Tecnica

Sciare Campus: l’evoluzione di “Piegamento e Distensione”

Sciare Campus: l’evoluzione di “Piegamento e distensione”. Nel corso degli anni la tecnica sciistica è cambiata in funzione dell’evolversi dello sci stesso, che da un semplice asse di legno, per non sprofondare nella neve, è diventato un’attrezzo concepito per creare delle curve perfette.

Cercherò ora, con parole semplici e con qualche foto di descrivere questi movimenti, ma soprattutto di spiegare qual è stato e qual è il loro scopo in funzione del cambiamento della tecnica avvenuto nel corso degli anni in funzione dello sviluppo dell’attrezzo.

I movimenti che oggi vengono descritti come avvicinamento e allontanamento dalla base d’appoggio, nel recente passato venivano descritti con il concetto di chiusura e apertura degli angoli articolari degli arti inferiori, che sono caviglia, ginocchio e bacino.

L’apertura e la chiusura degli angoli articolari ha, e ha sempre avuto per lo sciatore, lo scopo principale di mantenere l’equilibrio e di gestire la centralità nelle varie fasi della curva e in funzione del pendio affrontato e delle varie fasi della curva in cui lo sciatore si trova.

Il movimento degli arti inferiori è sempre stato di fondamentale importanza

in primo luogo per mantenere la centralità e poi per dare origine alla curva. Il movimento degli arti inferiori nel testo attuale dello «sci italiano» viene descritto con i termini di «piegamento» (avvicinamento del baricentro alla base d’appoggio) ed «estensione» (allontanamento del baricentro dalla base d’appoggio).

Gli ´eroiª della Valanga (qui Pierino Gros) cercavano di caricare l’esterno e in estensione cambiavano trovando l’appoggio sullo spigolo interno del nuovo sci esterno per poi effettuare il passo (spinta) nell’altra direzione

Lo sciatore, utilizzando l’apertura e la chiusura delle articolazioni delle gambe, si adatta al pendio che sta affrontando nelle varie fasi della curva con l’obiettivo principale di rimanere al centro dei propri sci.

Nella parte iniziale di una curva, quando sotto i piedi dello sciatore la pendenza cambia perché si va verso il «ripido», il movimento delle gambe, con la fase di estensione,  avrà come obiettivo principale quello di consentire al baricentro di avanzare e di conseguenza allo sciatore di rimanere «centrale» sui propri sci.

L’apertura dell’angolo posteriore delle ginocchia determina l’avanzamento del baricentro a inizio curva con conseguente perpendicolarit‡ sulla massima pendenza

Nella parte finale di una curva, invece, il  piegamento consentirà allo sciatore trasversale rispetto alla pendenza di  avvicinare il baricentro alla base d’appoggio con mantenimento della centralità e ricercando l’appiattimento degli sci fino alla fine della curva.

La chiusura e contemporanea inclinazione delle caviglie determina presa di spigolo prima della massima pendenza

Il movimento degli arti inferiori, ai fini del mantenimento dell’equilibrio e della gestione della centralità, serviva agli albori della tecnica con gli sci in legno senza lamine e serve ancora oggi con gli sci moderni.

La chiusura dell’angolo dell’addome determina l’avanzamento e la compensazione delle spalle

Per questo scopo lo sciatore si muove sempre, a prescindere dal suo livello tecnico, dagli sci che utilizza e dal contesto dove sta sciando.

I movimenti delle gambe, per mantenere  l’equilibrio e per gestire la centralità, servono infatti al principiante, all’atleta, a chi scia in pista, a chi si diverte in neve fresca e anche a chi fa evoluzioni nello snow park, con qualsiasi tipo di sci ai piedi.

Possiamo ora affermare che, lo sciatore per migliorare la propria tecnica ed eseguire interpretazioni e archi propri dei livelli più alti, deve ricercare un’azione in «piegamento» e in «estensione» che veda coinvolte contemporaneamente tutte tre le articolazioni degli arti inferiori ovvero:

-CAVIGLIA
-GINOCCHIO
-BACINO

conoscendone però le peculiarità, al fine di poter meglio interpretare i vari livelli e i vari archi di curva.

Il movimento delle «caviglie» consente infatti una gestione ottimale degli sci sia quando l’obiettivo è l’azione «rotatoria» (rotazione/sbandamento) dei piedi nei livelli intermedi, sia quando l’obiettivo è il vincolo sullo spigolo e il successivo appiattimento che i piedi vanno a eseguire nei livelli più alti.

