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Ho-Noris Causa

C’è sempre Morzenti dietro, si dice. Ora accostato a Ghilardi, ora a Roda. Eppure se c’è uno tra i candidati che avrebbe dovuto ottenere le attenzioni dell’ex Presidente Fisi, quello doveva essere Antonio Noris. Invece pare non sia così. Una candidatura molto particolare quella del tecnico bergamasco, spuntata all’ultimo secondo e dichiarata nelle intenzioni pochi giorni fa. Se ha aspettato tanto tempo è proprio per attendere i ricorsi di Morzenti, perché anche lui ha sperato fino all’ultimo di riportare le cose com’erano prima che la giustizia sportiva le togliesse. Ne ha fatto una questione di principio, quel principio che ora vuole far valere il 31 marzo. Le intenzioni e le premesse le ha elencate su un documento che dovrebbe rappresentare il suo programma. Ma alla risoluzione dei problemi, alle promesse faraoniche e alle strategie per rimpinguare le casse federali ha preferito mostrare una serie concatenata di parole. Anzi no, di valori.  Ecco, valori & principi, ovvero, l’essere uomo di Antonio Noris che non colabora da una vita con la Federazione per ambire a un’orificenza. Le maniche della camicia sono sempre rimboccate, la coda della penna è mangiucchiata perché sono tantissimi gli appunti che butta sul suo notes ogni giorno. Lui le cose le fa, non le manda a fare. A volte commette degli errori ma lì sopra è pronto a costruirci un nuovo progetto. Valori & principi, espressione di grande libertà intellettuale che però è tanto difficile da difendere per la difficoltà di trovare interlocutori disposti a seguirne i fondamentali. Forse per questo Noris si è chiuso in una stanza da solo, ha costruito un percorso federale da qui al 2014 da solo e sta portando avanti la sua idea di federazione senza l’aiuto di seguiaci, uffici stampa o siti internet. E tanto meno senza l’aiuto di Morzenti, forse anche lui spiazzato dalla scesa in campo del suo ex vice presidente. Gli sono rimasti però tanti amici. Alcuni gli chiedono di ritirare la candidatura, ma forse questo è un errore. E’ vero, gli sci club forse non sanno cosa vuole fare Noris da Presidente. Degli altri tre qualcosa hanno capito. Conci sta seminando da tre mesi e oltre ad anteporre la sua etica dinnanzi a tutto, crede in un progetto coraggioso a lungo tempo, con 4 direttori sportivi a coordinare i 4 punti cardinali della federazione. Oltre al doppio tesseramento, a rinforzare gli sport extra alpini, a trovare strategie che portino i bambini sulla neve e a riportare credibilità e onore all’Italia in campo internazionale; Flavio Roda, volto nuovo per questa occasione, ma da 30 anni inserito negli apparati Fisi come tecnico, ha messo sul piatto i soldi del San Paolo Imi, della Fiat, di Ratiopharm e di quelli che potrebbero arrivare dall’immagine di Tomba, rompendo il rapporto con kappa tornando con Fila. E poi sostenere il doppio tesseramento, dare più soldi ai Comitati distribuendo a tutti il 3 per cento dei diritti televisivi delle gare di Coppa del mondo, che ora rimangono nelle casse della sola Regione che organizza l’evento. Carmelo Ghilardi raccoglie invece gli argomenti costruiti da Valentino Coppi e Morzenti: una spremuta dei loro punti forti che sanno portare tanti soldi in via Piranesi, che sanno come si costruisce un campione e che possono triplicare gli iscritti, oggi ridotti ai minimi termini. Per tutti, parole magiche, sante verità e qualche bugia elettorale. Per Antonio Noris la chiave forse è un’altra. La sua integrità, la sua voglia e il suo coraggio. Un percorso che ha dentro tanta passione, molta strategia e qualche errore, come tutte le cose grezze prima che riescano a forgiarsi per ottenere un aspetto di bellezza anche esteriore. Antonio probabilmente perderà, le istituzioni non lo stanno considerando, così’ si affida a tute quelle persone che conosco l’Antonio sciatore, l’Antonio tecnico, l’Antonio dei progetti, l’Antonio che produce idee ed entusiasmo. Quelle persone sono tante, ma ora sono un po’ frastornate. Per questo se Antonio si ritirerà prima delle votazioni, avrà perduto due volte. E’ una questione di principio.

 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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