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Intervistare Inner, a 40 all’ora, 150 pulsazioni!

Intervistare Inner, a 40 all’ora, 150 pulsazioni!
Provate ad andare con la bici a 40 all’ora in pianura, col cardiofrequenzimetro che segna 150 pulsazioni e a rispondere a domande giornalistiche per 20 minuti!”. Risposte affannate? Macché, voce chiara, pulita, addirittura graffiata da tanta carica.

È che mi ha appena superato un mio amico e ne approfitto, così mi taglia l’aria. Ma va come un dannato, 40 all’ora!

Ti stai preparando alla grande!
Posso dire? Quest’anno ci ho dato dentro come mai ho fatto prima. Si forse 15 anni fa, per dire…

È il profumo delle Olimpiadi?
Olimpiadi o no, mi sento giovane (37 anni il prossimo 17 dicembre), cioè, meglio precisare, mi sento all’altezza di atleti giovani, cosa vuoi che ti dica. Mi accorgo che atleticamente sono al 100 per 100.

Della serie mai mollare?
Ho ritrovato la serenità dei tempi migliori e questo mi spinge a tirar dritto, al massimo delle mie possibilità. Le ultime stagioni le ho vissute tra alti e bassi. L’infortunio, poi qualche podio, il covid, lo skiman, gli scarponi… Insomma, le turbolenze fanno parte del nostro mestiere. A 20 anni quasi non ci fai troppo caso, ma chi ha un vissuto come me ragiona in modo diverso, forse anche troppo. Ora mi sento davvero bene e ci do dentro come non mai. Poi andrà come dovrà andare, ma non voglio avere alcun rimpianto. Sai quando ti chiedi: “Ma avrò fatto e dato davvero il massimo?”. Ecco, non credo proprio di dovermi trovare a tu per tu con questo dubbio.

Sulla neve come sta andando?
Saltata l’Argentina, ho sciato meno del solito, ma credo come tutti. A oggi ho 20 giorni di curva nelle gambe. Diciamo, pochi ma buoni. Molto buoni. Di contro ho passato più tempo per prepararmi fisicamente.

Tanta palestra?
Sì ma non solo. Ho lavorato tantissimo sulle gambe. 300 km a settimana in bici e poi certamente palestra, con lavori dedicati a dorsali, addominali e anche molta coordinazione. Mamma mia, è dal 2008 che non mi preparo in questo modo!

Le motivazioni sono tutto…
Questo sarà una delle stagioni più importanti per me. Parto da un concetto: sono convinto di poter ancora vincere e voglio farlo vedere.

D’altra parte il traguardo non è mica Milano-Cortina 2026?
Lo so che quando lo dico qualcuno sgrana gli occhi, come dire, “questo è pazzo!”. Avrò 42 anni, ma io ci credo e proverò ad arrivarci. Sarà sempre così fin quando avrò la convinzione di poter ancora vincere e competere con i top player. Altrimenti non rimarrò lì a campare tanto per!

Intanto l’anno prossimo si inserirà in calendario Zermatt-Cervinia…
Per quanto riguarda l’immagine dello sci, la decisione presa dalla Fis è formidabile! Ho qualche piccolo timore, invece, dal lato gara vera e propria. A novembre sui ghiacciai le condizioni della neve e del tempo sono molto ballerine. C’è il rischio di risultati non veritieri al 100 per 100. Ci ho sciato tante volte e mi sono trovato spesso ad avere a che fare con neve molle o fredda, condizionata dal vento, che specie in quel periodo tira non poco. Speriamo bene.

A proposito di tirare, sei sempre in scia del tuo amico?
Certo che sì, non mollo, 40 all’ora, 150 pulsazioni! Intervistare Inner a 40

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).