Un viaggio tra ricerca, esperienza e tecnica per comprendere come le conoscenze più evolute possano dialogare con la pratica sportiva e migliorare il modo di vivere e interpretare lo sci e la montagna
La Scienza appartiene ormai a pieno titolo alla Cultura dell’Uomo e ne condiziona quotidianamente la vita sul globo. ScienzaSci è una rubrica dedicata al mondo della montagna, con particolare riguardo allo sci alpino. Il titolo indica l’interazione che può e potrebbe esistere tra il mondo della scienza e l’informazione rivolta all’attività sportiva di cui Sciare è portavoce.
ScienzaSci è dunque una rubrica di divulgazione scientifica che cerca di descrivere il rapporto tra l’aspetto speculativo – di studio e di ricerca – e la pratica operativa che riguarda lo scibile dello sport montano, specialmente invernale.
L’ambizioso desiderio di ScienzaSci è divulgare un concetto evoluto di ricerca scientifica, volto alla comprensione e alla consapevolezza di alcuni aspetti del vivere attivamente la montagna, come la pratica dello sci alpino. Oltre al difficile compito di esprimere la scienza, indagheremo sulla concreta possibilità di applicarla. Ma se quanto scritto è l’intento della rubrica, l’origine di tutto nasce da una domanda, sorta nel corso di dialoghi e appuntamenti che hanno coinvolto il mondo di Sciare: «Tale scienza, potrebbe (anche) essere utile a migliorare alcuni aspetti strettamente correlati alla pratica turistico-sportiva dell’amato “SCIvolare” sulla neve?» Analizzando il panorama scientifico e il modo in cui esso interagisce con l’attività sportiva, emerge istintivamente questa risposta: «Potenzialmente sì!»
Risposta però incompleta, se non accompagnata da un «ma» e da un «perché». Infatti: «Perché ciò possa avvenire, sono necessarie competenze e ruoli capaci di superare l’attuale e imperante iperspecializzazione monotematica, attraverso una vera ibridazione dei saperi e delle competenze, provenienti dal mondo della ricerca scientifica applicata alla pratica quotidiana». In questo difficile contesto nasce, nello sport, una figura più volte citata: quella dello Sport Scientist (in inglese), identificato talvolta – anche erroneamente – con l’Head Coach. Il Metodologo (termine italico coniato dalla Scuola dello Sport) svolge un ruolo diametralmente opposto alla “tuttologia” e non va confuso con il «So tutto io!» o, in versione meneghina, «Ghe pensi mì!».
Affermazioni ben distanti dal reale compito di supporto, consulenza e coordinamento che caratterizza un ruolo fondato su solida cultura e competenza operativa, ormai indispensabile nello sport moderno. Ciò che contraddistingue questa figura nasce da un percorso formativo lungo e articolato, dove l’esperienza maturata rappresenta il collante di un’ampia piattaforma di intervento.
La matrice di tale metodologia è una formazione costruita su una multilateralità di competenze, arricchita da numerosi contatti interdisciplinari. A ciò è necessario aggiungere lo studio e l’esperienza diretta sul campo.
L’insieme di questi elementi consente al metodologo di avere un quadro generale utile alla corretta analisi delle situazioni e all’individuazione di eventuali problematiche. E dunque la domanda: «Negli sport invernali, tale figura è presente? È utile? È necessaria?» A questi interrogativi ScienzaSci vuole dare un contributo significativo. In ogni caso, possiamo affermare che – inconsapevolmente o silenziosamente – molto di ciò che definiamo operatività «sul campo» è già in atto, anche se non ancora organizzato in un contesto di ruoli e competenze ben definiti.
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