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Irene Curtoni è la decima Azzurra a Pechino, ma dal traguardo inviata di Eurosport

Irene Curtoni è la decima Azzurra a Pechino, ma dal traguardo inviata di Eurosport
Eurosport ha deciso di limitare al massimo la presenza sul campo di diversi giornalisti e tecnici per le Olimpiadi di Pechino. Scelta inevitabile, troppo complicata la situazione. Se ti becchi la positività pur stando benone, magari all’ultimo giorno, sei fregato! Non sarà semplicissimo lavorare a distanza, ma il sistema organizzativo è talmente oliato e ben strutturato che ne verrà fuori un servizio come sempre magnifico.

Tra le superstiti di questa scelta presa a malincuore ma assolutamente giustificata, c’è Irene Curtoni che, è un po’ come se fosse la decima Azzurra concavata ai Giochi!

È vero, ha smesso a fine della scorsa stagione, ma dopo averla vista combattere per 194 gare in Coppa del Mondo è davvero difficile anche immaginarla con un ruolo differente.

Invece Ieie a Pechino ci sarà e vestirà proprio i colori di Eurosport come inviata al parterre delle gare di sci alpino e forse anche del bob, visto che è lì a due passi.

Irene, valigia fatta?
Stavo giusto mettendo le ultime cose

Cos’hai messo al posto delle protezioni da slalom?
Guarda, poche cose, più che altro una montagna di mascherine! D’altra parte il mio albergo è a dieci minuti dalle piste, per cui, anche se non ci fosse il problema covid, dove vuoi che vada… Pista-hotel, hotel-pista!

Avrai un bel daffare…
Accidenti, è proprio così, sarò proprio da sola, a cominciare dal viaggio. A livello internazionale doveva esserci anche Tom Stiansen, ma non ho ancora capito se sarà della partita. Anche l’operatore che mi avrebbe affiancato non potrà venire, per cui vedremo sul campo chi mi riprenderà, uno svedese, un francese, chissà. Attendo istruzioni, ma so che Eurosport è una forza, per cui anche in situazioni così di emergenza filerà tutto liscio.

Un po’ di training però lo ha già fatto no?
Una sola volta a Madonna di Campiglio con Eurosport nella mixed zone, altrimenti ho sempre affiancato il telecronista della Tv Svizzera italiana per il commento tecnico. Sono due cose proprio diverse.

Preferisci il commento?
Non ho preferenze, ma sicuramente il commento mi viene un po’ più naturale. Ho dovuto regolare il tiro all’inizio, soprattutto nella gestione delle discese di mia sorella! E dai, le prime volte è normale, come si fa… Non è semplice non farsi trasportare dalle emozioni. Poi però, giustamente, ti rendi conto che non sei nemmeno in una televisione italiana, per cui il tifo per le nostre devi proprio metterlo da parte. E poi sono lì per commentare ciò che accade in pista, gli olè li devi proprio dimenticare. Ci ho messo poco però a prendere la direzione giusta e a concentrarmi sulle cose giuste da trasmettere

E cosa hai trasmesso a Cortina?
Dunque, vediamo… ho detto che è stata molto brava, che ha sciato bene e si è meritata la vittoria!

Poi sei svenuta e hai ripreso poco dopo…
No dai, scherzi a parte, Elena sta sciando davvero bene, trasmette sicurezza e commentarla è molto facile. Diciamo che mi ha fatto proprio un bel regalo anche per il mio lavoro. Comunque è tutto l’inverno che scia bene e in superG è sempre là, infatti sono sempre loro tre davanti (con Brignone e Goggia) e la giornata giusta prima o poi ero certa sarebbe arrivata. Speriamo ce ne sarà un’altra tra un una decina di giorni!

Al parterre invece?
Beh, mi è capitato solo una volta e con gli uomini. Diciamo che rispetto al commento dove parlo d’istinto, qui devo ragionare sulle domande. Non sono una giornalista per cui c’è il rischio di fare domande banali. Altre invece, a me lo sembrano e tendo a evitarle perché presumo di sapere già la risposta, però so che rischio di cadere in errore. Al telespettatore potrebbero interessare. Quindi la difficoltà maggiore è uscire dal ruolo di atleta. Adesso mi rimangono pochi giorni, o imparo o imparo!

Tra l’altro un po’ in italiano, un po’ in inglese
Eh sì perché collaborerò anche con l’internazionale dove in teoria dovrebbe esserci Stiansen. Ma per forza di cose i programmi in questa fase vengono stravolti ogni dieci minuti. Quindi sono pronta a intervenire anche in inglese o in francese.

