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Predazzo: dopo il test event, i trampolini olimpici sono pronti!

C’è un’immagine che da Predazzo sale leggera nell’aria di settembre: un atleta che vola, sospeso sul filo tra terra e cielo. È la fotografia di un sogno che si misura in gradi, centimetri e parabole: quella del FIS Nordic Summer Festival, il test event che ha messo alla prova i nuovi trampolini in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026.

Dietro quella gara c’era un obiettivo preciso: verificare ogni dettaglio tecnico e ambientale di un impianto che non serve solo a far volare, ma a garantire sicurezza e perfezione meccanica.
Un collaudo pienamente riuscito, seppur offuscato dalle tre cadute nelle gare femminili — incidenti che hanno coinvolto atlete di primo piano come Eva Pinkelnig, Alexandria Loutitt e Haruka Kasai.

All’indomani dell’evento, il comitato Nordic Ski Val di Fiemme, guidato da Luca Gianmoena, e la FIS con il race director Sandro Pertile, si sono seduti attorno a un tavolo.
Niente allarmismi, ma analisi: verificare, capire, correggere.
Un metodo che da sempre distingue la Val di Fiemme, laboratorio di efficienza e passione nordica.

La precisione e l’aria sottile

Il primo passo è stato confrontare il progetto originale con la realizzazione effettiva.
Risultato: i trampolini sono perfettamente costruiti secondo il manuale FIS.
Ma c’era un altro elemento da considerare — l’ambiente.
Predazzo, spiega Pertile, “è tra i trampolini più in quota del panorama mondiale.
L’aria, soprattutto d’estate, è più rarefatta e questo modifica la resistenza aerodinamica.
A ciò si aggiunge il vento del mattino, che soffia da dietro rispetto al trampolino e spinge gli atleti verso l’alto.
La combinazione di questi fattori fa ‘piombare’ gli atleti in atterraggio, come si dice in gergo”.

Ecco allora la decisione: ridurre di 0,5° l’angolo del dente su entrambi i trampolini.
Un’operazione millimetrica, resa possibile grazie ai martinetti a vite integrati nella struttura.
Il Normal Hill passa da 11° a 11,5°, il Large Hill da 11,5° a 12°, portando le nuove classificazioni a HS 107 e HS 141.
Un intervento analogo, ricorda Pertile, “era già stato eseguito anche a Planica, Tschagguns e Seefeld. È la logica della precisione: ogni trampolino ha un suo respiro.”

Un salto più sicuro

Nel frattempo, la FIS è intervenuta anche sulla regolamentazione delle tute femminili, allargando la circonferenza all’altezza del cavallo per ridurre la lunghezza del salto e favorire un atterraggio più controllato.
Un piccolo aggiustamento che può cambiare tutto, come sa chiunque abbia passato una vita a studiare la parabola di un volo.

I test successivi, eseguiti con atleti locali, hanno confermato la bontà delle modifiche.
Ora si guarda al prossimo appuntamento, il 23 dicembre, quando Predazzo ospiterà i Campionati Italiani Open di salto e combinata nordica: il collaudo definitivo prima delle Olimpiadi.

Collaborazione e fiducia

Sandro Pertile ha espresso grande soddisfazione: “Il lavoro di squadra tra FIS, amministrazione comunale di Predazzo e comitato organizzatore è stato impeccabile.
Non sono emerse difformità strutturali e questo conferma la qualità dei lavori.
Lo stadio del salto è pronto per un grande futuro, anche oltre Milano Cortina 2026”.

Sulla stessa linea Luca Gianmoena, sport manager del salto e della combinata nordica, ex atleta come la sorella Veronica, oggi tra le migliori azzurre.
“I lavori di sistemazione dopo il test event sono terminati.
Abbiamo già effettuato salti di verifica dopo la variazione del dente: gli atleti hanno percepito la differenza nella parabola.
Ora attendiamo la neve, che cambierà ancora le condizioni, ma affrontiamo i Campionati Italiani con fiducia.
Molte squadre straniere ci hanno già chiesto informazioni: sarà un evento ‘open’, di altissimo livello.”

Un trampolino verso il futuro

Predazzo non è solo un impianto, ma una storia di precisione e passione.
Qui ogni grado d’angolo e ogni folata di vento vengono studiati come in un laboratorio.
Perché dietro ogni volo riuscito c’è una somma di numeri, ma anche un’emozione irripetibile.
E in quella scia che taglia il cielo, forse, c’è ancora l’eco di una canzone:

«E incominciavo a volare nel cielo infinito».

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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