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Il ricordo degli Azzurri per Matteo Franzoso

Strazio, dolore, ma anche gratitudine. Sono questi i sentimenti che emergono dai pensieri e dalle parole dei compagni di squadra di Matteo Franzoso, scomparso lunedì in Cile e che oggi avrebbe compoiuto 26 anni. Una comunità sportiva che si stringe attorno alla memoria di un giovane atleta, lasciando parlare chi con lui ha condiviso stanze, allenamenti e sogni.

Il primo a rompere il silenzio è Giovanni Franzoni, amico fraterno e compagno di stanza. Con lui Matteo aveva condiviso il debutto in Coppa del Mondo, fino all’ultima gara della scorsa stagione. Le sue parole toccano corde profonde:
“Sappi che d’ora in poi porterò la tua vitalità sempre con me e sarò sempre grato per le piccole cose quotidiane che ognuno di noi vive… ogni mia curva sarà anche tua, scieremo insieme ogni gara e ogni allenamento portando avanti quel sogno che abbiamo sempre condiviso…”
E ancora, quasi a sottolineare che lo sport è il filo che ha tessuto un’amicizia incancellabile:
“C’è chi pensa che sia uno sport ingiusto e crudele, io penso che è stato ciò che ci ha fatto conoscere e diventare amici, e questo per me è ciò che conta di più: i legami e i ricordi che ho di noi due.”

Un pensiero che trova eco nelle parole di Mattia Casse, che ha voluto ricordare un episodio emblematico, legato al giorno del suo podio a Wengen:
“Sei stato il primo ad abbracciarmi e a dirmi bravo – scrive Casse – mi hai alzato come se fossi una piuma ed eri felice come un bambino…”
Un gesto che racconta più di mille discorsi il carattere di Matteo: sempre sorridente, entusiasta, capace di gioire per le vittorie altrui come fossero le proprie.

Il filo dei ricordi prosegue con Benjamin Alliod, altro compagno di stanza, che ha voluto restituire l’immagine di un’amicizia fatta anche di leggerezza e sogni condivisi:
“Oltre ad essere un compagno di squadra sei stato un grande amico, che condivideva la mia stessa passione e gli stessi sogni. Molto spesso ci chiedevamo: ‘Ma perché non facciamo slalom? Siamo più forti che in velocità’. Non sai quanto darei perché fosse stato così.”

Non manca il ricordo di chi, pur avendo lasciato l’agonismo, continua a sentirsi parte di quella famiglia. Pietro Canzio, ex atleta ma a lungo compagno di squadra di Franzoso, ha affidato alle sue parole un pensiero che va oltre lo sport:
“Probabilmente per me è impossibile spiegare cosa vuol dire essere compagni di squadra, fratelli. La cosa certa è che il legame che creiamo uno con l’altro è qualcosa di enorme. Il trionfo di uno lo si sente come se facesse parte di te, ma quando si parla di dolore lo si riceve tutti insieme e si soffre uno affianco all’altro senza sconti di alcun tipo. Matteino ti voglio bene, te ne vorrò sempre!”

Non tutti hanno scelto i social per esprimersi, ma molti hanno preferito il silenzio discreto di un pensiero rivolto a Matteo e alla sua famiglia. Allo stesso tempo, le condoglianze sono arrivate da ogni parte del mondo: decine di migliaia di messaggi da tifosi e appassionati, dalle Federazioni di numerosi Paesi, fino ai grandi campioni internazionali come Lindsey Vonn e Aleksander Aamodt Kilde.

Un abbraccio collettivo che testimonia quanto profonda sia stata la traccia lasciata da Franzoso nello sport e nella vita di chi lo ha conosciuto.

La Federazione Italiana Sport Invernali, nel dolore, ha espresso un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto partecipare a questo lutto.

Non servono molte parole per capire quanto Matteo fosse amato. Le voci dei compagni, i messaggi arrivati da ogni angolo del mondo e l’abbraccio della comunità sportiva raccontano meglio di tutto il vuoto che lascia e, insieme, la forza del ricordo che resterà vivo sulle piste e nei cuori di chi lo ha conosciuto.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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