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Sciare 50 anni – 2° – Aspettando la Valanga

La Valanga Azzurra non esiste ancora e gli anni che precedono questo «monumento nazionale» vivono di alti e bassi.
Nel ‘68 ci si prepara all’appuntamento olimpico di Grenoble. Come spesso è accaduto, le polemiche prendono fuoco. C’è sfiducia attorno alla squadra Azzurra, anche perché ai Mondiali dell’anno prima disputati a Innsbruck non è arrivato nulla. C’è un lento e confuso passaggio di consegne che sta per avvenire tra il presidente federale Oneglio e il «giovane» Fabio Conci, ma nel frattempo la squadra sembra un po’ abbandonata a se stessa e ci si appoggia sui ricordi della medaglia d’oro conquistata da Carletto Senoner ai Mondiali di Portillo del ’66.
Un articolo pubblicato il 1° gennaio, ci presenta la squadra azzurra con la firma di Walter Tobagi. Il cittì Nogler, incalzato dal compianto giornalista della politica italiana, sostiene che la Grande Italia verrà fuori dopo Grenoble. Di giovani ce ne sono tanti, ma gli allenatori Milianti e Pedroncelli non vogliono rischiare di bruciare possibili speranze di domani, così ci si appoggia sui soliti nomi ormai giunti a fine carriera: Carletto Senoner, Gerard Mussner, Ivo Mahlknecht e Giustina Demetz. Per quano riguarda il fondo, Tobagi si affida alle speranze di Vittorio Strumolo che ritiene di potersi giocare una sola carta forte: Franco Nones. Se nel salto non v’è alcuna

Un articolo sulla situazone azzurra di Coppa del Mondo scritto da Walter Tobagi
Un articolo sulla situazone azzurra di Coppa del Mondo scritto da Walter Tobagi

speranza, il bob è uno dei nostri terreni preferiti. Come sostiene il papà del bob, Cesare Bonvini, dopo i Mondiali del ’54 l’Italia ha portato a casa, tra Olimpiadi e Mondiali, 13 ori, 16 argenti e 5 bronzi. Nel budello dell’Alpe d’Huez, un nome su tutti, Eugenio Monti, il rosso volante che però dovrà fare a meno del «suo» frenatore Sergio Siorpaes.
Secondo ogni previsione, l’Italia dello sci alpino torna in patria a mani vuote, brilla invece Eugenio Monti che conquista, per la prima volta, due ori olimpici, mentre dallo slittino arriva il bronzo di Erica Lechner. E poi quella splendida medaglia di Franco Nones.
Tornando allo sci alpino, ai Campionati Mondiali Juniores c’è un ragazzotto di Trafoi che fa incetta di medaglie: oro in discesa, oro in gigante, oro in slalom! Inizia l’epoca di re Gustavo che si presenta in Coppa del Mondo e conquista subito la classifica del gigante, concludendo al terzo posto nella generale. Basta attendere una stagione per vedere Gustavo Thöni sollevare al cielo la sua prima Sfera di Cristallo, impresa che si ripete l’anno successivo e l’anno dopo ancora. Il 1974 è un anno importante per lo sci azzurro perché nasce un altro campione, invenzione di Luciano Panatti, Herbert Plank che si fa vedere a 19 anni sulla Oreiller-Killy. Un articolo firmato da Gigi Cavalli, termina così: «L’Italia ha dunque un campione in più e Gustavo Thöni un nuovo rivale».

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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