasci guida la categoria, affiancato da Lorenzo Ciolina, Nicole Mastalli, Gabriel Masneri, Riccardo Bianco, Andrea Rossi, Federico Rossi  per l’attività sulla neve e da Giuliano Greco per la preparazione atletica. Nomi che non cercano protagonismo, ma costruiscono struttura.

Il GB Ski Team International Group non è un progetto “alternativo”. È un progetto necessario. Perché racconta uno sci che accetta la complessità del mondo, che non ha paura delle contaminazioni, che crede ancora nel valore dell’impegno quotidiano. Uno sci che non misura tutto in vittorie immediate, ma in persone che crescono. E forse è proprio da qui che passa, oggi, il vero futuro dello sci.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

Add Comment

Click here to post a comment