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Sciare 50 Anni – 4° – pericolo petrolio

Capita sempre che le piccole o grandi crisi della vita quotidiana vengano dimenticate, superate e mangiate dalla stessa vita. Quella dei primi Anni ‘70 fu vissuta come un vero e proprio incubo: la crisi del petrolio, momento in cui gli italiani impararono una parola inglese forse mai sentita: «Austerity». Nello sci tutto o quasi deriva dall’oro nero. Ecco le reazioni di alcuni responsabili di aziende, intervistati da Fulvio Golob. Emilio Freyrie (epici sci): «I disagi si possono sentire già adesso, anche se penso che non siano altro che avvisaglie di guai peggiori». Gianni Munari (titolare

L’Astral Super di Nordica ha preceduto il Top Racer, una «macchina da guerra» di molti atleti.
L’Astral Super di Nordica ha preceduto il Top Racer, una «macchina da guerra» di molti atleti.

Dolomite): «I tempi che si profilano non sono più rosei. Siamo stati costretti ad aumentare notevolmente i prezzi». Angelo Colombo (Colmar): «Le misure restrittive colpiscono indiscriminatamente il settore turistico invernale e di riflesso tutte le industrie ad esso collegate. Il razionamento della benzina permetterà di poter decidere quando e come sfruttarla. I nostri prezzi aumenteranno anche per la speculazione dei produttori di fibre». C’è anche chi suggerisce di tornare allo sci solo di legno, di abbandonare la plastica e tornare agli scarponi in cuoio. La crisi passò, anzi, a dire il vero, gli uomini potenti del mondo decisero che fosse arrivato il momento di chiudere questo capitolo e come d’incanto l’austerity, la circolazione a targhe alterne, la benzina razionata, finì tra la lista di tragedie scongiurate. Intanto lo scossone fece lievitare i prezzi di qualsiasi cosa e non tornarono indietro a crisi finita. Ma il mondo dello sci era

Le aziende si dividono: alcune sostengono che l’ora del legno è tramontata e che oggi anime sintetiche rendono lo sci più leggero pur rimandendo performante. Ma è difficile districasi in mezzo a migliaia di slogan e sistemi costruttivi che fioriscono ogni giorno! Tra i tifosi della plastica c’è Kneissl che disegnò (foto sopra), lo sci del futuro, senza sapere che i modelli di oggi non sono così distanti da quel disegno buttato giù così, tanto per! Ogni azienda, comunque, punta tutto partendo dallo sci agonistico, unico strumento di marketing per raggiungere i desideri degli appassionati.
Le aziende si dividono: alcune sostengono che l’ora del legno è tramontata e che oggi anime sintetiche rendono lo sci più leggero pur rimandendo performante. Ma è difficile districasi in mezzo a migliaia di slogan e sistemi costruttivi che fioriscono ogni giorno! Tra i tifosi della plastica c’è Kneissl che disegnò (foto qui sotto), lo sci del futuro, senza sapere che i modelli di oggi non sono così distanti da quel disegno buttato giù così, tanto per! Ogni azienda, comunque, punta tutto partendo dallo sci agonistico, unico strumento di marketing per raggiungere i desideri degli appassionati.

KNEISSL 1971

comunque in grande espansione. Un’euforia straordinaria, perché la gente aveva sempre più voglia di andare a sciare, di raggiungere e vivere la montagna. Così Gianfranco Caimi, giornalista che poi diresse per tanti anni l’ufficio stampa Fisi, si dedicò al settore attrezzatura della rivista, con i test materiali con prove di laboratorio severissime realizzate al Politecnico di Milano. Il primo a dedicarsi agli Skitest sulle pagine di Sciare fu Luigi Di Marco, uno degli eroi della velocità, coloro che si buttavano giù dalla pista di Cervina designata per il Kilometro lanciato. Con Massimo non aveva alcun tipo di parentela. In verità, si scoprì in seguito, all’anagrafe risultavono entrambi figli di papà sci e mamma neve. In quegli anni l’elenco degli sci e degli scarponi contemplava più del doppio di ciò che propone il mercato oggi. Non era ancora scattata nemmeno l’idea di costruire un «pacchetto» sci, scarponi, attacchi. Solo l’importatore Bruno Ruedl abbozzò l’ipotesi di un «tutto assieme»: sci Kästle, scarponi Kastinger e attacchi Geze, perché facendo la somma di questi tre attrezzi, il risultato era: Super Sciatore! Sul numero del 1° novembre 1973, Lucio Zampino, giornalista che Massimo si portò a casa trascinandolo via dall’Argentina, ebbe l’ingrato compito di spiegare se tutto ciò fosse vero, cioè se con questi tre attrezzi si potesse diventare supersciatori realmente. Ci riuscì. Incredibilmente ci riuscì. Così come Jacopo Linussio, titolare Lamborghini, con una promozione studiata ad hoc, convinse molti «giovani esuberanti» che i suoi Fuego Competition Anchored erano il massimo per discese spericolate, curve folli, neve marcia e piste gelate ! Il gioco ebbe fortuna. Così come l’iniziativa ideata dalla Persenico, che mise in palio, attarverso un concorso, venti favolosi soggiorni ai Mondiali di Sankt Moritz tra gli acquirenti dei nuovi «Formula Uno» e «Numero Uno».
San Marco 1971
LE AZIENDE PRESENTI SUL MERCATO DAL 66 AL 74
SCI: Atomic, Attenhofer, Blizzard, Diamant, Dynastar, Elan, Erbacher, Fischer, Fuego, Hart, Head, K2, Kästle, Kazama Ski, Kneissl , Lamborghini, Maxel, Ober, Olin, Persenico, Rebell-Dalmont, Rebells, Roaz Ski, Rossignol, Sfida, Ski Freyrie, Ski Morotto, Ski Sises, Sohler-ski, StöcKli, Vittor Tua, Volant, Vöstra, Yamaha.
SCARPONI
Alpine Star, Brixia, Caber, Dolomite, Garmisch, Garmont, Gartner, Heaschung, Henke, Kastinger, Lange, Le Traappeur, Munari, Nordica, Novasport, Raichle, San GiorgiO, San Marco, Sidi, Vendramini, Zermatt

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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