Tecnica

L’apprendimento secondo la Coscuma

L’apprendimento secondo la Coscuma è un argomento affascinante, complesso e fondamentale per il mondo della formazione e F.I.S.I e la stessa Coscuma sono coinvolte attraverso corsi di formazione, di aggiornamento, di specializzazione. E a tutto ciò che ruota attorno alla professione dell’Istruttore Nazionale, del Maestro di Sci e dell’Allenatore.

Infatti grazie al coinvolgimento reciproco e alla contaminazione di informazioni e tematiche tra Co.Scu.Ma e S.T.F. si sta ampliando e approfondendo un’attenta e proficua collaborazione. A tutto beneficio di ogni singolo attore coinvolto nel mondo della neve. Quindi, dai professionisti agli allievi, dai principianti agli sciatori più esperti alla ricerca di perfezionamenti tecnici.

Quindi, che cos’è l’apprendimento? L’apprendimento consiste nell’acquisizione di nuove conoscenze e di nuove capacità. Queste, step by step, devono essere progressivamente allenate e affinate fino ad arrivare ad un controllo adeguato del gesto motorio.

Il tema affrontato in questo articolo pone le basi per comprendere quanto è ampia la materia in questione. Si rende anche utile per fornire input e curiosità a chi vuole conoscere più nel dettaglio alcune tematiche, affrontate durante i corsi di formazione e all’interno delle scuole di sci.

Più in dettaglio, parlando di apprendimento, è essenziale elencare quali siano le principali aree coinvolte e le cause condizionanti il gesto motorio.

«Area fisica»: spesso accade che l’età biologica sia differente da quella cronologica,  «Area psicologica»: come vengono affrontate determinate situazioni. «Area esperienziale»: il background motorio di ognuno, «Area emozionale e sociale»: il rapporto con il mondo esterno. Infine, «Area ambientale»: che contraddistingue il nostro mondo con le variabili che ci circondando e che evolvono.

Tra le componenti principali del nostro sport troviamo proprio l’ambiente. Contribuire a far apprendere un movimento in tutte le condizioni favorisce un maggior numero di esperienze motorie nell’allievo,. Che, ricordiamo, è il vero protagonista della scena.

Se consideriamo quindi le variabili come, neve, pendio, pista, clima, visibilità e affluenza, si può intuire che il percorso per arrivare all’obiettivo è completo. E che il suo raggiungimento porta ad una generale soddisfazione e ad una motivazione intrinseca molto forte. Questa parallelamente influisce positivamente in altri sport praticati e anche nella vita di tutti i giorni.

Nel momento in cui il professionista ha il quadro generale della situazione gli spetterà il compito di individuare la miglior proposta didattica e grazie ai corsi di formazione avrà la possibilità di sperimentare, provare e risolvere le molteplici dinamiche che gli si presenteranno in futuro.

Di seguito alcune possibili proposte. «La spiegazione», ovvero spiegare cosa si andrà a eseguire. «L’osservazione», osservare visivamente l’azione che compie il modello tecnico di riferimento.

E ancora, «la percezione», sentire come il proprio corpo si muove e quali conseguenze derivano muovendosi in un determinato modo. «Il contrastare», proporre due movimenti opposti tra loro. «La provocazione», spostare l’attenzione dell’allievo su qualcos’altro per verificare se quanto insegnato fino a quel momento è stato appreso.

Infine «Il gioco» per creare situazioni divertenti con lo scopo di far apprendere (efficace anche per risollevare un calo emotivo e motivazionale).

In chiusura quindi, la risultante dell’acquisizione di un gesto motorio è sinteticamente quanto detto fino ad ora. Ovvero, la didattica, la metodologia e i fattori elencati influenzano il grado di soddisfazione dell’apprendimento.

I professionisti dedicati all’attività e al ruolo a cui sono sottoposti, grazie ai continui aggiornamenti e approfondimenti, presenti anche sulla recente piattaforma digitale Formazione e Cultura ideata dalla F.I.S.I., hanno la possibilità di usufruire di nozioni, proposte e dispense didattiche in continua evoluzione.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).