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Il cavallo di battaglia dello sci italiano

Il “Pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola: “Il cavallo di battaglia dello sci italiano”.
Notizie di oggi: Governo che cade (per quello che ha fatto per la montagna…), Governo che rimane in carica con qualche “ritocchino” (e nel caso vedremo cosa farà per la montagna…), Governo che va a casa (cambierà in meglio per la montagna?…). Diamo tempo al tempo, tanto ormai quando si parla di montagna siamo abituati, e iniziamo questo “pensiero” con una precisazione, onde evitare a molti false aspettative.

L’ultimo DPCM ha “aperto” ai corsi di formazione maestri di sci, ai vari moduli, alla prova formativa (ex Eurotest) e alle selezioni. A tale proposito è bene ribadire che non sarà ammesso nessun tipo di preparazione “ad personam” per questo esame di ammissione, se non eventuali corsi propedeutici che saranno eventualmente concordati e stabiliti dai Collegi regionali, in collaborazione con le proprie Regioni.

Una precisazione doverosa, proprio per non creare idee sbagliate circa la possibilità di godere di un “salvacondotto” a uso selezioni.

Certamente per gli aspiranti maestri non è un inverno facile, ma è vero che, trattandosi per la maggior parte di “atleti di interesse nazionale”, le giornate sulla neve non sono mancate, seppure con tutte le difficoltà del caso. Il test d’ingresso prevede però, come consuetudine, anche esercizi tecnici con dimostrazioni fuori dai pali e che dunque necessitano di un’adeguata preparazione in pista libera.

Senza voler dettare un ipotetico calendario per selezioni e corsi, se non si potranno riaprire gli impianti il prossimo 15 febbraio, non rimane che l’estate sui ghiacciai, quando si spera tutto sia finalmente tornato alla normalità (o quasi).

La Scuola Italiana Sci ha fatto della tecnica e della didattica il suo miglior cavallo di battaglia, ottenendo prestigio e riconoscimenti in tutto il mondo accademico dello sci ai vari Interski.

Il solco di questo successo è stato tracciato da grandi figure di Direttori Tecnici della COSCUMA come Hubert Fink e Maurizio Bosoni, quest’ultimo ideatore, con un carismatico gruppo di Istruttori Nazionali-colleghi-amici soprattutto, della famosa “supertecnica”, che trent’anni fa ha cambiato il modo di sciare, ispirandosi ai grandi campioni di Coppa del Mondo con un nuovo e rivoluzionario approccio alla tecnica e alla didattica, pensata con un unico filo conduttore per tutti i livelli di sciatori.

Una grande storia alle spalle per raccontare oggi un grande presente, che fa dei maestri di sci i migliori ambasciatori del turismo bianco. Una categoria che conta 20mila professionisti. Forse troppo silenziosa, nei confronti di chi a Roma continua a pensare allo sci come fosse un tabù. Quanta pazienza ancora?

Walter Galli
P.S. Senza passato non c’è presente né futuro. A oggi il presente per i maestri di sci si chiama ristori e il domani lavoro con l’apertura degli impianti. Due facce della stessa medaglia. Quanto ai futuri maestri, siate orgogliosi della divisa che indosserete, sempre che il Governo, di oggi o di domani, lo permetta. Il cavallo di battaglia

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).