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La numero 1 del gigante francese Clara Direz ha voglia di… “volare!”

La numero 1 del gigante francese Clara Direz ha voglia di… “volare!” Sempre sorridente e solare, Clara Direz è una delle sciatrici più accessibili del circo bianco. L’atleta di Les Saisies, nella regione del Monte Bianco, che ora vive a Notre-Dame-de-Bellecombe, ha cominciato con le gare grazie alla passione dei suoi genitori e all’ambiente in cui è cresciuta.

«Mio padre (Lionel) ha sempre sciato ed è stato tanti anni responsabile racing per Dynastar. Mia madre (Agnès Marin Cudraz) ha gareggiato in Coppa Europa, ed entrambi sono maestri di sci.

Da noi in paese, lo sport che si pratica da bambini è lo sci. Mi piacevano le gare e avevo buoni risultati. Mi sono ritrovata a studiare prima a Beaufort, e poi ad Albertville, al pôle France. Lí si poteva sciare seriamente, e studiare in estate con insegnanti che ci supportavano e capivano quello che facevamo nello sport. È stato fantastico».

Dal Comitato alla squadra nazionale il passo per Clara è breve. Le premesse sono ottime: nel 2012 vince la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici Giovanili, a Innsbruck, in gigante. Disciplina in cui poi ha scelto di specializzarsi. O piuttosto, «é il gigante che ha scelto me. Sono sempre stata più brava in gigante che nelle altre discipline. Ho abbandonato completamente lo slalom dopo averci provato a lungo. È troppo difficile. E poi il gigante è la base», sottolinea.

È grande amante della montagna e del trekking «un’attività che resta nel mio ambiente, ma mi fa uscire dalla routine, mi fa pensare ad altro. Ho fatto anche arrampicate, vie ferrate, sul Monte Bianco, sull’Eiger». Crede molto nel lavoro di preparazione fisica e ama l’atletica: «mi piacerebbe andare a vedere qualche gara dei Giochi Olimpici di Parigi, quest’estate, di atletica e anche di arrampicata».

L’abbiamo incontrata a Soldeu, alcune ore dopo la prima manche del gigante. Aveva il miglior tempo, ma è uscita a poche porte dal traguardo. «Avendo visto gli intermedi c’è molta frustrazione. Ma penso che sia così che devo gareggiare. Non mi gioco la classifica di specialità, non ho niente da perdere. Mi sono divertita e nella mia prova c’erano cose buone, su cui posso contare per le due ultime gare di stagione».

Una stagione già molto positiva, in cui Clara, partendo con pettorali oltre il 40, ha scalato le classifiche. Nella seconda gara di Mt. Tremblant ha anche sfiorato per sei centesimi il podio.

FIS Ski World Cup 2019-2020. Clara Direz (FRA) vs. Mikaela Shiffrin (USA)
Sestriere (ITA) 19/01/2020
Photo by: Marco Trovati/Pentaphoto.

SESTRIERE, CRISI E NUOVA PROSPETTIVA

Podio che aveva già guadagnato il 19 gennaio 2020,  vincendo il parallelo di Sestiere. Un’esperienza che le ha insegnato tanto e che ricorda così: «questa vittoria mi ha aiutato a capire che i risultati arrivano quando meno te lo aspetti. Non è cercando a tutti costi di ottenere qualcosa, che si ottiene. A questa gara arrivavo con buoni risultati in gigante e mi sono ritrovata turno dopo turno a battere Mikaela (Shiffrin) e continuare fino alla fine. È stato un risultato inaspettato, per me come per gli altri».

La vittoria in Coppa del mondo le porta attenzioni, ma non scatta quel click mentale che le serve. «Le persone ti vedono in maniera diversa, i giornalisti ti cercano. Ma ho avuto difficoltà a servirmi di quella vittoria, perché mi dicevo che era un parallelo, c’era polemica su questa disciplina. È vero che ho anche avuto fortuna di essere stata sul tracciato più veloce.

Poi c’è stato il covid, non abbiamo finito nemmeno la stagione e in seguito mi sono ammalata». Dal rientro, nell’ottobre 2021, Clara ha combattuto nelle retrovie per due stagioni, e stava quasi per gettare la spugna. «Lo scorso marzo ero davvero vicina ad appendere gli sci al chiodo. Ho deciso solo a maggio di continuare, su riserva di fare le cose diversamente. Sono dodici anni che scio bene in allenamento e non in gara. Dovevo cambiare e mi sono anche affidata ad uno psicologo. Come dicevo prima, bisogna vedere le cose con meno aspettative e più leggerezza. Questo percorso con una persona che non é nello sci, ma con cui abbiamo lavorato più in profondità, per prendere la giusta distanza dallo sport, mi ha permesso di fare un grande passo in avanti».

Detto, fatto, quando meno te lo aspetti, ecco che Direz a ventinove anni, torna a fare risultati. Ma oltre all’approccio mentale, quest’anno è cambiato per Clara anche il contesto di squadra.