Farai anche le ricognizioni?
Non si sa ancora se gli organizzatori locali ce lo permetteranno. Nel caso dovrei fare quelle delle donne e occuparmi in toto delle competizioni femminili. D’altra parte sono indubbiamente più forte in questo campo, le conosco tutte!

Anche le discesiste?
Ecco con la velocità all’inizio in telecronaca non nascondo che non è stata una passeggiata. Ho iniziato poi con Lake Louise e nemmeno le atlete riuscivano a dare una spiegazione al loro risultato.  Poi da Lugano non è che potessi accertarmi più di tento. Le altre le ho potute seguire quasi sempre su posto e allora è cambiato tutto.

Hai dovuto seguire quale “allenamento” particolare per affrontare questa nuova sfida?
Nella sfortuna, quando fui costretta a saltare Sochi, fui fortunata! Giovanni Bruno mi chiamò come ospite in studio a Sky per gli approfondimenti tecnici. Ecco è lui il mio mentore. Mi ha sempre dato tutte le dritte che ora sono oro per me. In futuro vedremo, so che esistono Master di giornalismo sportivo. Vedrò…

Potrebbe essere questo il lavoro futuro di Irene?
È un bel lavoro, mi piace e avevo già una mezza idea di mettermi dall’altra parte della barricata. C’è un motivo. Ho spesso avuto occasione di criticare certi modi di commentare, però poi, devi anche fare e non limitarti a lamentarti e basta. Troppo facile se no!

Cosa criticavi?
Ogni tanto passa qualche messaggio sbagliato. Ovvero che possa sembrare sempre tutto facile, come se pur rimanendo sul divano, chiunque avrebbe potuto fare meglio. Un trentesimo posto in Coppa del Mondo non è certo un risultato di cui vantarsi, ma intanto quella ragazza era lì, ha dato tutta se stessa e ci ha provato. Ecco, mi piacerebbe che passasse anche questo messaggio. È giusto criticare, soprattutto se si tratta di una critica costruttiva, ma non giudicare banalmente. Anche con un risultato non positivo chi commenta ha la possibilità di trasmettere messaggi di cultura sportiva. Se dimostri di apprezzare soltanto la bella sciata di chi ha vinto, ammazzi quello sport.

A Pechino, avrai la possibilità di girarla nel verso giusto
Ci proverò, per me sarà una sfida di un qualcosa che ancora non conosco bene, un po’ come essere al fronte. Anzi, a proposito, ancora una volta il Gruppo Sportivo Esercito mi è stato vicino. A cominciare dal comandante del centro sportivo di Courmayeur, Tenente Colonnello Patrick Farcoz, dal maggiore Davide Dallago, ma anche dal comando di Roma. Sai, sono in fase di congedo, manca poco, ma loro hanno capito e mi hanno dato la possibilità di partire. La leggo come una specie di premio alla carriera e li ringrazio davvero di cuore.

Tra l’altro ce ne sono a Pechino di atleti con le tue stesse mostrine
A cominciare da mia sorella, ma anche Marta Bassino, Lara Della Mea, poi il Razzo, Matteo Marsaglia…

Ti congedi da?
Caporal maggiore capo. Già questa estate avevo deciso di lasciare l’arma per percorrere nuove strade.

Non ti hanno proposto di fare l’allenatore?
Sinceramente non mi sono interessata nemmeno io.

Se te lo chiedesse Roda?
Ci dovrei pensare. Sicuramente posso dire che mettere una ex atleta, ma non per forza io, anche una Chiara Costazza, a fianco della squadra che è stata completamente stravolta, magari avrebbe fatto bene. Ma è solo un pensiero mio, perché so che quando ogni due anni cambiano le cose, soprattutto per le più giovani può essere importante avere un punto di riferimento.

Per esempio, a Marta Rossetti?
Se non si dà continuità a una squadra non si può pretendere che le ragazze crescano con continuità. Marta è comunque cresciuta di gara in gara. Lascia stare che è spesso uscita, mi riferisco all’atteggiamento in pista. Non si può però pensare che tutti gli atleti reagiscano allo stesso modo quando ritornano da un infortunio grave. Senza contare che ultimamente ha anche un problema a una caviglia. Marta era cresciuta tanto, poi è brava ed è un’animale da gara – mi sia consentito il termine – ma poi quando vedi che non funziona, fai ancora più fatica. Sai di essere capace di fare bene ma quando non ti viene, accade l’esatto contrario! Ecco, per tornare al discorso di prima, queste cosa vanno raccontate bene in televisione e non fermarsi alla porta dove l’atleta è uscita.

Buon viaggio Irene, ci vediamo in TV
Vado! Irene Curtoni è la

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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