Professione Montagna

I giovani 50 anni del consorzio del Plan de Corones

Era il 1974 quando, nella scia della geniale iniziativa del Dolomiti Superski, si dava vita  alla collaborazione tra le diverse società che avevano da tempo iniziato a svolgere attività impiantistica sui versanti del «panettone» che domina Brunico e la Val Pusteria.

Da allora, anno dopo anno, il consorzio ha costruito una grande offerta  di sciabilità e una forte immagine unitaria, senza mai perdere di vista lo sviluppo che le singole società hanno interpretato con il continuo aggiornamento degli impianti e diverse iniziative di consolidamento

C’era una volta una montagna che sembrava fatta apposta per disegnarci sopra le piste da offrire ad una passione sempre più forte per la pratica dello sci, specialità destinata a trasformarsi in pochi anni da attività elitaria a prorompente fenomeno di massa.

Il Plan de Corones (il Kronplatz di lingua tedesca) domina quella porzione della Val Pusteria che a semicerchio abbraccia il territorio ladino tra la Valdaora e la Valle di Marebbe avendo come epicentro Brunico.

Una montagna dai fianchi accoglienti  sui diversi versanti che ha sollecitato l’intraprendenza di un gruppo di pionieri, con i primi impianti nel secondo dopoguerra e le prime  società strutturate tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Su quella montagna si è sviluppato nel tempo un fervore di attività impiantistiche grandi e piccole che nel 1974 ha condotto all’idea di darsi un’organizzazione e un’immagine unitaria sull’esempio del Dolomiti Superski che proprio un pioniere della zona (Erik Kastlunger) aveva contribuito a costituire insieme ad altri , di unirsi sui fianchi del fantastico «panettone» tutto da sciare, attorno al quale vivono 14 località accomunate da un marchio di appartenenza (il mitico galletto che canta) che è anche un comune destino turistico ed economico.

«Naturalmente non è stato tutto così semplice e immediato perché per i primi tempi il pass venduto a Brunico era diverso da quello venduto a San Vigilio, come è vero che l’offerta sciistica iniziale non era così estesa ed evoluta come quella di oggi.

Il primo impianto che ha raggiunto la cima della montagna è stato  la funivia che saliva da Riscone, col tempo anche le altre società hanno portato i loro impianti in vetta a Plan de Corones».

Chi ricorda queste cose non è uno dei pionieri; nel 1974 non era ancora nato ma oggi ricopre un ruolo di rilievo nell’organizzazione del consorzio che  le diverse società gli hanno voluto assegnare quasi a sottolineare, con la sua giovinezza, la perenne giovinezza del consorzio e la sua proiezione nel futuro.

Thomas Reiter ha 33 anni, è di Brunico, da due anni è il direttore del consorzio che si chiama Skirama Plan de Corones e dice che «come per il Dolomiti Superski, di cui naturalmente facciamo parte, anche questo consorzio è stato il frutto di quella lungimirante visione che ha indicato nella unitarietà di immagine e di organizzazione tra  diverse società la chiave per offrire all’utenza una più vasta e  appetibile proposta di sciabilità garantendo lo sviluppo dei singoli componenti dell’iniziativa».

Oggi Plan de Corones è una realtà tra le più importanti dell’intero arco alpino che propone 120 km di piste battute e coperte al 100% dall’innevamento tecnico e conta oltre un milione di primi ingressi a stagione. Recentemente si è anche regalata la coccarda agonistica di prestigio che spetta alle località più blasonate esibendo la pista Erta di SanVigilio di Marebbe tra le tappe della Coppa del Mondo con la gara di gigante femminile che ha esordito il 24 gennaio 2017 battezzata dalla vittoria di Federica Brignone.

Ma, agonismo a parte, come si gestisce Skirama Kronplatz? «È un lavoro complesso che richiede una realzione continua con molte persone. Il consorzio raccoglie gli interessi di 11 diverse società.

Gestiamo il marketing, definiamo i prezzi dei pass e la ripartizione dei proventi di biglietteria. Il bilancio della nostra attività è positivo. Abbiamo chiuso la stagione 2022/23 con 1.531.215 primi ingressi distribuiti in 149 giorni di apertura.

