Notizie

Gli sci club pavesi uniti nel ricordo di Matilde Lorenzi all’Auditorium di Mortara

Mortara ha vissuto una serata intensa e toccante per ricordare Matilde Lorenzi, la giovane sciatrice tragicamente scomparsa a soli 19 anni. All’Auditorium cittadino si è tenuto un incontro che ha saputo unire dolore, memoria e speranza, trasformandosi in un grande abbraccio collettivo.

I genitori, Adolfo ed Elena, hanno parlato con una forza sorprendente. Non hanno nascosto la loro ferita, ma l’hanno resa testimonianza. Hanno raccontato la loro tragedia per far comprendere quanto la sicurezza, nello sport come nella vita, non sia mai un dettaglio secondario. Ogni parola ha commosso e al tempo stesso illuminato, perché dal dolore è nata una voce capace di scuotere le coscienze.

Non sono mancati i ricordi più intimi, quelli che hanno restituito al pubblico l’immagine di una ragazza solare e autentica. I giovani hanno chiesto ai genitori com’era Matilde di carattere e cosa amasse di più nello sci. Elena e Adolfo hanno risposto con un sorriso: Matilde regalava sorrisi a tutti, ma il cuore lo donava solo a chi ne meritava il rispetto, alle persone buone e partecipi. Era pronta a raggiungere la sorella Lucrezia in Coppa del Mondo, ma non si vantava mai dei suoi risultati. Quasi non ne parlava nemmeno a casa. Per lei, la vittoria non era un trofeo da sbandierare, ma la conferma di un gesto atletico compiuto con fierezza e disciplina.

Un aneddoto ha sorpreso la platea. Adolfo ha raccontato che la Salomon aveva invitato la famiglia a conservare senza problemi gli sci in dotazione a Matilde. I genitori credevano fossero sette, forse otto paia, che avevano distribuito tra amici e parenti intimi. Ma il suo skiman li ha corretti: “Sapete quanti sci aveva Matilde? Almeno cinquanta”. Nemmeno la famiglia lo sapeva, perché lei non lo aveva mai detto. Un segno ulteriore della sua umiltà, nonostante l’azienda avesse deciso di assecondarne la scalata verso l’élite dello sci mondiale.

Elena si è poi rivolta ai genitori presenti con un invito che ha colpito tutti: “Fate in modo di non tenervi per voi ciò che vorreste dire di bene ai vostri figli, perché potrebbe non esserci più questa occasione”. Ai ragazzi, invece, un messaggio diretto: “Non abbiate paura di dire a genitori e allenatori se ritenete che una discesa non andrebbe fatta in certe condizioni. Anche se altri club decidono di scendere, non sentitevi obbligati a imitarli”.

Dal palco è emersa una riflessione chiara: la memoria non è mai solo un ricordo, ma diventa una scelta di valori e di futuro. Matilde, con la sua breve ma intensa vita sportiva, oggi continua a indicare una direzione: credere che la sicurezza non sia un limite, ma la condizione stessa per vivere lo sport con gioia e libertà.

È proprio questo il senso della Fondazione Matilde Lorenzi, nata per trasformare il dolore in un impegno concreto. La Fondazione collabora con diverse Università italiane, in particolare con i Politecnici di Torino e Milano, per sviluppare nuovi dispositivi di protezione. La strada sarà lunga e richiederà sperimentazioni, ma il messaggio è chiaro: non bisogna mai fermarsi nella ricerca di soluzioni più sicure.

A condurre l’incontro è stato Marco Di Marco, direttore della rivista Sciare. Accanto a lui hanno collaborato all’organizzazione Gianni Romè e Nicola Mussoni, figure storiche dello sci mortarese e anima del negozio TuttoSci.

Non sono mancati momenti di vicinanza concreta. Il dott. Camillo Schiantarelli, presidente della FISI Provinciale, ha consegnato ai Lorenzi una busta con una raccolta fondi promossa dai colleghi medici e una medaglia, la stessa che si assegna agli atleti meritevoli. Nel foyer, i presenti hanno sostenuto la Fondazione acquistando felpe, magliette, cappellini, calze, portachiavi e adesivi, piccoli simboli di una grande causa.

Gli sci club hanno risposto con calore, in particolare lo Sci Club Garlasco, accanto a tante famiglie e appassionati. Tutti hanno dimostrato che lo sport non è solo competizione, ma anche comunità e condivisione.

La scena finale resterà impressa a lungo. Tutti i presenti, guidati dalla vice sindaca Laura Gardella, sono saliti sul palco per stringersi in un abbraccio ad Adolfo ed Elena. In quel gesto c’era l’essenza stessa della serata: la memoria di Matilde che non si ferma al dolore, ma si trasforma in un impegno collettivo.

La serata di Mortara non si è chiusa sul palco dell’Auditorium. È proseguita nel silenzio degli sguardi, negli abbracci, nelle strette di mano. Perché la memoria di Matilde non appartiene solo a chi l’ha amata, ma diventa patrimonio di tutti.

Ogni parola di Adolfo ed Elena ha consegnato una lezione: la sicurezza non è un accessorio, è la prima condizione di ogni gesto sportivo. E ancora di più, è un valore di vita.

Matilde oggi non è soltanto una giovane atleta che non c’è più. È un simbolo che invita a fermarsi prima di rischiare, a dire un “no” coraggioso quando serve, a non lasciare in sospeso le parole d’affetto per i propri figli.

Ecco perché il suo ricordo non si spegnerà. Perché si è trasformato in eredità, in progetto, in fondazione. Perché continuerà a fiorire ogni volta che qualcuno, salendo su una pista, sceglierà la via della responsabilità.

In questo senso, la serata di Mortara non è stata un semplice omaggio. È stata un passaggio di testimone. Un impegno che la comunità si è presa: custodire il ricordo di Matilde per trasformarlo in futuro.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

Add Comment

Click here to post a comment