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Il volo sul Bianco di Velery Rozov

Il B.A.S.E. jumper e alpinista russo Valery Rozov, il 6 luglio scorso a Courmayeur ha portato a compimento con successo una nuova  e inedita impresa. L’atleta professionista di sport estremi ha infatti realizzato – primo in assoluto – uno spettacolare salto dal versante italiano del Monte Bianco e, più precisamente, poco sotto al Grand Pilier d‘Angle (4243 m.). Durante il volo in caduta libera, durato 35 secondi, Rozov, che indossava una speciale tuta alare, ha superato la velocità di 200 Km/h, prima di azionare il suo paracadute e atterrare sano e salvo sul ghiacciaio della Brenva (3.100 m.).

Rozov, classe 1964, ha scelto di confrontarsi interamente con questa mitica vetta e ha perciò deciso di raggiungere il Grand Pilier d‘Angle con le sue sole forze. Nei due giorni che hanno preceduto il lancio, Rozov, ha dunque scalato il Monte Bianco accompagnato dall’alpinista russo Alexander Ruchkin, dalla guida alpina francese, David Authermann, e dal fotografo di montagna, lo svizzero Thomas Senf. Il team si è messo in marcia lunedì 4 luglio e ha trascorso la prima notte presso il bivacco Eccles (3.850 m.). Il giorno seguente, Rozov ha raggiunto il Col De Peuterey (3934 m.) per poi salire fino al Grand Pilier d‘Angle,

dopodiché è sceso, attraverso parte della celebre via “Divine Providence”, fino al punto previsto per il lancio, a circa 3.900 metri di altezza. Il 6 le condizioni metereologiche si presentavano incerte e alle ore 6.45 Valery, dopo aver indossato la sua inseparabile tuta alare, si è lanciato nel vuoto. A causa del vento, dovuto ad una perturbazione in arrivo, il B.A.S.E. jumper non ha potuto raggiungere la valle e atterrare a Courmayeur, come avrebbe desiderato, e ha quindi scelto di concludere il suo volo sul ghiacciaio della Brenva.


Solo pochi mesi fa, nel dicembre 2010, Valery si è cimentato in un’impresa ai limite del possibile, il progetto “Red Bull Antartica”: due settimane in cui, in condizioni davvero estreme e con temperature fino a – 30°C, l’atleta ha scalato la più inospitale delle montagne della regione Antartica, lo spettacolare monte Ulvetanna (2.931 metri di altezza), da cui poi ha realizzato uno speciale salto, sempre con la sua tuta alare.

Ma non è finita qui. Nel 2009 il B.A.S.E.  jumper si è lanciato da un elicottero dentro il Mutnovsky, un vulcano attivo che si trova della penisola russa del Kamchatka, mentre nel 2008 è stato ancora una volta protagonista

di uno spettacolare salto dal Monte Elbrus, la vetta più alta della Catena del Caucaso, che, con i suoi 4.600 metri di altezza, gli è valso il primato europeo per il salto più alto.

 

 

 

 

Cos’è il Base Jumping
Il B.A.S.E. Jumping
è uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da varie superfici, rilievi naturali, edifici o ponti, e atterrare mediante un paracadute. Le superfici dalle quali, di solito, si eseguono i lanci sono espresse (in inglese) dal nome stesso. La sigla B.A.S.E sta infatti per:

  • Buildings (edifici);

  • Antennas (torri abbandonate o simili);

  • Span (ponti);

  • Earth (scogliere o altri tipi di formazioni naturali)

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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