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Sciare 50 anni – 9: Colmar, Samas, La Font, Brunik…

Lo sci Moda 82/83 porta sulla neve tutto lo chic di una festa in abito lungo: fili d’oro e d’argento, arabeschi, tessuti «effetto seta», i bottoncini che brillano, stelle e baiadere. I giacconi diventano preziosi: dopo lo sci lasciano la salopette tecnica e si sposano disinvoltamente alle paillettes da discoteca. Per contro, chi ama lo stile aggressivo attinge alla linea «parà». Capi accessoriatissimi, zippati, super imbottiti, con mille profili. Arriva l’impossibile: il duvet-camicia. Nei colori non c’è via di mezzo: super-soft o super-decisi. Insomma: è l’anno delle scelte drastiche. Tra tante aziende riesce a imporsi bene la Brunik, marchio dei fratelli Brunelli di Bergamo. Alcide è l’ariete e cura molto l’aspetto tecnico che non deve sottostare alle esigenze 020tecniche. Nel ’77 la produzione conta 126 mila capi che diventano 200 mila dopo due anni. A Sesto San Giovanni c’è la Gigi Rizzi, ditta giovane ma non così grande. Il successo è clamoroso e nel giro di due stagioni aumenta la produzione dell’80% pur non riuscendo a stare dietro alle richieste, molte delle quali dall’estero. In quel di Biella invece scoppia il fenomeno Fila, anzi, il Maglificio Biellese Fratelli Fila. Nel ’73 l’intuizione di dedicarsi al tennis, quindi all’alpinismo, allo sci e al nuoto. Dopo 4 anni i dipendenti passano da 240 a 500 e il fatturato nel ‘77 sfiora i 13 miliardi. Merito del direttore generale Enrico Frachey, ideatore della svolta dell’azienda. Nel giro di poco apre filiali nei paesi europei principali con la filosofia legata agli atleti, scelti come testimonial. Tra i «padroni» del mercato c’è naturalmente Colmar, acronimo di Mario Colombo, che apre l’azienda a Monza nel 1923 per poi passarla ai figli Angelo e Giancarlo. Il know how di Colmar si sviluppa nel Pool delle federazioni e il capo più celebrato è la «Ceffa», maglia per lo slalom con le imbottiture sulle braccia. L’azienda distribuisce anche Lacoste. Tra i marchi più presenti sul mercato c’è anche Lafont, nata a Perugia nel ‘62 per un’idea della famiglia Granalli. Inventa la linea «Slim», giacche molto aderenti che si ispirano ai pantaloni usati dai tedeschi alle Olimpiadi di Innsbruck, molto attillati ma che non limitano i movimenti grazie all’applicazione di due fasce laterali elastiche. A Bolzano, invece, nasce la Elesci di Heimo Kompatscher, che imbastisce anche la Elemar per l’estate. In realtà l’azienda produce solo pantaloni da sci in lycra e Helanca. Per i modelli da gara, le ginocchia sono protette da imbottiture che assorbono i colpi contro i pali che, ricordiamo, a quei tempi erano di legno. Non si può non ricordare Alfredo Maspes, direttore commeciale della Samas, azienda valtellinese che ottiene subito un grande successo grazie all’accordo raggiunto con l’Amsi nel 1970. Fino al ‘70 i maestri erano riconoscibili solo dal distintivo, ma grazie a Samas ora hanno anche un abito!

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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