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Sciare in piedi dopo una lesione midollare. La sfida che non doveva esistere.

Non è un esperimento, è una vertigine. Far sciare un uomo con lesione midollare completa, in piedi, senza aiuti, senza sconti. È l’idea che spaventa e affascina. È Beyond Human Potential, il progetto di Michel Roccati e Tommaso Balasso: due uomini, una sola ossessione — restituire al corpo ciò che il corpo ha dimenticato.

Roccati, imprenditore, recordman, paraplegico. Balasso, cinque medaglie paralimpiche e una fede nello sport come atto d’amore. Si sono incontrati a Schio, e da lì hanno deciso che non basta camminare: bisogna tornare a scivolare.
Il 19 ottobre a Milano, all’Apreski Mountain Show, racconteranno la loro sfida. Sullo stesso palco salirà Gianmarco Tamberi, l’uomo che vola. Ma qui non si parla di salto: si parla di ritorno.

Nel 2020 Michel ha partecipato al trial clinico STIMO dell’EPFL di Losanna: un impianto di elettrodi nel midollo, collegato via bluetooth a un tablet. La scienza gli ha restituito la stazione eretta, il gesto, il gradino. È stato il primo.
Ora vuole il pendio.
L’idea è costruire un sistema che unisca stimolazione neuromodulata, biomeccanica e intelligenza artificiale. Il corpo parla, la macchina ascolta. Il cervello sogna, l’elettricità risponde. Non per creare superuomini, ma per restituire significato al movimento.

Il progetto nasce con il Politecnico Federale di Losanna e l’Ospedale Universitario CHUV.
La sfida: sciare in posizione eretta, da solo, su veri sci.
L’attrezzo è su misura, la tecnologia spinge, ma è la caparbietà di Michel a tenere la linea. Ogni passo è una negoziazione tra ciò che resta e ciò che ritorna.

Tutte le fasi del lavoro — prototipo, equilibrio, prima discesa — confluiranno nel docufilm Beyond Human Potential, in uscita a febbraio 2026. Se riuscirà, sarà la prima volta al mondo.
«Ho intravisto in Michel un potenziale immenso – dice Balasso – non un esperimento, ma un uomo da ascoltare.»
«Non parliamo di disabilità – aggiunge Roccati – ma di possibilità. È libertà, non guarigione.»

Attorno a loro si è formata una squadra di volontà: EPFL, CHUV, Nordica, Dotout, Sinner, Hopen Space, Scie di Passione, B Side, d.crea, Piano D, Francesco Mansutti, Carlo Perazzolo, Francesco Bettella e Dora Carapellese.
Tutti dentro la stessa idea: che il limite non va superato, va capito.
E solo chi lo sfiora sa quanto è sottile la linea tra cadere e rinascere.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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