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Max Perathoner, il dna da papà Alan e mamma Ylvie Runngaldier, la tecnica da K.H. Goller

Si sente un inconfondibile tintinnio di bicchieri quando Alan Perthoner risponde al telefono. Hei Alan, una medaglia d’oro è entrata in casa vostra, state preparando un brindisi?“.
“Veramente sto sistemando i bicchieri nella lavapiatti. Brinderemo quando finiamo sistemare”
Alan è papà di Max Perathoner, neo campione Mondiale Junior di SuperG, e Ylvie Runggaldier è la mamma, entrambi ex Azzurri tra la fine degli anni 90 e i primi del 2000. Lui ottimo slalomista, con un 10° posto ottenuto ad Aspen come migliore risultato in Coppa del Mondo; lei decisamente discesista. Non riuscì mai ad andare a punti in Coppa del Mondo ma ha un podio e posizioni di vertice in Coppa Europa. Assieme gestiscono l’hotel Passo Sella Dolomiti Resort (con Stuffer) e a Selva con il Garmì Hotel La Bercia. Ed ecco il perché del ticchettio…

Siete riusciti a vederlo?
Sì certo, è stato bravo, dai. Adesso spero tanto gli facciano fare anche il gigante. Secondo me se lo merita.

Lo avete tirato su voi sugli sci?
No mai, ci sono gli allenatori bravissimi qui da noi, come Karl Heinz Goller del Gardena

Come mai non è slalomista come te? ha preso dalla mamma?
Per ora sembra ben portato per la velocità ma ha sempre fatto tutte le specialità.

Prima di partire vi ha detto: “ciao, vado e vinco?”
Questo no, ma sicuramente fare medaglia ai Mondiali Junior era il suo primario obiettivo di quest’anno. È un bravo ragazzo, si impegna e fa sempre tanti sacrifici.

Il fratellino più piccolo Mika segue le sue orme?
No, lui gioca a calcio, ma è il suo primo tifoso. Ogni tanto gli testa gli sci da discesa!

Max è nato nello Sci Club Gardena e, come tanti in valle, ha frequentato l’Ite Raetia di Ortisei, ski college che permette di studiare con piena libertà di portare avanti lo sci. Dunque, l’ultimo tecnico a seguirlo prima che entrasse in squadra nazionale, a partire dal primo anno aspiranti, è stato Karl Heinz Goller.

Karl, è anche un po’ tua la medaglia?
È tutta sua, ci mancherebbe.

È un attaccante nato?
È sempre stato molto deciso. Fin da piccolino si vedeva che aveva quel qualcosa che presupponeva la carriera di atleta. I geni di mamma e papà li avrà pure!

È velocista puro?
La cosa buffa è che andava piò forte in slalom. Probabilmente lo ha portato su questa strada Ylvie, sai, come sono le mamme. Lei poi sa benissimo cosa significhi fare la discesa! Bravo anche in gigante, ma poi, man mano che ha proseguito il suo percorso si vedeva che ne aveva anche in velocità. Me n’ero subito accorto nelle prime Fis Giovani.

Si ammazza di pali in allenamento?
No, anzi, fa quello che deva fare ma da ragazzino non si distingueva per questo, anzi mi sembrava un po’ mammone ogni tanto. In allenamento in gigante usciva sempre poi però in gara si trasformava e finiva spesso sul podio. Comunque è anche giusto che lo sci non diventi un’ossessione a quell’età. È adesso che il gioco si fa duro, quando si entra in squadra. 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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