Nelle ultime ore è caduta una spolverata di neve, giusto quella che serve per ricordare che la stagione è davvero alle porte. Gli addetti hanno lavorato senza sosta, la superficie è stata barrata, compressa, indurita. Il risultato è una lastra compatta e lucida: ghiaccio vivo, quello che fa tremare le gambe e battere il cuore. L’inverno, almeno qui, è già cominciato.
Domani sarà il gigante femminile ad aprire il sipario.
Un rito antico, sempre uguale e sempre diverso, che segna l’inizio di un viaggio lungo cinque mesi e mezzo.
Sölden non è una gara come le altre: è la prima curva, la prova generale, il momento in cui si capisce chi ha lavorato bene, chi ha sbagliato strada, chi è già in forma e chi sta ancora cercando l’equilibrio.
Per l’Italia, la notizia più amara è l’assenza di Marta Bassino, ferma dopo l’infortunio al ginocchio sinistro durante l’allenamento in Val Senales. Al suo posto è stata convocata Sophie Mathieu, classe 2003, una delle giovani più promettenti del gruppo azzurro. Per lei, un debutto stagionale inatteso, in uno scenario che mette soggezione anche ai veterani.
Il gruppo femminile sarà composto da nove atlete: compatto, determinato, e consapevole di dover cominciare con una dedica.
La pista del Rettenbach non perdona.
È un gigante tecnico, lunghissimo, con un dislivello di 370 metri e curve che non concedono respiro. Dall’uscita del muro alla parte piana, tutto richiede ritmo, equilibrio, lucidità. Non è una gara da improvvisare: è un esame, e come ogni esame si passa solo con la testa. Chi l’ha vinta lo sa. Chi l’ha solo assaggiata, ricorda quanto brucia non portarla a casa. E chi la guarda da bordo pista, sa che qui il margine d’errore non esiste.
L’Italia femminile arriva da un’estate intensa, tra allenamenti in Sudamerica, test materiali e la ricerca di una nuova identità dopo un’annata complicata. C’è curiosità, c’è voglia di riscatto, ma anche realismo. La Coppa del Mondo comincia sempre con una domanda che nessuno può ancora rispondere: a che punto siamo davvero?
Il meteo promette freddo, cielo terso e una neve dura come pietra. Condizioni perfette per un gigante vero, di quelli che fanno selezione.
La prima manche scatterà alle 10.00, la seconda alle 13.00, in diretta su Raisport 2 ed Eurosport.
Il villaggio è già in fermento. Le bandiere sventolano davanti ai rifugi, i tecnici controllano le ultime regolazioni, i fotografi sistemano le postazioni, gli atleti studiano la pista metro per metro. L’odore di sciolina si mescola a quello del caffè, e la voce dello speaker che prova i microfoni annuncia che sì, è tutto pronto. Domani, quando la prima atleta uscirà dal cancelletto, l’inverno sarà ufficialmente cominciato.
E anche se le assenze di Marta e di Fede Brignone si faranno sentire, c’è un’Italia che non si tira indietro. C’è chi debutta, chi torna, chi cerca la fiducia perduta. C’è la neve, dura come sempre. C’è la luce alta di Sölden, che illumina tutto senza perdonare nessuno.
E c’è la sensazione di essere di nuovo dove tutto ricomincia.
Sul Rettenbach, ogni stagione inizia allo stesso modo: un silenzio breve, un respiro trattenuto, un colpo di bastoncino. Poi il suono del cronometro, il sibilo degli sci, il rumore che aspettavamo da mesi. È tornato il suono dell’inverno.






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