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Atomic Media Day: Sofia Goggia e la goccia che scava nella roccia

Atomic Media Day: Sofia Goggia e la goccia che scava nella roccia.
Oggi è andato “in onda” il tradizionale Press Day by Atomic. Fino al periodo pre pandemico si organizzava direttamente ad Altenmark ma da tre anni si è trasformato in un evento video-mediatico che di fatto non ha alterato il significato di questo momento di incontro tra i grandi campioni del team austriaco e la stampa internazionale. Ben nutrita la rappresentanza di Casa Italia con Sofia Goggia, Nadia Delago, Alex Vinatzer e Davide Magnini.

Ecco Sofia che ci parla della trasferta sudamericana
Ho fatto proprio un buon blocco di lavoro. Avrei voluto cimentarmi un po’ di più in gigante, ma avrò tempo di farlo in Europa. Di contro mi sono concentrata parecchio sulla velocità e le risposte sono assolutamente positive.

Parli di gigante perché torna a essere un obiettivo?
Cercherò di avere un approccio un po’ diverso, meno disperato alla rincorsa di un risultato che magari non c’è ancora nelle mie corde. Quindi uscirò dal cancelletto con maggiore serenità, perché è questa la chiave che uso quando cerco la necessaria stabilità nelle gare veloci. Quindi, sì, mi vedrete anche tra le porte larghe, magari non proprio in tutte le gare, ma in base a come starò fisicamente, al calendario e alle energie.

A proposito di fisico, il ginocchio rompe ancora le scatole?
Devo sciare con la consapevolezza di avere un crociato che ama giocare a nascondino. Non è un incubo, ma ogni tanto una telefonata a Panzeri la faccio. Allora vado da lui, mi visita e la risposta è sempre la stessa. Mi dice, se uno specialista che non conosce il tuo percorso vede la risonanza, ti opera subito, ma dal momento che i test clinici offrono dati di un’adeguata stabilità, togliti le paranoie e vai!

Dunque, ci vuole anche un lavoro mentale?
La mia testa e la mia gamba vanno di pari passo. Come dire, la fiducia della gamba è la fiducia in sé stessi. Esiste sempre una stretta correlazione tra l’espressione tecnica e la propria realtà emotiva. Dunque, c’è solo una cosa da fare: sci in spalla è andare!

Invece a livello atletico hai cambiato qualcosa? Sembri più snella a livello muscolare.
Il peso è sempre quello, tra i 71 e 72 chili. Ho però cercato di capire perché facevo fatica a gestire la massa grassa. Mi sono sottoposta a test specifici lavorando tante ore a un determinato battito cardiaco che mi ha permesso di bruciare esclusivamente i grassi senza andare a interferire sull’impianto muscolare. Posso dire di essere soddisfatta dei risultati ottenuti.

La coppia Goggia-Agazzi funziona bene?
Ci conosciamo da una vita perché Luca è sempre stato nella bergamasca anche quando ero piccola. Da allenatore ha avuto una crescita davvero ottima, lavorando con atlete top, a partire da Lara Gut fino alle canadesi. Quando poi ci è stata data la possibilità di scegliere un allenatore di riferimento ho avuto ben pochi dubbi. Comunque, Rulfi è spesso con noi in pista. Si tratta più che altro di un lavoro individualizzato. Non sono tre team privati separati, stile Vlhova o Shiffrin, poiché ci sono occasioni nelle quali capita di lavorare assieme, sia con Federica e Marta, ma anche con le altre ragazze della squadra. Quando si raggiunge un determinato rendimento di risultati, offrire all’atleta tutto ciò di cui ha bisogno credo sia necessario se si vuole competere a certi livelli. È un sistema che oggi avviene in quasi tutti gli sport.

A che altezza hai messo l’asticella per la prossima stagione?
Non mi sono posta obiettivi in termini di risultati. Mi piacerebbe tanto avere quella continuità che ho spesso inseguito senza poterla raggiungere fino in fondo. Come a dire, la goccia scava la roccia non per la sua forza ma per la sua costanza. Io la roccia l’ho sempre scavata però arrivandoci come un torrente in piena. Ecco diventare quella goccia è il mio obiettivo personale che si riversa anche sugli sci.

A proposito di sci, come si è evoluto nel corso di tanti anni il tuo rapporto con Atomic?
Un rapporto splendido. Babi (lo skiman Barnaba Greppi) ed io facciamo gli sci di velocità sia per la discesa che per il superG. Osserviamo tanto e cerchiamo di creare modelli, dalla sciancratura alla struttura che ci permettano di avere una determinata resa. Anche per questo Atomic è uno sci altamente performante. Ci lasciano interagire particolarmente bene con gli ingegneri dell’azienda che sviluppano ciò che chiediamo. Posso dire che siamo riusciti a vederci sempre abbastanza bene, perché anche tanti altri atleti si affidano ai modelli realizzati secondo le nostre direttive.

Se ti volti indietro, vedi all’orizzonte una Goggia di domani?
n velocità siamo un’ottima squadra anche a livello giovanile. Nadia e Nicol Delago sono una buona garanzia, perché non vinci un bronzo olimpico per puro caso. Anche Laura Pirovano è molto brava, sperando che finisca anche lei di farsi male! Crescendo si ritroveranno all’interno di un’ottica di lavoro sempre maggiore. Non dico che oggi non sia così, ma se riesci a raggiungere l’elite assoluto è necessario proprio cambiare mentalità. Sta nell’ordine delle cose dell’evoluzione di un’atleta che necessita però di tempo.

Ci hai messo invece poco a creare il personaggio Babi coi tuoi Fans!
Ho creato un mostro, hai visto? Sono bastati un paio di video… È incredibile come si sia plasmato il rapporto con i miei tifosi. È diventato così friendly che oggi mi fermano per strada per dirmi: “Ciao Fans”. Questo lato umano, sì, mi dà tanta carica, tanta energia. Io mi sento molto vicina alle persone che mi supportano, mi sento una di loro. Non si è instaurato quel rapporto classico che esiste tra il tifoso e l’atleta quando è visto come il grande campione. È tutto molto terra a terra, semplice, vero, specchio fedele di come sono io, persona che cerca di fare bene una cosa anche se a dire il vero non ho ancora imparato a sciare come vorrei.

Alla Coppa del Mondo ci pensi?
Noi ci pensiamo, poi vedremo. Rulfi mi aveva detto: ci abbiamo provato e non è andata, ma dovevi vederlo negli occhi! Io gli ho risposto: “Ci abbiamo provato, ci riproveremo!”.

Foto: @imsofiagoggia instagram Atomic Media Day: Sofia Atomic Media Day: Sofia Atomic Media Day: Sofia

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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