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Il bilancio del presidente Flavio Roda dei “nostri” Mondiali

Come da tradizione ecco il bilancio del presidente Fisi Flavio Roda dei “nostri” Mondiali

“La cosa positiva di questo Mondiale è che il settore maschile che sembrava in difficoltà, ha invece dato segnali di essere competitivo in tutte le gare. Sicuramente in discesa maschile ci aspettavamo qualcosa in più, ma sono promossi. Diciamo che ci è rimasta un po’ qua la medaglia mancata da Paris in superG. Fa piacere molto la medaglia di De Aliprandini, perché può significare per lui una bella svolta. Gli slalomisti sono competitivi. Stefano Gross stava facendo una manche strepitosa. Ed è un peccato che non sia arrivato il bronzo.

Fra le donne l’attesa era grande, e senza forse, ci si aspettava di più. Abbiamo dominato per tutto l’inverno per cui quando arrivi a un Mondiale, per di più in Italia, con certe prospettive ma non riesci a raccogliere nulla rimane un po’ di amaro in bocca. È una cosa che ripete sempre: ai grandi eventi bisogna avere più attenzione.

Se partiamo col piede giusto andiamo avanti bene. Ma tutte le volte che siam partiti male abbiamo sempre fatto una gran fatica. C’è però da dire che non siamo così distanti dalle medaglie.

Lo dico perché è importante comunque essere tra i protagonisti e non fare solo le comparse. Probabilmente c’è stato qualche errore nell’approccio all’evento. Ci siamo arrivati evidentemente con troppa tensione.

C’è stato poi anche un po’ di trambusto, meglio parlare un po’ meno perché poi si perde la giusta concentrazione.

L’oro di Bassino è magnifico ma probabilmente bisognava lavorare maggiormente sui piedi, c’è stata qualche parola in più che non è servita.

Un peccato, perché nel corso della stagione le ragazze sono andate benissimo, però ad un Mondiale bisogna accettare il risultato che è leggermente inferiore alle nostre attese.

Ricordiamoci che le medaglie per noi sono importanti perché la federazione non vive di denari pubblici ma solo di sponsorizzazioni. Per cui con i risultati possiamo avere maggiori risorse da investire.

Per fortuna di sponsor che credono in noi ne abbiamo tanti, però a un certo punti bisogna anche ripagarli.

Qui sono stati bravissimi. I primi tre giorni sono stati durissimi. Io sono stato in pista e ho visto quanta neve è venuta giù. Il lavoro che hanno fatto ha dell’incredibile. Hanno fatto l’impossibile.

Poi è chiaro che con condizioni di pista migliori potevamo raccogliere qualcosa di più. Abbiamo visto Federica Brignone cos’ha fatto nel superG della combinata. In quello normale non c’erano le stesse condizioni che indubbiamente a noi piacciono di più. Comunque davvero complimenti all’organizzazione. In particolar modo per la parte sanitaria.

Ora è tempo di pensare alle Olimpiadi del prossimo anno. Faremo tesoro di questo Mondiale per capire cosa non è andato ma anche tutto ciò che di positivo abbiamo ottenuto.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).