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Rovereto accoglie il viaggio sportivo e culturale verso Milano Cortina

Ad accompagnare l’Italia verso i Giochi di Milano Cortina 2026 non ci sono soltanto i cantieri e le grandi organizzazioni sportive: c’è anche un percorso di iniziative culturali e sportive che danno voce ai territori. In questo viaggio simbolico, promosso dalle Unioni Nazionali Veterani dello Sport insieme ai Panathlon Club, ogni tappa diventa occasione per riflettere sul valore delle Olimpiadi e sul loro lascito. Dopo gli appuntamenti già celebrati in altre città, martedì 16 settembre sarà la volta di Rovereto, con l’incontro in programma al Teatro Zandonai intitolato “Milano Cortina: in cammino verso febbraio 2026”.

A guidare la serata sarà la voce inconfondibile di Franco Bragagna, giornalista olimpico di RaiSport, capace come pochi di trasformare lo sport in narrazione. Sul palco, un mosaico di interventi che intrecciano istituzioni, storia e vissuto olimpico: Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento; Alex Tabarelli, presidente del CONI Bolzano e membro della Commissione Olimpiadi; Gianpietro Ghedina, già sindaco di Cortina.

Non mancheranno riflessioni di respiro più ampio: il maestro dello sport Livio Guidolin ripercorrerà il cammino delle Olimpiadi nel tempo, mentre Tiziano Mellarini, già assessore al turismo, ricorderà il ruolo delle Dolomiti come palcoscenico naturale di eventi e ambasciatrici di bellezza. Lo sguardo verso il 2026 sarà invece affidato a Giovanni Malagò, presidente della Fondazione MICO 2026, e alle esperienze organizzative di Sergio Bettotti e Tito Giovannini. Infine, Cristian Sala offrirà la sua riflessione sul lascito dei Giochi per il territorio trentino.

Ma saranno soprattutto le voci degli atleti a dare spessore alla giornata: Franco Nones, Giorgio Vanzetta, Lidia Trettel e Cristian Zorzi, simboli di un’Italia che sa emozionare e che nelle Olimpiadi ha trovato la massima consacrazione.

Accanto a UNVS e Panathlon, l’iniziativa porta anche la firma di Olympic Media 2026 Trentino-Alto Adige Südtirol, la comunità di 80 giornalisti della regione che hanno avuto l’onore di seguire almeno un’edizione olimpica. Un numero che, con suggestiva coincidenza, è quasi pari a quello degli atleti locali saliti sul podio olimpico: due facce della stessa medaglia, chi lo sport lo ha praticato fino a vincere e chi ne ha custodito la memoria con le proprie cronache. Un valore professionale e umano riconosciuto anche dal patrocinio dell’AIPS (Association Internationale de la Presse Sportive), che, presieduta dal “nostro” Gianni Merlo, in carica dal 2005, conferisce all’evento un sigillo di prestigio e respiro internazionale.

Il cammino verso Milano Cortina non è fatto solo di infrastrutture e numeri, ma di persone, storie e comunità. Ed è proprio questo il senso dell’iniziativa portata avanti da UNVS e Panathlon: creare occasioni di dialogo e condivisione, affinché i Giochi non siano soltanto un grande evento sportivo, ma anche un’opportunità di crescita civile e culturale. Rovereto è solo una tappa: molte altre seguiranno, a testimoniare come l’attesa olimpica si stia trasformando in un viaggio collettivo che unisce città, territori e generazioni.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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