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Marta Giunti ancora sulle stampelle. Ma sentite che reazione…

Non aggiungiamo nulla se non le parole scritte dalla stessa Marta Giunti che si ritrova ancora sulle stampelle. Ma sentite che reazione…

Ancora una volta. Una volta ancora. Si, eccomi qua. Appoggiata nuovamente su due stampelle e su quel ginocchio destro che tanto mi ha fatto soffrire in questi anni.

Adesso i ruoli si sono invertiti, dovrò fidarmi di lui per un bel po’ perché ora è il turno del sinistro: legamento crociato rotto, così come il collaterale, il menisco e chi più ne ha più ne metta.

Vorrei potermi fidare di chi mi dice “tornerai più forte di prima”, “dagli infortuni si impara”, “sono queste esperienze che ti fanno crescere”. Stanno mentendo.

Come si fa a tornare più forti di prima quando ti manca un pezzo? Quando non puoi allenarti? Quando passi le giornate a fare ciò che dovrebbe essere solo il tuo banale riscaldamento?

Chi l’ha vissuto sa che non è possibile.
Sa che cosa si prova in quel momento, quando realizzi che quel male lancinante non è una semplice botta: è un interruttore che azzera tutto. Il flusso di pensieri, domande, prospettive improvvisamente si blocca.
Improvvisamente vuoto.

La mattina ti alzi senza la tua routine, senza il pensiero di quella amata quanto maledetta curva da migliorare, senza un bilanciere da mettere sulle spalle o un attacco da far scattare sotto lo scarpone.

Vuoto. Chi l’ha vissuto sa. Sa che stanno mentendo.
Ho intenzione di crederci però. Tornerò più forte di prima, imparerò anche da queste, nuove, cicatrici.
Ho intenzione di crederci, ma con la consapevolezza che sia solo un’illusione.

Dagli infortuni non si torna più forti, si torna diversi.
Non meglio,
Non peggio,
Diversi.

In occasione del suo primo infortunio, gennaio 2019 aveva scritto: Una discesa libera, un salto, un atterraggio sbagliato, un ginocchio rotto. Un attimo e tutto crolla. Una manciata di giorni per realizzare e metabolizzare.
Ed eccomi qua, con due stampelle rosse e un sorriso. È vero, non c’è un c**** da ridere, ma mi hanno detto che con un sorriso si può risolvere tutto.. Sia mai che valga anche per i crociati.


Per la cronaca, l’incidente è avvenuto durante un allenamento in Senales. Una classica quanto improvvisa scivolata sull’interno ed ecco che la lamina esterna si aggancia! E quando capita questo lo sci fa perno e il ginocchio ruota forzatamente all’interno. Martedì, se tutto andrà bene, sarà operata.


Noi crediamo che a questa splendida ragazza vada eretto un monumento sportivo. Non tanto per la sua stoicità, ma per la capacità di trasmettere, con poche parole, il senso di dolore e positività allo stesso tempo. E questa è una vittoria!

Marta Giunti è Toscana di Empoli, Classe ’97, in forze alle Fiamme Oro di Moena

Marta Giunti ancora sulle stampelle Marta Giunti ancora sulle stampelle

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).