In questo inverno 2023/24 stiamo registrando una media di oltre 12 mila primi ingressi giornalieri per un’utenza che è composta per il 45% da italiani, per il 40% da austriaci, tedeschi e svizzeri, per il 15% da person provenienti dalla Nazioni dell’Est europeo e dal Belgio».

A questi risultati si è arrivati in cinquant’anni di lavoro, di passione e di investimenti di cui sono testimoni e punte di diamante le tre società più strutturate e importanti all’interno del consorzio che ora «ascoltiamo» con il contributo dei loro dirigenti.

Trasformazione e sviluppo della  Kronplatz Seilbahn

L’ingegnere Andreas Dorfmann

L’occasione e la data restano storiche: in occasione dell’Assemblea generale straordinaria del 30 ottobre 2020, la Funivia Plan de Corones S.p.A (Kronplatz Seilbahn GmbH) e i suoi 589 azionisti decidevano di approvare un progetto di ristrutturazione per fini commerciali della società trasformandola in Kronplatz Holding S.p.A. con tre filiali operative.

Negli ultimi decenni la Funivia Plan de Corones S.p.A. aveva vissuto una crescita naturale e costante,  affermandosi come una solida azienda di successo ma, allo stesso tempo, con una struttura sempre più complessa svolgendo una duplice funzione: da un lato l’attività e la gestione operativa degli impianti di risalita, con tutte le sue articolate aree di attività e le sue partecipazioni; dall’altro una funzione di holding quale società madre delle società controllate Kronplatz Gastronomie Srl e Kronplatz Touristik Srl, con le sue società collegate e altri immobili non inerenti l’attività primaria.

In quell’assemblea generale straordinaria era stata proposta e approvata la riorganizzazione aziendale che ha fatto nascere la Società Kronplatz Holding S.p.A.. La Funivia Plan de Corones S.p.a. si è trasformata così in una holding avente partecipazioni in società attive in tre settori di attività.

Tutte le società operative, ovvero Funivia Plan de Corones Srl, Kronplatz Touristik Srl e Kronplatz Gastronomie Srl, da allora operano nei loro diversi settori. Fautore e protagonista di quella ristrutturazione è stato l’ingegner Andreas Dorfmann che aveva già lavorato per la Kronplatz Seilbahn dal 2004 al 2012, anno in cui si era trasferito al Gruppo Leitner dove, per  la holding di Vipiteno, ha condotto in porto la fusione tra le aziende di innevamento tecnico Demaclenko.

Dopo otto anni quale Amministratore Delegato del nuovo marchio Demaclenko («Un periodo estremamente positivo e di successo, durante il quale ho girato il mondo e fatto importanti esperienze»), il suo «ritorno a casa» in Val Pusteria è corrisposto con quella importante ristrutturazione della società che aveva costruito la sua prima funivia «a va e vieni» nel 1963 ed è stata una protagonista della crescita di Plan de Corones con le successive tappe, fino alle realizzazioni più recenti quali le cabinovie Marchner/Belvedere 1 nel 2009,  Gipfelbahn nel 2010, Ried nel 2011, Belvedere nel 2015 e la seggiovia a sei posti Sonne nel 2017.

Ai tre comparti operativi originari della Kronplatz Holding S.p.A. che gestiscono gli impianti di risalita, tre hotels, due ristoranti e 3 bar, si è anche aggiunta dal 1° luglio 2023 un’altra società, la Kronplatz Mobility per il trasporto pubblico, che conta su 106 pulmann e 160 dipendenti.

«La Kronplatz Holding si è dimostrata una realtà vincente nella sua articolazione che ha soddisfatto gli azionisti e responsabilizzato i manager dei diversi settori – dice Andreas Dorfmann – Oggi è una componente rilevante del Consorzio Skirama Plan de Corones, il vero motore dell’economia in Val Pusteria.

