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Lake Louise: l’urlo di Francesca Marsaglia

Si è sentito un urlo fragoroso a Lake Louise, ma non quello di Nicole Schmidhofer o di Mikaela Shiffrin, bensì l’urlo di Francesca Marsaglia. Eh sì, perché prima o poi arriva il tuo turno quando arrivi alla cassa per incassare una gioia. Francesca è terza, splendidamente terza, suo migliore risultato della sua vita di atleta. Una vita tartassata dagli infiortuni che hanno interrotto troppo spesso la sua crescita tecnica sempre nei momenti peggiori. Ovvero quando sembrava che l’avvicinamento ai vertici fosse solo questione di abitudine.

Questa volta invece è arrivato fragoroso l’urlo di liberazione. E il tutto quando la gara sembrava ormai finita. Però quando il tempo è ballerino capita che esca il sole e che la neve si faccia più veloce. Metti questo e un’interpretazione magnifica sotto tutti i punti di vista e il podio arriva come un senso di liberazione.

Fino alla discesa di Roman Miradoli sembrava che Ester Ledecka potesse ripetere l’incredibile gara di ieri, poi è partita il numero nove, Nicole Schmidhofer che con un garone si è ripresa il trono. Questa la sintesi della seconda discesa di Lake Louise fino alla prova di Franci. Cronaca che però va riaperta ancor prima della discesa dell’Azzurra.

Perché Mikaela Shiffrin stava per cambiare tutto con una prova pazzesca fino a 20 secondi dal traguardo. Ha sporcato un’unica curva ma quella sbagliata perché immetteva sulla parte conclusiva pianeggiante. Da 3 decimi di vantaggio ne ha presi 13. Un secondo posto bellissimo per lei, ma quando guarderà le analisi si mangerà le dita.

Sarà contenta comunque Ester Ledecka che con una prova…, come dire, sempre divertente, ha sciato come ieri. Linee legate all’istinto e grande velocità. Ma oggi ha trovato quel peperino di Nicole che quando si mette di buzzo buono è quasi imbattibile. E poi quell’immenso monumento di tecnica e precisione che di nome fa Shiffrin a completare l’opera del podio.

Ma quando è arrivata sul traguardo Marsaglia se n’è dovuta andar via dal podio. 43 i centesimi di ritardo di Francesca, solo 13 quelli di Mikaela. Invece Ester rimane già dal podio per soli 2 centesimi.
Per ricapitolare, Schmidhofer, Shiffrin, Marsaglia, Ledecka. E se vogliamo continuare, Suter e Weidle.

Nessun’altra bandierina italiana tra le top ten. Una giornataccia per noi. Le nostre punte di diamante hanno sbagliato nello stesso punto. Nicol Delago ha preferito fermarsi perché con quella rotazione che ha fermato di fatto l’azione non aveva alcuna chance di fare il tempo.

Poi Sofia Goggia, dodicesima (+1″32), molto brava fino a metà, poi un errore via l’altro, sempre al limite dell’uscita. Perché sta nel suo animo rischiare sempre al massimo. Ma ne ha combinate troppe e il ritardo è stato implacabile.
Elena Curtoni ha sciato bene solo a tratti ma la sensazione è che stia recuperando la confidenza con la velocità. Oggi ha concluso al 18esimo posto a 1″80 di ritardo: 3″19 infine, il ritardo di Nadia Delago


About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).