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Gli atleti chiedono più sostenibilità alla Fis, ma il presidente Johan Eliasch risponde per le rime

Gli atleti chiedono più sostenibilità alla Fis, ma il presidente Johan Eliasch risponde per le rime
Qualche giorno fa, in una lettera congiunta scritta a Courchevel in pieno Mondiali, gli atleti hanno sottoscritto una lettera inviata al presidente della Fis Johan Eliasch nella quale invitavano la federazione ad avere maggiore attenzione riguardo al tema della sostenibilità, ovviamente in montagna.

Allora il presidente non ha tardato a prendere carta e calamaio per rispondere con tanta fermezza, rigettando totalmente l’accusa di disinteressarsi del problema.

È in effetti questo un tema che Eliasch ha iniziato ad affrontare ben prima ancora che diventasse Presidente. Tra i suoi ricchi investimenti nel 2005 decise di acquistare 400.000 acri o 1.600 chilometri quadrati di foresta pluviale amazzonica in Brasile al solo scopo di proteggerla. Poi acquistò anche la segheria Gethal Amazonias, impegnata proprio nel disboscamento in Amazzonia, bloccando così tale attività.

Nello stesso diede vita alla Rainforest Trust società impegnata per preservare le foreste pluviali in via di estinzione, salvando le specie animali e la biodiversità dalla deforestazione. Ad oggi, l’organizzazione possiede 37 milioni di acri di foresta pluviale in tutto il mondo, proteggendo 2.245 specie in via di estinzione e vulnerabili. Attraverso Rainforest Trust, ha acquistato 400.000 acri di foresta pluviale amazzonica vicino al fiume Madeira.

Ma non solo, mette in piedi anche la Cool Earth, con la quale cerca di dare denaro direttamente a coloro che vivono nella foresta pluviale, per finanziare progetti che proteggano quelle comunità. La logica qui è che gli indigeni hanno protetto e nutrito la foresta pluviale per migliaia di anni. Sostenendoli e riconoscendo il loro lavoro per combattere la crisi climatica, possiamo ripristinare la terra e il potenziale di carbonio delle foreste pluviali tropicali.

Ecco allora come la Fis ha risposto agli atleti

La FIS ha apprezzato il gesto degli atleti preoccupati non solo di vincere ma anche di tutelare il futuro del pianeta, affrontando l’urgente questione del cambiamento climatico e del suo impatto sugli sport sulla neve.

Tuttavia, non è per niente d’accordo – come lamentato nella lettera – che gli sforzi finora profusi a favore della sostenibilità siano insufficienti.

Dal 2021, quando il presidente Eliasch è stato eletto alla guida della FIS, la sostenibilità è stata posta proprio al centro della federazione. Se non altro proprio per l’impegno diretto dello stesso Eliasch nel sociale, forti di una sfilza di titoli e incarichi presso le varie associazioni nate in difesa del pianeta.

Da oltre vent’anni, il Presidente Eliasch è impegnato nella protezione del clima, con ruoli che includono: Rappresentante speciale del Primo Ministro del Regno Unito per la deforestazione e l’energia pulita; Presidente del Net Zero Review Technology and Innovation Advisory Group presso HM Treasury, Regno Unito. Fondatore del Rainforest Trust, che ha preservato un’area di foresta pluviale di 1.600 km2 nella regione amazzonica. Co-fondatore e presidente di Cool Earth. Membro dell’Advisory Board della Schwarzenegger Climate Initiative e dello Stockholm Resilience Centre. Presidente del programma per la sicurezza alimentare, energetica e idrica presso RUSI, Regno Unito. Membro del Council for Sustainable Business presso il Department for Environment, Food and Rural Affairs, UK.

In qualità di attivista, investitore e sostenitore di lunga data nel campo della protezione del clima, il presidente Eliasch è determinato a utilizzare il suo tempo alla FIS per cambiare radicalmente il modo in cui l’organizzazione affronta la sostenibilità. La FIS ha firmato l’UN Sports for Climate Action Framework, che impegna la federazione a dimezzare le sue “emissioni di gas serra dirette e indirette” entro il 2030. Gli atleti hanno chiesto una strategia di sostenibilità che descriva in dettaglio come raggiungere questo obiettivo. I dettagli della strategia sono attualmente in fase di definizione, al fine di garantire l’allineamento con il piano strategico complessivo della federazione. Tali contenuti strategici rassicureranno gli atleti sulle misure che la FIS adotterà per garantire che la sostenibilità sia al centro di tutto ciò che fa l’organizzazione.

Poiché siamo uno sport globale, al centro della strategia di sostenibilità c’è l’attenzione all’ottimizzazione del calendario e alla collaborazione con i partner FIS per creare eventi sempre più sostenibili. L’efficacia di questo approccio è stata dimostrata proprio a Courchevel-Meribel, dove gli organizzatori hanno appena annunciato di essere riusciti a ottenere la certificazione ISO 20121.

C’è anche un appello affinché FIS sia carbon neutral. Infatti, stiamo andando oltre. Nel 2022, la FIS è diventata la prima federazione sportiva internazionale Climate Positive. Ciò è iniziato con una stima dettagliata dell’impronta di carbonio di tutte le competizioni organizzate durante un’intera stagione, effettuata dal leader del settore Planet Mark. Quindi FIS ha istituito un meccanismo attraverso il quale possiamo investire per compensare più volte quelle emissioni annuali: la FIS Rainforest Initiative.

La deforestazione rappresenta quasi il 20% di tutte le emissioni globali. Prevenire la deforestazione è forse il modo più conveniente, significativo e pratico per fare la differenza, motivo per cui è al centro della compensazione FIS. Con l’assistenza di coloro che lavorano sul campo da decenni, la FIS Rainforest Initiative sostiene le comunità indigene, investendo in scuole, cliniche e strutture igienico-sanitarie. La FIS Rainforest Initiative sta sostenendo nuovi progetti che evitano la deforestazione ed è stata obiettivamente giudicata efficace, soddisfacendo i criteri ufficiali delle Nazioni Unite su permanenza, addizionalità e perdite.

C’è di più che FIS può fare? Assolutamente. Come tutti coloro che condividono questo pianeta, ci troviamo in un punto critico in cui dobbiamo considerare la sostenibilità come una priorità assoluta in tutte le nostre azioni. La nostra passione per gli sport sulla neve e la protezione del clima significa che siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per ridurre le emissioni e ridurre gli sprechi e per ridurre al minimo il nostro impatto sulla natura. Desideriamo lavorare con tutte le parti interessate coinvolte nella comunità degli sport sulla neve – atleti, fan, sponsor, organizzatori, media – per proteggere il clima che è alla base del nostro sport. Su questo, siamo tutti nella stessa squadra. E sulla stessa barca! atleti chiedono più sostenibilità Fis atleti chiedono più sostenibilità Fis atleti chiedono più sostenibilità Fis atleti chiedono più sostenibilità Fis atleti chiedono più sostenibilità Fis atleti chiedono più sostenibilità Fis

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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