La nostra Holding occupa 350 dipendenti e  ha un fatturato complessivo di 60 milioni di Euro, il 50% del quale deriva dall’attività degli impianti di risalita a cui riserviamo il nostro costante impegno.

Per il 2025 abbiamo in programma la nuova cabinovia da 10 posti in due tronchi per una portata di 3000 persone-ora che sostituirà l’attuale impianto di arroccamento Kronplatz 1 e 2, quell’impianto che è stato all’origine della nostra società nel 1963, si è rinnovato nel 1986 con una cabinovia a 6 posti e poi con la versione ancora oggi attiva nel 2003.

Con i nostri impianti anche quest’anno stiamo registrando numeri in crescita come consorzio Kronplatz con 25 mila primi ingressi al giorno nel periodo delle feste di fine anno e poi tra 10 e i 15 mila.  Massima attenzione anche al supporto dell’innevamento tecnico con cui dagli anni Novanta garantiamo la sciabilità sul 100% delle nostre piste per un impegno di spesa che incide  mediamente tra il 10 e il 15% sul nostro bilancio. Quest’anno abbiamo abbiamo  sostituito 50 generatori a ventola e una decina di aste nel nostro sistema».

Pionieri e progetti a San Vigilio di Marebbe

 

Zeno Kastlunger

Zeno Kastlunger, 53 anni, ingegnere, sposato con l’architetta Margareth e papà di Leo e Emma, non c’entra niente con Zeno Colò («Dovevo chiamarmi Diego ma poco prima di me in paese un altro bambino mi aveva preceduto con quel nome…») ma c’entra molto con la porzione di Plan de Corones che fa capo a San Vigilio di Marebbe in quanto titolare della società Skiarea Miara e azionista forte («Insieme alla mia famiglia») della Seilbahnen St.Vigil in Enneberg AG,  la Funivie San Vigilio di Marebbe SpA che gestisce l’attività di 8 cabinovie e 1 seggiovia.

Suo padre Erich, morto nel 2004 a 74 anni, è stato il pioniere di questa zona di Kronplatz insieme al socio Hans Erlacher che nel 1957 costruì la sciovia Pedegà dalla portata di 400 persone l’ora.

Tre anni dopo, nel 1960, viene costituita la società di cui Erich Kastlunger diventa amministratore delegato nel 1964 prima di costituire nel 1967, per conto suo, anche la società Skiarea Miara partendo con una sciovia.  Ecco l’origine della storia. Ecco i pionieri.

E già che ci siamo è il caso di ricordare che Erich («Amava stare e comunicare con le altre persone. Era molto socievole ma anche molto determinato») è stato tra i fondatori del Dolomiti Superski nel 1974 insieme a Erich Kostner (Alta Badia), Gianni Marzola (Val Gardena), Fiorenzo Perathoner (Val di Fassa), Ugo Illing (Cortina).

Thomas Reiter, il giovane (33 anni) direttore del consorzio Skirama Plan de Corones

Fatta la storia parliamo del presente. «Gli impianti della nostra società compresa la cabinovia Miara – dice Zeno Kastlunger – servono la zona di confine con la Val Badia interessata dalla presenza del Passo Furcia e da alcune caratteristiche orografiche che la rendono diversa dalle altre parti di Plan de Corones.

I nostri impianti sono più corti di quelli delle altre società,  servono piste facili a valle anziché in quota, non abbiamo arroccamenti particolarmente lunghi.

La nostra cabinovia Miara, ad esempio, funziona sia come campo scuola che come accesso al Plan de Corones. La Funivie San Vigilio  fattura circa 15 milioni di Euro con 70 dipendenti, stagionali compresi. La sua più recente realizzazione è la cabinovia Rara, un impianto di rientro costruito nel 2019 mentre l’impianto più datato è la cabinovia Col Toron, del 1992.

È proprio questo uno dei tre impegni di rinnovamento che ci siamo posti per i prossimi anni con tempistiche ancora da precisare ma con la certezza che si partirà comunque nel 2025. I progetti di rinnovamento impiantistico sono stati ritardati dall’importante investimento che la società ha fatto negli anni scorsi con l’acquisizione della società che gestiva una piscina coperta e con la ristrutturazione dell’immobile con la trasformazione in residence.

