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Strepitosa Lisa Vittozzi, dopo 21 mesi torna a vincere nell’inseguimento di Hochfilzen

La perfezione, nello sport, è una parola che si usa con prudenza. Ma a Hochfilzen, nell’inseguimento femminile di biathlon, Lisa Vittozzi le dà corpo e senso, trasformandola da astrazione in gesto concreto.

La sappadina parte 14ª, lontana, quasi invisibile nella marea di pettorali. Novanta minuti dopo, è sul gradino più alto del podio, ventuno mesi dopo l’ultima vittoria a Canmore, quella che aveva suggellato la Coppa del Mondo 2023/24. Non è solo un successo: è una riconquista.

La gara di Vittozzi non è costruita sulla fretta. È costruita sull’ordine. Quattro poligoni, quattro passaggi che diventano una dichiarazione di metodo: pulizia, rapidità, lucidità. Nessuna esitazione, nessun gesto superfluo. Il biathlon, quando è interpretato così, smette di essere una lotta contro il tempo e diventa una disciplina di equilibrio.
Colpo dopo colpo, Vittozzi risale. All’ultimo poligono esce davanti a tutte. È il momento in cui la gara cambia padrone.

Alle sue spalle Anna Magnusson (0-0-1-0) prova a rientrare, ma il giro finale di Lisa è una progressione controllata, mai isterica. Non concede spiragli, non guarda indietro. Il traguardo arriva con il tempo di 28’31”5, accompagnato da un inchino che non è spettacolo, ma consapevolezza.
La svedese chiude seconda a 11”4, terza la norvegese Maren Kirkeeide (1-1-1-0) a 39”5.

Il ritorno dopo il silenzio

Dopo un anno di pausa forzata, il ritorno alla vittoria poteva richiedere tempo. Vittozzi, invece, impiega cinque gare per tornare a dare del tu al gradino più alto. È un dato che racconta molto più di una condizione atletica: racconta solidità mentale, memoria tecnica, capacità di rimettere ordine dopo il vuoto.
Questo successo rafforza in modo netto l’eccellente avvio di stagione dell’Italia del biathlon, che a Hochfilzen conferma profondità e affidabilità.

Le altre azzurre: solidità e crescita
La gara di Dorothea Wierer prende una piega diversa nel cuore dell’inseguimento. Due errori al
tiro (0-1-1-0) interrompono il contatto con le migliori, ma la prestazione resta solida: nona a 54”9, in una giornata che non concede margini di recupero. Molto positiva la prova di Rebecca Passler.
Un solo errore in apertura (1-0-0-0) e una rimonta di 25 posizioni che la porta al 27° posto finale a 2’02”. È una gara che parla di crescita, di tenuta, di presenza costante. Chiude in zona punti anche Samuela Comola, 40ª, con due errori nell’ultimo poligono (0-0-0-2) che le impediscono di risalire ulteriormente.

In classifica generale Magnusson conserva la leadership con 314 punti, davanti a Kirkeeide (260) e Jeanmonnot (241), oggi settima. Wierer sale al 5° posto con 225 punti, superando Minkkinen, mentre Vittozzi compie un balzo significativo ed è ora 7ª con 204 punti.

Il circuito non si ferma. La Coppa del Mondo riprenderà giovedì 18 dicembre a Le Grand-Bornand, con la sprint femminile, seguita dall’inseguimento e dalle prime mass start della stagione. Ma Hochfilzen lascia un segno chiaro: quando Lisa Vittozzi ritrova il suo ordine, il biathlon torna a parlare la sua lingua.

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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