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Maestro di marketing

Sciare 1 gennaio 2011 – Tra quindici giorni i maestri di sci italiani avranno la possibilità di dimostrare al mondo il valore della nostra tecnica e la saggezza della nostra didattica. Si esibiranno a Sankt Anton, tempio dello sci, in occasione della diciannovesima edizione dell’Interski, l’Olimpiade delle scuole. Non si assegnano medaglie né trofei, ma un podio viene quasi sempre designato. Viene idealmente premiata l’idea che ha un significato enorme per la scuola che studia il proprio progetto ogni quattro anni. Questione di onore, valore ormai perduto nel suo significato antico, quando l’aristocrazia lo considerava determinante quanto la fedeltà. Passateci la memoria e lasciateci dire che la scuola italiana sci appartiene alla nobiltà dell’insegnamento. Assieme a quella austriaca certamente che comunque esprime uno stile diverso. All’Interski però, essere conti o baroni vale poco, poiché ai maestri di tutto il mondo si chiede un sistema capace di stupire gli sciatori oggi poco attratti dal piegamento e dalla distensione, termini ed esercizi desueti ma ancora impressi nella mente di tanti sciatori. Così più ci si allontana dalla tecnica più i valori si appiattiscono. I nostri lo sanno e a Sankt Anton presenteranno un lavoro costruito attorno al bambino, il cliente numero uno un po’ per tutti i paesi. È un progetto intelligente e coraggioso perché è forse la prima volta che la scuola italiana abbandona il suo terreno preferito, ovvero l’ostinata ricerca dell’interpretazione perfetta della curva, dove è sempre stata eccezionale. Non è un campo a noi favorito ma siamo certi che ritorneremo in patria gonfi di soddisfazione. Un’occasione da prendere al volo, da usare e sfruttare al massimo. Uno stimolo per il maestro mentalmente lontano dal ruolo che forse non si accorge di recitare, ovvero quello dell’imprenditore e non solo di se stesso. La scuola è un ingranaggio fondamentale della catena turistica, pertanto deve poter offrire la più alta immagine possibile da consegnare agli esperti del marketing. Per il maestro questa attenzione al mercato è una forzatura, forse addirittura una violenza, perché ai corsi di formazone gli istruttori Nazionali insegnano la tecnica, la didattica e la metodica e altre materie del settore. Purtroppo sciare bene non basta più per attirare nuovi clienti. Non ci si può nemmeno proporre come adoni della neve, sfoderando quel fascino che fino a ieri scuoteva i sensi di tante belle allieve. Insomma, sotto al distintivo, marchio indelebile di garanzia tecnica, deve esplodere una figura più furba sebbene sempre autentica. Una stazione deve poter dire «venite da noi perché abbiamo i maestri più bravi del mondo». Ma poi sapere che in quel «più bravi» c’è, sì, il saper fare le curve ma anche il saper stare con il cliente. Per poter sfruttare questo formidabile strumento di marketing serve la massima collaborazione delle scuole, chiamate a partecipare a un progetto turistico ampio. Anche perché il conto economico espresso dal comparto scuola sci è elevato, ma ha la possibilità di crescere ulteriormente. Ecco due calcoli: ogni maestro fa in media 500 ore; in ogni ora insegna mediamente a due persone, le quali parlano di lui e della lezione con almeno altre due. Direttamente e indirettamente ogni Maestro di Sci viene a contatto con 1000, 2000 turisti a stagione. I Maestri di Sci sono circa 8000. La somma che ne viene è decisamente rilevante: milioni e milioni di persone. Un potenziale enorme e straordinariamente concreto nel diffondere la bellezza della montagna invernale assai più forte ed efficace del logo stesso dell’Unesco, che le località dolomitiche ormai stampano pure sullo zerbino davanti all’hotel. Il Maestro di Sci è un’icona preziosa incastonata nell’idea comune di chi allude allo sci. Se un appassionato scia bene, gli si dà del «maestro». Se un buon tennista possiede ottimi colpi, lo si paragona a Nadal. Eppure il tennis, il maestro, ce l’ha. Tuttavia, oggi, il Maestro di Sci è proposto come un servizio, al pari di un noleggio o di una sauna. Certamente il Maestro oltre ad essere una «offerta turistica» è anche un essere pensante, ma purtroppo Dio non gli ha voluto dare il dono dell’imprenditorialità, per cui, una volta che ogni sua ora di lezione è stata onorata, il proprio scopo di vita professionale è terminato. Così non funziona più e la dimostrazione più lampante è sotto gli occhi di tutti quando flotte di maestri stranieri, in possesso di capacità didattiche e tecniche primitive, portano sulle noste piste i «loro» clienti. Sono abilissimi a violare le regole scritte a livello internazionale da alcuni paesi (Italia, Austria, Francia e pochi altri), e la fanno quasi sempre franca. Al turista straniero sta bene così, perché non ha la «nostra» mania di perfezione. È seguito dalla mattina alla sera e non solo per due ore di lezione al giorno. Sta bene anche alle località turistiche alle quali non par vero di ospitare clienti, occupare posti in albergo e staccare skipass. Le budella del maestro italiano si attorcigliano sempre più e l’unico rimedio sembra essere una spalla sulla quale piangere o una testata da dare contro il muro (col casco). Dunque che fare? Le istituzioni di riferimento hanno due possibilità: urlare sempre più il proprio sdegno e aumentare il controllo militare sulle piste, oppure trovare un’apertura tecnica e collaborativa con i maestri degli altri paesi. Anche perché la legge è molto debole per questo genere di situazioni e la Comunità Europea potrebbe intervenire sulla questione imponendo un sistema più libertino che libertario. C’è ancora un po’ di tempo per pensarci su. Il tempo di gustarci l’Interski dove i nostri «eroi» cercheranno di difendere quell’onore che il marketing, indispensabile com’è, non vede l’ora di usare.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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