Ora si sono ricreate le condizioni per poter tornare a puntare sul piano di rinnovamento che comprende, appunto, la sostituzione della Cabinovia Miara-Col Toron, la sostituzione della seggiovia Costa da 4 posti con una tipologia d’impianto ancora da decidere e, soprattutto, con il rinnovamento della cabinovia Ruis, l’impianto più importante, il cuore della società, quello che porta al Plan de Corones dal Passo Furcia ed è in assoluto il più frequentato dall’utenza».

Arroccamento d’avanguardia sul versante di Valdaora

FOTO DI ANDREA DEL FRARI

Per parlare della Olanger Seilbahnen AG, la società Funivie Valdaora SpA che gestisce gli impianti in partenza verso Plan de Corones dalla frazione di Gassl/Casola, è quasi d’obbligo cominciare da quell’impianto di arroccamento (i due tronchi della cabinovia Olang 1 e Olang 2) che molto recentemente (2021) ha sostituito il precedente impianto a sei posti vecchio di 31 anni.

Un nuovissimo impianto da 10 posti e dalla portata di 3900 persone/ora che ha guadagnato una caterva di premi anche per la sua concezione architettonica, compreso il recente European Textile Award assegnato per via della particolare e leggerissima membrana tessile che forma la copertura delle stazioni.

Un investimento da 35 milioni di Euro che ha prodotto non pochi vantaggi per la porzione dello Skirama versante Valdaora dove funzionano sei impianti (4 cabinovie e 2 seggiovie ad ammorsamento automatico). «La superiore capacità di portata rispetto al precedente impianto che trasportava 2400 persone/ora e la velocità di 6,5 metri al secondo che ne fanno la cabinovia più rapida d’Italia hanno consentito una sostanziale decongestione del traffico degli sciatori a valle e soprattutto alla stazione intermedia che prima faceva solo da transito mentre oggi può svolgere praticamente la funzione di una stazione supplementare nel cuore della skiarea di nostra competenza».

Parola di Andrea Del Frari, 47 anni, laurea in Economia e Commercio a Verona e in Management del Turismo a Bolzano, dal 2022 direttore della Olanger Seilbahnen AG dopo aver ricoperto per 16 anni il ruolo di direttore dello Skirama Plan de Corones.

«Grazie a questo forte miglioramento nel flusso dell’utenza – continua Del Frari –  abbiamo scelto per il momento di  chiudere la cabinovia Lorenzi che sale parallelamente al primo tronco della nuova cabinovia Olang 1  con il progetto di posizionarla più in alto tra un paio di anni anche per  adeguarci alle condizioni climatiche e alzare il più possibile la quota di sciabilità».

Ma prima è già in cantiere un altro intervento: «Tra la primavera e l’estate partiranno i lavori per sostituire, con un investimento complessivo di circa 15 milioni di Euro, la precedente seggiovia Plateau a 6 posti con una nuova seggiovia Doppelmayr a 8 posti, la prima in Italia che oltre al sedile avrà anche lo schienale riscaldato per ottenere il massimo comfort nella risalita».

Non ha certo intenzione di sedersi sugli allori la società fondata nel 1964 da un gruppo di famiglie della Valdaora che costituisce ancora oggi, con gli eredi dei fondatori, il nucleo forte dell’assetto societario. I fondatori erano Hermann Hainz, Johann Laner, Johann Elzenbaumer ed Edmund Töchterle.

Oggi il Presidente della società è Matthias Prugger che governa una attività che fattura 17 milioni di Euro con gli impianti che servono una skiarea trattata con una flotta di nove battipista e ovviamente coperta al 100% con l’innvamento tecnico, capace di fornire circa il 25% dei primi ingressi dell’intero Skirama, ma senza dimenticare anche la partecipazione al 40% della società che gestisce in quota i rifugi Krön e Hörzlalm e i proventi della ditta forestale che in Carinzia (Austria), su un territorio di 1000 ettari,  si occupa di taglio e commercio di legname.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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