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Mental coach: allenare il corpo o la mente?

Quando si parla di allenare la mente, spesso si pensa a sessioni di calcoli, rompicapo e quiz finalizzati a migliorare il proprio Q.I. (Quoziente Intellettivo). Non è così raro, infatti, trovare attività su riviste o console digitali che promettono di mantenere in forma il nostro cervello.

E qui abbiamo il primo, grosso, punto da analizzare: mente e cervello sono la stessa cosa? Spesso vengono utilizzati come sinonimi ma non è così.

Se per cervello intendiamo, comunemente e correttamente, l’organo principale del sistema nervoso centrale, per il termine mente non possiamo limitarci ad una mera sovrapposizione di significato.

Se cercassimo sul dizionario, troveremmo che la mente è «Il complesso delle possibilità e dei contenuti intellettuali e spirituali dell’individuo». Insomma, qualcosa di più di un semplice (per quanto complesso!) organo. Ma ciò non basta, secondo la embodied cognition theory, semplificando, la mente è incarnata nel corpo.

Riflettiamo: la mente è nel corpo, significa quindi che corpo e mente sono la stessa identica cosa. Significa uscire da un dualismo che ci portiamo dietro da secoli e accettare l’idea che allenare la mente significhi allenare il corpo e, soprattutto, che allenare il corpo significhi allenare la mente.

Processi emotivi, cognitivi e percettivi, sono in funzione del corpo, della corporeità. L’atleta di alto livello, così come lo sportivo amatoriale, allena inconsapevolmente la mente da sempre, ogni volta in cui allena il proprio corpo.

Costrutti come la motivazione, la leadership, la capacità di concentrazione, non possono essere scissi dal proprio corpo. La concentrazione è nel corpo, così come la motivazione è in funzione del nostro stato di forma. La lucidità mentale, la capacità di decision making, dipendono dalla stanchezza o dalla freschezza fisica, e così via. Allenare la mente senza conoscere il proprio corpo risulterebbe, quindi, completamente disfunzionale e inutile.

È necessario perciò abbandonare l’idea che l’allenamento mentale sia da relegare a specifiche sedi, riducendolo all’allenamento cognitivo. Bisogna invece accogliere una visione integrata dell’allenamento, dove le diverse componenti sono facce diverse di uno stesso dado.

Viene da sé, quindi, che non possa esistere allenamento tecnico senza allenamento atletico, allenamento tattico-strategico senza allenamento mentale, e così via. Lo psicologo dello sport, il mental coach, deve collaborare con l’allenatore, condividendo principi e modalità. D’altra parte, l’allenatore deve conoscere i rudimenti della preparazione mentale ed inserirli nei propri programmi.

Lo sciatore amatoriale deve sapere quanto impatti la propria mente sulla giornata di sci, deve saper riconoscere i segnali di stanchezza mentale così come sa riconoscere quelli di stanchezza fisica. L’atleta agonista, così come il professionista, deve saper impostare periodi di carico mentale e periodi di scarico, così come fa con l’allenamento atletico.

È importante, fondamentale, assumere una visione integrata dell’allenamento, per permettere ad ognuno di ottenere e replicare le proprie peak performance, che sia un professionista, un dilettante o un amatore.


MATTEO VAGLI
Psicologo, specializzato in Psicologia dello Sport. Si occupa di qualità della vita e benessere individuale, lavora con atleti agonisti e non sul potenziamento delle performance e delle risorse individuali. Psicologo Esperto della Scuola Regionale dello Sport del CONI Lombardia, docente presso l’Università eCampus del corso «Motivazione e Crescita personale» e «Comunicazione e public speaking», docente di «Psicologia generale e motivazione» presso il CPS-MT (Centro Professionale Sociosanitario Medico – Tecnico) di Lugano, formatore d’aula sulle tematiche tipiche della psicologia dello sport, del mondo corporate e della psicologia dell’apprendimento. È inoltre responsabile della formazione presso Artademia e collabora con diverse aziende in qualità di consulente HR (coaching, HR management, etc.).  Mental coach: allenare il 

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Matteo Vagli

Psicologo, specializzato in Psicologia dello Sport. Si occupa di qualità della vita e benessere individuale, lavora con atleti agonisti e non sul potenziamento delle performance e delle risorse individuali. Psicologo Esperto della Scuola Regionale dello Sport del CONI Lombardia, docente presso l’Università eCampus del corso «Motivazione e Crescita personale» e «Comunicazione e public speaking», docente di «Psicologia generale e motivazione» presso il CPS-MT (Centro Professionale Sociosanitario Medico - Tecnico) di Lugano, formatore d’aula sulle tematiche tipiche della psicologia dello sport, del mondo corporate e della psicologia dell’apprendimento. È inoltre responsabile della formazione presso Artademia e collabora con diverse aziende in qualità di consulente HR (coaching, HR management, etc.).