La medicina dello sport corre veloce, e il Gruppo San Donato corre con lei. Da realtà nata in Lombardia nel 1957 a rete nazionale e internazionale con oltre cinquanta strutture tra ospedali, centri di ricerca e università, il GSD rappresenta oggi uno dei sistemi più avanzati nella cura, nella prevenzione e nella performance atletica.
Un ecosistema dove competenze diverse dialogano per accompagnare atleti e appassionati verso una salute più solida e consapevole.
A raccontarci questa visione è Massimiliano Di Mambro, Direttore Generale – GKSD Ime – Gruppo San Donato.
Il Gruppo San Donato in una parola?
«A chi scia lo descriverei come una squadra in movimento. Ogni professionista del Gruppo – medici, fisioterapisti, nutrizionisti, ricercatori, ingegneri – lavora in sinergia con un unico obiettivo: migliorare la salute e le performance di chi pratica sport, dai professionisti agli amatori.
In un’epoca in cui la sedentarietà è una minaccia per la salute, promuoviamo una visione dinamica della cura, fondata su prevenzione, movimento e benessere psicofisico».
Quali sono le eccellenze sportive del Gruppo?
«La medicina dello sport è uno dei nostri punti di forza. Grazie a percorsi personalizzati, tecnologie d’avanguardia e protocolli innovativi, accompagniamo ogni atleta nella cura, nella prevenzione e nel potenziamento.
Le partnership scientifiche con FISI e FISG mettono a disposizione degli atleti strutture come l’IRCCS Galeazzi – Sant’Ambrogio, l’IRCCS San Raffaele e la Casa di Cura La Madonnina, dotate delle tecnologie più avanzate».
Un ruolo centrale è quello dell’équipe del dott. Andrea Panzeri, Presidente della Commissione Medica FISI, affiancato dal dott. Gabriele Thiebat e da professionisti con esperienza in calcio, basket, volley e molte altre discipline.
«L’équipe è in grado di gestire qualsiasi trauma sportivo, garantendo tempi rapidi e percorsi altamente personalizzati. E quando serve, può contare su specialisti dell’intera rete GSD: un vero approccio multidisciplinare».
In copertina L’I.R.C.C.S Galeazzi Sant’Ambrogio, in versione notturna, qui L’I.R.C.C.S San Raffaele di via Olgettina a Milano
Federazioni e università: la forza delle alleanze
Quanto contano le collaborazioni?
«Sono fondamentali. Con federazioni, società sportive e università trasformiamo la ricerca in pratica clinica: programmi educativi, percorsi di screening, check-up sportivi e protocolli condivisi che aumentano sicurezza e consapevolezza.
La collaborazione con FISI nasce da valori comuni: attenzione alla persona, prevenzione, equilibrio tra corpo e mente».
Come si preserva la dimensione umana della cura?
«La tecnologia è un alleato, non un sostituto. Quando un atleta si infortuna ha bisogno di fidarsi e di sentirsi accompagnato. È ciò che accade nelle nostre strutture, grazie alle équipe multidisciplinari coordinate dal dott. Panzeri e dal dott. Thiebat, presenti nello Sport Trauma and Research Center dell’Istituto Clinico San Siro e alla Madonnina.
La medicina sportiva dialoga con l’innovazione anche nei centri Zucchi Wellness Clinic, Palazzo della Salute – Wellness Clinic, Smart Clinic Sport Medicine e Sport Performance Center Raf.
Ma il vero valore resta l’ascolto: ogni atleta segue un percorso costruito su misura».
L’Istituto Clinico San Rocco di Brescia
Medicina e sport: la stessa filosofia
Condividono la stessa visione?
«Assolutamente sì: conoscere se stessi per migliorarsi, prevenire prima ancora che curare. Con FISI condividiamo l’idea dello sport come percorso di consapevolezza e benessere».
Come si genera valore dalla rete GSD?
«Attraverso un ecosistema completo, dove ricerca e clinica si alimentano a vicenda. I dati scientifici diventano protocolli clinici, poi percorsi personalizzati nei centri dedicati alla riabilitazione e allo sport. Così si accorciano i tempi di diagnosi e recupero e si migliora la qualità della cura».
Come dialogano medici, ingegneri e fisioterapisti?
«Con la cultura della collaborazione. L’ingegnere elabora i dati, il medico li interpreta, il fisioterapista li trasforma in esercizi. Questo dialogo costruisce una medicina realmente interdisciplinare, dove ogni competenza è parte di un progetto comune».
Si può definire il GSD una “filiera della salute”?
«Sì, perché accompagna l’atleta in ogni fase: dalla visita medico-sportiva alla nutrizione, dalla diagnostica all’intervento, fino alla riabilitazione funzionale e al ritorno in pista.
Offriamo a chi pratica sport tutti gli strumenti per ritrovare equilibrio, energia e fiducia.
La salute è la base di ogni grande performance, dentro e fuori le piste da sci».








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