Marco Schwarz vince il SuperG di Livigno. Sulla Li Zeta, al debutto assoluto in Coppa del Mondo, l’austriaco chiude in 1:10.33 una gara decisa su distacchi minimi e su un punto chiave: il salto dopo il quale servono direzione, gamba forte e la capacità di arrivare pronti sull’ultima blu. È il secondo successo stagionale dopo il gigante dell’Alta Badia e rafforza il suo ruolo di rivale più pericoloso di Marco Odermatt per la classifica generale, anche se il divario resta ancora molto ampio.
La gara conferma subito ciò che si intuiva alla ricognizione: neve meno veloce del previsto, tracciato che sembra permissivo e invece punisce ogni errore di linea. Davanti bastano pochi centesimi per vincere, dietro un solo errore vale secondi interi. Schwarz costruisce la sua vittoria senza strappi, ma restando sempre dentro il tempo, soprattutto nella parte centrale e nel tratto finale, dove salta poco, mantiene direzione e non perde velocità dopo l’atterraggio.
A +0.20 chiude Alexis Monney, autore di una gara molto pulita proprio nel settore decisivo, mentre il terzo posto, a +0.25 è dell’elvetico Franjo von Allmen, solido nello scorrimento e continuo nei passaggi più tecnici. Odermatt resta ai piedi del podio a +0.29, pagando qualche scelta meno efficace dopo il salto, in una gara in cui non c’era margine per recuperare.
Il miglior azzurro è Dominik Paris (Italia), 5° a +0.31, protagonista di una discesa concreta, sempre vicinissima ai migliori, ma senza quel centesimo in più nei punti chiave per salire sul podio. Subito dietro, a +0.44, si mette in evidenza Guglielmo Bosca (Italia), 6°, con una prova di grande solidità. Bosca scorre bene in alto, resta pulito nel tratto centrale e trova il suo momento migliore quando la Li Zeta diventa più tecnica. È lì che si vede la qualità di appoggio e la capacità di restare stretto senza frenare davvero. Nel finale perde qualche decimo, ma il risultato pesa: su una pista nuova e in una gara compressa, Bosca resta stabilmente nel gruppo dei migliori.
Interessante l’inserimento al quinto posto del tedesco Simon Jocher, quinto a soli 31/100 dalla vetta e del settimo di Loic Meillard.
Più articolata la gara di Giovanni Franzoni (Italia), 19° a +0.87. La sua discesa si divide nettamente in due. Nella parte alta perde troppo, soprattutto nel secondo settore, dove appare più attendista e lascia scorrere senza incidere. Quando però la pista entra nella parte più tecnica, cambia passo: gestisce bene il salto ed è tra i migliori nel settore finale, dimostrando qualità di linea e rapidità. Il tempo perso in alto pesa sul piazzamento, ma il finale racconta un potenziale evidente.
Può sorriedere Florian Schiedere che sulla Li Zeta ottiene. il suo miglior risultato in. superG. 15esimo a 63/100 dal leader,
Gara compromessa invece per Mattia Casse (Italia). Fino al settore che precede il salto la sua prova resta in una dimensione accettabile, poi arriva l’errore che decide tutto. All’atterraggio perde la gamba forte, si siede, deve rimettere lo sci di traverso e su questa neve la velocità sparisce. In un SuperG così compatto, quell’errore vale secondi interi.
Bene Innerhofer nella prima parte ma poi sbaglia il salto e accumula troppo distacco in una classifica corta (21 atleti sotto al secondo) con ritardi limitati.
Si prende 2 punti, invece, Max Perathoner , 29esimo a +1″16. sono usciti Marco Abbruzzese e Benjamin Alliod.
ha tanto da recriminare il francese Baillet che a poche porte dal traguardo ha lo stesso tempo di Schwarz. poi, forse per la troppa velocità va lungo ed è costretto alla resa. Brucia l’out a Vincent Kriechmayr che vede sfumare le possibilità. di lottare per la classifica di specialità
Il debutto di Livigno in Coppa del Mondo è promosso. La Li Zeta si rivela una pista vera, capace di fare selezione senza bisogno di difficoltà artificiali. Vince Marco Schwarz perché interpreta meglio di tutti il compromesso tra velocità e controllo. Per gli italiani arrivano segnali diversi ma chiari: Paris resta una certezza, Bosca consolida continuità e credibilità, Franzoni mostra un finale da protagonista, Casse paga un errore isolato ma decisivo.
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