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Villaggio Olimpico di Scalo Romana: da casa per gli atleti a futuro studentato sostenibile

 Non è soltanto un’opera al servizio dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, ma un’infrastruttura pensata per lasciare un’eredità concreta alla città. Il Villaggio Olimpico di Scalo Romana a Milano, presentato oggi da COIMA e consegnato alla Fondazione Milano Cortina con un mese di anticipo rispetto alla tabella di marcia, è destinato a trasformarsi nel più grande studentato convenzionato d’Italia.

Un progetto di rigenerazione urbana

Cuore del nuovo quartiere sorto nell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, il Villaggio occupa una superficie di 105.000 metri quadrati e rappresenta un intervento di rigenerazione urbana senza precedenti. Durante le Olimpiadi ospiterà 1.700 atleti, ma a partire dall’anno accademico 2026/27 diventerà una residenza universitaria in grado di rispondere al fabbisogno di migliaia di studenti fuori sede. Accanto allo studentato sorgeranno anche 320 appartamenti in edilizia sociale e convenzionata, mentre 40.000 metri quadrati saranno destinati a spazi pubblici, aree verdi, servizi di quartiere e attività commerciali. Nel complesso, il nuovo quartiere sarà in grado di accogliere oltre 2.000 residenti, circa 6.000 lavoratori e una comunità giovane e internazionale.

Un cantiere record e una filiera italiana

La realizzazione del Villaggio è stata un’impresa da record: appena 30 mesi di cantiere, da gennaio 2023 a giugno 2025, con la consegna anticipata di 30 giorni rispetto alle previsioni. Il progetto ha coinvolto una filiera interamente italiana, che ha dato vita a un’opera da 140 milioni di euro di appalti. Tecniche di prefabbricazione avanzata e processi di serializzazione hanno consentito di rispettare tempi serrati e alti standard qualitativi, con una media di 200 operai impegnati ogni giorno tra fabbrica e cantiere.

Alla guida del disegno architettonico c’è stato lo studio internazionale SOM – Skidmore, Owings & Merrill – affiancato da COIMA Image per gli interni e dallo studio di Michel Desvigne per la progettazione degli spazi verdi. L’intervento si è inserito in armonia con il masterplan generale di Outcomist, per costruire un quartiere che dialoga con la città e con la sua storia.

Sostenibilità e innovazione

Fin dall’inizio la sostenibilità è stata la bussola del progetto. Gli edifici sono certificati LEED Gold e Wiredscore Platinum, grazie all’altissima efficienza energetica, all’uso esclusivo di pompe di calore e all’assenza di combustibili fossili. Un impianto fotovoltaico da un megawatt, sistemi di raccolta e riuso delle acque piovane, illuminazione LED con sensori e colonnine di ricarica per veicoli elettrici completano un quadro che fa del Villaggio un vero e proprio modello di carbon neutrality.

Non si è trattato soltanto di costruire case temporanee per gli atleti, ma di immaginare fin dall’inizio la riconversione in studentato. Questa attenzione ha consentito di minimizzare i lavori successivi e di ridurre a soli quattro mesi il tempo di trasformazione, un record nella storia delle strutture olimpiche in Italia.

L’eredità per Milano

Dal 2026 il Villaggio diventerà un campus universitario capace di offrire tariffe inferiori del 25% rispetto alla media di mercato, con una quota significativa di posti a prezzi agevolati. Grazie all’intervento di CDP Real Asset, i posti a tariffa calmierata sono triplicati, passando da 150 a 450 unità, con un costo di 592 euro al mese. In questo modo, il nuovo studentato coprirà da solo il 6% del fabbisogno abitativo degli studenti milanesi, in una città che oggi conta circa 200.000 iscritti e un gap stimato di oltre 30.000 posti letto.

Il Villaggio sarà anche un motore di vita sociale. Le piazze interne e gli spazi pubblici diventeranno centri di aggregazione, arricchiti da campi sportivi, sale studio, cucine comuni e spazi per eventi. Le sei palazzine residenziali si collegheranno tra loro con terrazze verdi, che richiamano le case di ringhiera milanesi, trasformandosi in spazi di incontro per la comunità studentesca.

Una collaborazione di sistema

Un progetto così ambizioso è stato reso possibile dal lavoro congiunto di istituzioni e investitori. Regione Lombardia, Comune di Milano, Fondazione Milano Cortina, CONI e diversi ministeri hanno collaborato con COIMA, Covivio e Prada Holding, insieme a una rete di investitori istituzionali e casse previdenziali riunite nel Fondo Impact. Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole e l’Istituto per il Credito Sportivo hanno contribuito con un green loan da 110 milioni di euro, legato al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Questa sinergia pubblico-privato non solo ha permesso di completare in tempi record il Villaggio Olimpico, ma garantisce che l’opera continui a vivere ben oltre l’evento sportivo, trasformandosi in un’infrastruttura sociale per Milano e per l’Italia.

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Un modello per il futuro

Nelle parole di Manfredi Catella, fondatore e CEO di COIMA, «il completamento del Villaggio in tempi record rappresenta una vittoria per l’Italia ai Giochi Olimpici. La collaborazione tra istituzioni e investitori ha dato vita a un contributo concreto per le residenze universitarie».

Per Alberto Oliveti, presidente di AdEPP, il valore del progetto sta proprio nella sua capacità di trasformarsi, conciliando finalità sociali ed equilibrio economico. Ferdinando Boccia, presidente della Cassa Dottori Commercialisti, ha sottolineato come il Villaggio sia «un simbolo della capacità del nostro Paese di creare valore e fare sistema».

Infine, l’architetto Colin Koop dello studio SOM ha ricordato la filosofia progettuale: semplicità, efficienza e attenzione alla riduzione del carbonio, con spazi pensati per gli atleti e destinati senza soluzione di continuità agli studenti.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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