SENZA TESSA

Con il ritiro a primavera 2023 di Tessa Worley e Coralie Frasse-Sombet, Clara si è ritrovata da sola nella squadra francese di gigante. Una situazione inusuale per un’atleta di una grande Federazione come la Francia, e del tutto nuova per Clara, che ha perso riferimenti di primissimo piano, soprattutto con Worley. Spiega: «Tessa c’era sempre ed era una vera leader della nostra squadra. Ha un carattere molto generoso, potevamo chiederle di tutto e rispondeva sempre in maniera aperta e onesta sulla tecnica, su come affrontare le gare, su tante altre cose. In allenamento dava il massimo ed era un riferimento sicuro. É stata importante nella mia carriera, mi ha aiutato molto».

Ma avere in squadra una tale campionessa comportava che «i programmi erano sempre fatti su di lei, come era normale che fosse. Dato che era Tessa, e non noi, a giocarsi coppe e medaglie». Pur mancandole Tessa Worley come riferimento, compagna e amica, Clara confessa aver beneficiato di questa nuova situazione nel team: «da quest’anno ho trovato più spazio, il mio spazio. Gli allenamenti sono pianificati per le mie esigenze. Ho l’impressione di essere più ascoltata sui programmi e su tante altre cose. Mi sento di poter volare con le mie ali, e questo mi aiuta molto».

VOLARE

Non solo in senso figurato e sugli sci, Clara vola anche nella vita reale. «Mio padre è pilota privato, e vola come passatempo. Mi ha portato sin da bambina sui piccoli aerei. Da Megève, di fronte al Monte Bianco, volare in montagna è sempre uno spettacolo incredibile. Ho subito deciso di diventare anch’io pilota. Volare è la mia seconda passione (dopo lo sci). Ho studiato in funzione del brevetto e mi sono portata avanti nei corsi specifici quando sono stata fuori per tutta la stagione».

Dopo un paio infortuni gravi, come la rottura del legamento laterale del ginocchio destro nel novembre 2013 e quella del crociato dello stesso ginocchio nel febbraio 2017, la transalpina è stata colpita da un’embolia polmonare bilaterale nel settembre 2020, che l’ha costretta lontana dagli sci per tutta la stagione 2020/2021. «In quel periodo mi sono dedicata alla parte teorica, che è molto impegnativa, e mi sono organizzata anche per fare le ore necessarie di volo. Sono cosí già riuscita a diventare pilota commerciale. Questo mi aprirà le porte a tutte le compagnie aeree, quando avrò finito la mia carriera sugli sci. Ora vado a volare solo qualche volta, quando sono a casa, ma la pilota di aerei sarà il mio futuro lavoro».

LA NUOVA LEADER

Tornando al presente, Clara racconta come si è strutturato il suo team, tra cambiamenti e continuità. «Il mio skiman da questa stagione è (il piemontese) Bruno Grandi, che seguiva anche Doriane Escané. Ma essendosi infortunata, ora é dedicato solo a me. Bruno ha portato aria nuova, é molto propositivo e ha tante idee per nuove soluzioni con i materiali. È stato ottimo per me, quasi una nuova sfida. Quest’anno ho cambiato anche il preparatore atletico, che è Florian Buscarini.

Ci conoscevamo già bene, siamo amici. Lavora in maniera molto diversa dal mio precedente preparatore, e mi ha lasciato più autonomia, mi da molta fiducia. Posso condividere con lui i miei feed-back, ed é molto ricettivo. Penso questo sia importante. Sugli sci, il capo allenatore Jean-Noël Martin mi segue da circa dieci anni, mi conosce a memoria, cosí come l’aiuto allenatore, Pedro. Penso sia un buon equilibrio, non aver cambiato tutto lo staff, ma avere un mix tra persone nuove, ed altre che mi conoscono».

La nuova leader delle gigantiste francesi non si sente troppo responsabilizzata in questo ruolo e vede buone prospettive per il team. «Non mi sento una leader. Io penso alle mie gare, a quello su cui mi devo concentrare. Mi ritrovo con un gruppo di atlete molto più giovani ora. Un gruppo dinamico che va forte in slalom. Penso arriverà (a buoni risultati) anche in gigante, un passo alla volta. Le ragazze cominciano a far bene in Coppa Europa e conoscere le piste della Coppa del Mondo. Ci vorrà un po’ di tempo, ma penso che non resterò a lungo sola come gigantista».

Per finire, Clara svela di avere in programma qualche giornata con gli sci lunghi, nel periodo che precede le gare tecniche di Åre: «Farò anche qualche super-G di Coppa Europa. Ho anch’io un piccolo progetto velocità. Un po’ come Cyprien Sarrazin. Eh, magari, venissero fuori gli stessi risultati! Ah no, in ogni caso non potrei vincere a Kitzbühel!» scherza!

About the author

Andrea Cappelletti

Andrea Cappelletti, monzese, maestro di sci e un sacco di altre cose, è uno specialista in comunicazione, marketing sportivo ed eventi con esperienza internazionale nei settori dello sci, ciclismo, golf, sport motoristici, running, vela.
Ha forgiato la sua esperienza in grandi eventi tra cui i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 e nel ruolo di sport marketing & communication manager presso aziende leader di settore come Colmar, Lacoste Italia, Bushnell, Infront Italia, Bollè.
Collabora anche con lo staff organizzativo della 3-Tre, con le tv Eurosport e NBC Sports, è addetto stampa e manager di Lara Colturi e firma articoli sia per SciareMag che per Skiracing.com.

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