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Ghiro, cinque anni. E sembra ieri…

Ghiro, cinque anni, il 26 novembre 2020 te ne sei andato. A volte il tempo corre, altre volte si ferma in un punto preciso della memoria e non si muove più. Con Valerio Ghirardi è andata così: sembra ieri, perché la sua presenza continua a scivolare tra le nostre piste come una linea tracciata bene, di quelle che non il vento non riesce a cancellare.

Allenatore vero, uomo diretto, piemontese ruvido quanto basta e dolce nei millimetri giusti, Vale ha lasciato nello sci italiano un segno che non si mimetizza. Ha costruito la velocità Azzurra quando ancora la chiamavamo “la squadra delle donne coraggiose”, ha accompagnato Isolde Kostner nei passaggi decisivi, ha dato equilibrio a un gruppo che aveva bisogno di fidarsi di qualcuno che non sgomitasse per apparire.

La sua storia è fatta di ripartenze: fuori dalla nazionale, riprese dai ragazzini come se non fosse successo nulla; poi la Fisip, dove portò la sua umanità prima ancora della tecnica; poi Melania Corradini; poi quella telefonata da un’altra galassia, Tina Maze, che lo volle al suo fianco nella stagione più delicata della sua carriera. E lui, come sempre, rispose lavorando, non parlando.

Quando il male arrivò a bussare, la prima volta lo cacciò via come si scaccia una brutta giornata di neve. La seconda fu diversa. E a novembre di cinque anni fa il nostro mondo si è ritrovato un po’ più vuoto, un po’ più muto.

Da allora, ogni volta che qualcuno racconta di aver imparato qualcosa da lui – una ragazza, un giovane tecnico, un amico di valle – Vale torna a vivere nella miglior forma possibile: quella dei gesti.
Un sorriso rapido, una parola detta piano, un consiglio che vale più di un’analisi, un “vai” sussurrato alla partenza.

Quello che rimane è la sua maniera. Il suo stile. La sua gentilezza ruvida. La capacità di entrare nella vita degli altri senza far rumore. La fedeltà alle persone prima che ai risultati.

E allora sì, Ghiro, cinque anni. Eppure continuiamo a incontrarti negli occhi di chi hai formato, nelle curve di chi hai toccato, nel silenzio intelligente dei tecnici che ti hanno voluto bene. Non te ne sei andato davvero. Hai solo cambiato traccia.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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