L’apertura degli angoli posteriori delle «ginocchia» è quello che in via principale determina, a inizio curva, l’avanzamento del baricentro con l’ottenimento di perpendicolarità e centralità sulla massima pendenza. Se l’estensione riguarderà con priorità la gamba esterna il baricentro, oltre ad avanzare, andrà a determinare contemporaneamente anche l’angolazione.

Le variazioni sull’articolazione del «bacino» sono quelle che, oltre a consentire l’avanzamento e la traslazione dello stesso in fase di cambio, determinano anche gli spostamenti del busto, delle spalle e delle braccia, fondamentali al fine delle compensazioni e soprattutto dell’ottimizzazione del carico sullo sci esterno quando lo sciatore sarà in fase di angolazione. Senza una compensazione di busto, spalle e braccia, lo sciatore, in fase di angolazione, andrebbe, infatti, a sbilanciarsi sullo sci interno.

Infine, relativamente al movimento degli arti inferiori è opportuno precisare che la «direzione» del movimento di ogni singola articolazione, il «quando» rispetto alla fase della curva e  l’«in che modo» danno origine a curve radicalmente diverse!

Parlando della direzione porto come esempio il piegamento della caviglia; se il piegamento avverrà sopra il puntale dell’attacco, lo sci sarà piatto e per il piede sarà facile gestire uno sbandamento dello sci. Mentre se il piegamento della caviglia sarà anche laterale, verso l’interno della curva, lo sci andrà in presa di spigolo e inizierà una curva in conduzione.

Loris Bonelli, fassano, diventa maestro di sci nel 1991, allenatore federale di 3∞ livello dal 1993, Istruttore Nazionale dal `94 e da tre stagioni Ë docente di Sciare Campus. Nelle diverse interpretazioni arco corto e arco medio, l’azione della gamba esterna e l’aderenza alla neve deve essere sempre massima, cambia solo la direzione del bacino che, maggiore sarà la velocità d’avanzamento e la chiusura della curva pi˘ nella prima parte di curva si sposterà all’interno curva per creare angolazione.

Parlando del quando possiamo affermare, ad esempio, che se l’estensione inizia prima dell’appiattimento dello sci andremo a estenderci sull’interno della vecchia curva con una sicura «verticalizzazione» dell’azione e conseguente direzione errata del baricentro, mentre se l’estensione inizierà dopo l’appiattimento il baricentro andrà sicuramente verso valle determinando avanzamento.

Con il concetto dell’«in che modo» introduciamo invece ciò che è cambiato negli ultimi anni nei movimenti di piegamento ed estensione, in funzione dei nuovi sci che sono costruiti per curvare se sottoposti contemporaneamente a inclinazione e carico.

Si può qui affermare che oggi, con gli sci attuali, lo sciatore, nelle interpretazioni dei livelli alti del testo tecnico, nella parte centrale della curva deve ricercare contemporaneamente estensione e angolazione.

Alain Pini Arco medio: Come evidenzia il fotogramma, nell’arco medio il bacino ha uno spostamento laterale (angolazione) maggiore perché la velocità è maggiore e serve maggior spigolo, l’estensione delle gambe avviene comunque in curva abbinata all’angolazione

Agli albori della tecnica, i movimenti delle gambe avevano come fine quello di creare un alleggerimento per agevolare i piedi nel cambio di direzione.

I piedi intervenivano cambiando direzione agli sci nel momento in cui, grazie al movimento di estensione delle gambe, si era dato origine a un alleggerimento.

Nel percorso tecnico che affronta ancora oggi uno sciatore nella fase successiva ai primi due livelli, ovvero alle curve introduttive a spazzaneve e alle curve Elementari (spazzaneve con riavvicinamento), lo sciatore andrà a ricercare, con un movimento che rispetto al passato non è cambiato, un’azione rotatoria degli arti inferiori abbinata all’estensione delle gambe.

Quindi l’estensione che avrà come direzioni principali le direzioni alto/basso e avanti sarà finalizzata a tenere gli sci piatti consentendo l’azione rotatoria dei piedi per cambiare la traiettoria.

