Con profondo rispetto per la memoria di Matilde Lorenzi e per la sensibilità della sua famiglia, pubblichiamo integralmente la comunicazione ufficiale diffusa dai suoi genitori.
Un testo che nasce dal bisogno di trasparenza e dalla volontà di trasformare il dolore in impegno, nel solco di un percorso che, accanto alle indagini ancora in corso, trova oggi una direzione concreta nella Fondazione Matilde Lorenzi ETS.
Un atto di coraggio e di civiltà, per chiedere chiarezza, ma soprattutto per costruire un futuro più sicuro per tutti i giovani che amano la montagna e lo sport.
Il Comunicato stampa:
A nome di tutta la famiglia Lorenzi volevamo informare che dopo la scomparsa della nostra Matilde abbiamo ritenuto di attendere le valutazioni della Procura della Repubblica di Bolzano, con la quale i nostri Difensori di fiducia si sono interfacciati sin dallo scorso gennaio, affinché si potesse far chiarezza sulla dinamica di quanto occorso. La Procura della Repubblica di Bolzano ha accolto le nostre richieste e ha dato impulso ad un procedimento penale, ad oggi pendente in cui è in corso un Incidente Probatorio che porterà a ricostruire, sia dal punto di vista della dinamica, sia da quello medico, le cause della tragedia che ha colpito tutti noi.
Riteniamo questo passaggio doveroso nei confronti della nostra Matilde in modo che il suo sacrificio possa risultare utile in futuro per la sicurezza dei tanti atleti che, come lei, quotidianamente si allenano sulle piste da sci. Dopo un breve ma doloroso periodo di riflessione la nostra famiglia ha creato la Fondazione Matilde Lorenzi ETS, che intende promuovere e sviluppare progetti finalizzati all’implementazione della sicurezza nello sci, con la convinzione che ogni sciatore e ogni atleta, indipendentemente dall’età o dal livello, meriti di praticare questo sport in un ambiente sicuro e consapevole, dove la prevenzione e la formazione siano prioritarie.
La scelta di chiedere approfondimenti su quanto accaduto a Matilde per una corretta ricostruzione dei fatti è fondamentale non solo per dare giustizia a lei, ma anche per gli obiettivi della Fondazione. Dobbiamo trarre insegnamento dalla nostra immensa tragedia con l’obiettivo che in futuro venga analizzato preventivamente ogni fattore di rischio per così evitare che altri giovani si trovino ad allenarsi o gareggiare in condizioni di pericolo.
Crediamo di doverlo a Lei e a tutti i ragazzi che amano questo stupendo sport, lo dobbiamo a tutte le sue amiche, alle sue compagne di squadra, a tutti quei ragazzi che sognano di diventare degli atleti professionisti e a tutto l’ambiente che gira intorno al mondo dello sci agonistico affinché non si debbano mai più commentare notizie così tragiche. Ancora oggi ci manca il respiro, ma lavorare per la Fondazione ci dà forza e coraggio e non potevamo andare avanti senza questo importante tassello. Confidiamo nel lavoro dei Magistrati e degli Esperti nominati dal Tribunale e siamo fiduciosi che sapranno ricostruire correttamente quanto accaduto, individuando se vi siano state carenze nelle misure di sicurezza e/o di prevenzione.
Proprio per questo e per il rispetto nel lavoro delle Istituzioni, riteniamo opportuno e corretto non commentare ulteriormente la vicenda processuale -sulla quale non rilasceremo ulteriori dichiarazioni- attendendo l’esito delle indagini in corso.






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