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The Wall, il muro, la Gran Risa!

Secondo appuntamento con the Wall, il muro, la rubrica che vi porta sulle piste nere più “temibili” e che oggi sceglie la Gran Risa.

Nota per il gigante della Badia, che assieme a quello di Adelboden, si contende il titolo della bellezza, la Gran Risa è dannatamente impegnativa anche senza porte. La discesa che si snoda nel bosco inizia appena sotto la biforcazione delle piste nera e rossa del Piz La Ila.

Si parte da 1.868 metri e si copre un dislivello di 448 metri in 1.255 metri di lunghezza. La prima parte è molto pendente con neve spesso dura e, dopo il bivio (prendete la sinistra), si vede la casetta dalla quale partono gli atleti di Coppa del Mondo sulla parte destra.

Dopo aver superato il ripido pendio all’inizio si affronta una curva molto netta che porta su un ripido e stretto canale. La pendenza massima arriva al 69% (del 36% quella media) con un altro cambio di direzione che porta alla fine della discesa, dove viene posto il traguardo. Ci sentiamo di fare una raccomandazione.

Ci rendiamo conto che possa essere molto stimolante scendere su una discesa di Coppa ma… Ma ricordiamoci che non abbiamo il loro controllo, ci sono altri sciatori e non ci sono le reti!

The Wall la Gran Risa, in occasione della Coppa del mondo, viene il più delle volte barrata. La barratura consiste nell’iniettare acqua ad alta pressione nel primo stato di neve per aumentarne il peso specifico.

A contatto con l’aria quest’acqua si trasforma in un insieme di neve e ghiaccio che aumenta la compattezza e la durezza dello strato superficiale della pista.

Per una neve da gara, infatti, è necessario raggiungere un peso specifico di circa 550 Kg/mc che deve essere uguale per tutto il manto nevoso che deve avere un’altezza minima di 40 cm per la tenuta dei pali.

In passato si bagnava la pista con un idrante, ma questa soluzione non è efficace e porta soltanto alla creazione di un sottile strato di neve molto dura, prossima al ghiaccio, che potrebbe facilmente spaccarsi sotto le lamine.
Di fatto, terminata la gara, la barratura rimane, dunque bisogna stare davvero attenti!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).