Loris Bonelli e Alfonso Trilli Arco corto: Come evidenzia il fotogramma,  nell’arco corto il bacino ha uno spostamento laterale (angolazione)  minimo perchÈ lo spigolo necessario nel corto raggio lo determina gi‡ la pendenza, ma l’estensione delle gambe avviene comunque durante la curva al fine di ottenere conduzione

Per quanto concerne l’interpretazione dei livelli più alti dell’attuale tecnica sciistica si può affermare che oggi, la precisione dello sci «conduzione» è generata dall’attività delle gambe che sia in fase di estensione che in fase di piegamento intervengono muscolarmente con il fine di mantenere lo sci esterno il più carico possibile durante tutte le fasi della curva (come si evince dai fotogrammi a destra).

Lo sci moderno per essere sfruttato richiede di essere inclinato rispetto alla neve e quindi caricato al centro; così facendo, il centro che è più stretto rispetto alla punta e alla coda (sciancratura) se caricato scende a una quota più bassa creando una traiettoria curvilinea sul vincolo della lamina senza sbandamento.

In passato, prima dell’avvento degli sci sciancrati, quando gli sci al centro erano ancora larghi come in punta e in coda, ma avevano già le lamine, non si potevano ricercare spostamenti laterali del bacino così accentuati (angolazione) ma a livello muscolare i migliori fin da allora riuscivano ad avere comunque un’ottima aderenza al terreno e una conseguente conduzione grazie all’azione delle gambe che durante la curva ricercavano già un’estensione finalizzata ad avere aderenza con la neve e conseguente precisione.

In merito è bello citare il gesto tecnico dei campioni  della «valanga azzurra» capitanata da Gustav Thöni, che già in quegli anni, con movimenti come il «passo spinta», cercavano di caricare lo sci esterno durante la curva e in estensione andavano a cambiare trovando l’appoggio sullo spigolo interno del nuovo sci esterno per poi effettuare il passo nell’altra direzione.

Concludiamo dicendo che oggi, per interpretare al meglio la «conduzione», lo sciatore deve ricercare durante tutta la curva di mantenere lo sci esterno il più carico possibile, ma non solo perché ci appoggia il peso, ma soprattutto perché con l’attività delle gambe ha come obiettivo l’aderenza massima al terreno con conseguente minor sbandamento possibile e conseguente conduzione in funzione di qualsiasi arco stia interpretando.

Il ruolo delle gambe è equiparato a quello dell’ammortizzatore di un’autovettura che ha lo scopo di mantenere lo pneumatico il più aderente possibile all’asfalto.

Per avere aderenza con il terreno la gamba esterna dopo aver trovato un vincolo stabile sul piede esterno nella prima parte della curva, fino alla massima pendenza si allunga con il busto e spalle in compensazione. Poi, superata la metà curva, inizia a piegarsi per agevolare il rientro dello sci esterno sotto lo sciatore.

Per mantenere lo sci carico in fase di piegamento è importante che lo sciatore immagini di avere un bilanciere sulle spalle e, con un’azione muscolare eccentrica resista opponendosi alle forze che ha generato durante la curva  e che tendono a schiacciarlo verso il basso.


COSA DICE IL TESTO “SCI ITALIANO FISI” SUL “PIEGAMENTO”

Azione di avvicinamento del bacino alla base di appoggio, che ha come finalità la gestione del carico in curva. Si effettua utilizzando prevalentemente la contrazione eccentrica della muscolatura estensoria degli arti inferiori, che contiene la caduta del bacino. Il movimento deve essere modulato in relazione alla velocità e alla traiettoria di curva.

ESTENSIONE: L’estensione, sciisticamente, determina un aumento della distanza fra il bacino e la base di appoggio, la cui entità dipende dalle caratteristiche morfologiche dello sciatore (lunghezza degli arti inferiori).

L’estensione ha finalità diverse a seconda del livello tecnico dello sciatore. A velocità ridotte può servire per facilitare l’azione di guida degli sci. Nelle curve condotte, quindi a velocità più elevate, permette allo sciatore di ottenere la deformazione e quindi l’aderenza degli sci con la neve nella prima fase di curva, assecondando le variazioni di quota del pendio.

In estensione, la gamba interna e quella esterna alla curva non presentano lo stesso grado di chiusura degli angoli articolari: poiché lo sciatore si muove su un piano inclinato, le due gambe si trovano a quote diverse, quindi la gamba interna è sempre più piegata di quella esterna.

Testo dell’Istruttore Nazionale Loris Bonelli, docente di Sciare Campus

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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