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Tecnica Sciare Campus: “muoversi per non farsi trasportare!”

Tecnica Sciare Campus: “muoversi per non farsi trasportare!”
Muoversi per non farsi trasportare» una frase che ci riporta al mare e alle sue onde, ma anche alla neve ed allo sport più affascinante ed entusiasmante da me amato da tutta una vita: lo sci!

Ebbene sì, sappiamo quanto sia importante il movimento del nostro corpo su una qualsiasi discesa, sia essa facile che impegnativa. Siamo noi gli artefici della sequenza dei movimenti più appropriati, siamo noi ad «aggredire» la pista ed è proprio questo l’atteggiamento corretto per «non farsi trasportare»!

I requisiti necessari e fondamentali per lo sci sono:

1 EQUILIBRIO, 2 FORZA MUSCOLARE, 3 COORDINAZIONE, 4 DESTREZZA e 5 CORAGGIO

Per equilibrio si intende la capacità di mantenere il corpo in uno stato di bilanciamento non solamente in una condizione statica, ma anche in una condizione dinamica, quindi di conservare o ripristinare la condizione di bilanciamento anche durante e dopo uno spostamento.

Sequenza di curve (compresa la foto d’apertura) con movimenti accentuati alto-basso. Si può notare come lo sciatore di sinistra pieghi molto le ginocchia (creando un angolo di circa 90 gradi) e poco le caviglie. Questo porta lo sciatore a perdere di centralità ma non l’equilibrio, come spiegato nel testo. Lo sciatore infatti, si trova arretrato dando troppo carico alle code degli sci questo non gli permette di arrotondare la curva nel finale

Si definisce forza muscolare, la capacità dell’individuo di vincere o di contrapporsi a un carico esterno con un impegno muscolare. È una capacità fondamentale per raggiungere buone prestazioni in qualsiasi sport, come anche nel nostro caso.

Essenziale poi è la coordinazione motoria, la capacità che permette di eseguire un qualsiasi movimento nel modo più efficace, saper controllare e regolare un nuovo spostamento utilizzando i movimenti imparati in base alle necessità e stando sempre attenti a compierli nel momento e nello spazio giusti.

La destrezza è l’abilità nell’affrontare e risolvere situazioni talvolta impegnative o nel compiere movimenti o nello svolgere attività che richiedano agilità fisica e mentale.

Il coraggio, è «non aver paura» di affrontare, con grinta e determinazione, condizioni di diverso grado di difficoltà, ricordandosi sempre di non essere spavaldi, incoscienti, spericolati. Il rispetto per l’altro anche in pista è fondamentale.

In questo sport, il movimento inizia dai piedi, posizionando gli sci sugli spigoli, inclinando poi tibie, ginocchia e bacino.

Di fondamentale importanza è differenziare il carico direzionandolo sulla gamba esterna. Si definisce «gamba esterna» quella destra nella curva a sinistra e quella sinistra nella curva a destra.

In questa foto lo sciatore di sx non ha creato alcun movimento con le caviglie, in modo particolare con la sinistra determinando un carico esagerato sui talloni. Anche in questo caso manca di centralità, di conseguenza commette lo stesso errore dello sciatore nella sequenza precedente

Più noi riusciamo a caricare sulla gamba esterna, maggiore sarà la deformazione dello sci che taglierà e vincolerà la neve se inclinato lateralmente nella giusta posizione.

Ricordo l’esempio che faccio a lezione durante i Campus invernali: «dobbiamo immaginare un coltello, inclinato che taglia una fetta di salame e non spalma il burro o per i più golosi, la Nutella».

Per ottenere quindi una sciata emozionante e performante, bisogna mettere in gioco tutte le forze che a parità di velocità danno più accelerazione nell’effettuare la curva.

Possiamo osservare una serie di curve con i ganci degli scarponi aperti (immagine di sinistra) per ricercare maggior movimento delle caviglie. Ad inizio curva, subito dopo il cambio degli spigoli l’angolo delle caviglie diminuisce portandole verso l’avanti interno poi, dalla massima pendenza circa a metà curva, gli angoli delle caviglie iniziano ad aprirsi. Per facilitare la comprensione si può anche dire: a inizio curva le tibie si appoggiano e spingono sulle linguette degli scarponi, dalla massima pendenza in poi i polpacci si appoggiano alla parte posteriore degli scarponi mantenendo comunque sempre la centralità, ovvero, il carico o il peso dello sciatore deve cadere entro la base d’appoggio determinata dal profilo esterno degli scarponi

Quante volte abbiamo sentito parlare di centralità? Essa è fondamentale in qualsiasi condizione della pista noi incontriamo: qualità della neve e pendenza più o meno ripida.

Qui SOPRA: possiamo vedere un esercizio di come si sposta il bacino verso l’avanti. Durante il cambio degli spigoli si fanno passare i bastoncini da una mano all’altra dietro la schiena, costringendoci ad avanzare con il bacino. Durante la curva, la mano impegnata a sostenere entrambi i bastoncini sarà quella esterna. Nell’ultima foto, infatti,  si vede come il docente sta eseguendo una curva verso destra e i bastoncini si trovano nella mano sinistra, quella esterna appunto

Chi non riesce a mantenere la centralità? Chi è arretrato ad esempio. Per centralità, intendo, la capacità di gestire l’equilibrio sul piano sagittale, lungo la direzione dello sci. Questo equilibrio subisce una modificazione spostando il baricentro del nostro corpo avanti e indietro.

Lo stesso esercizio descritto precedentemente, si può fare  battendo le mani dietro la schiena

Si può essere in equilibrio ma non centrali, in quanto la base d’appoggio per mantenere l’equilibrio è dettata da tutta la lunghezza degli sci e dalla loro distanza. Solo quando equilibrio e centralità coesistono lo sciatore sarà perfettamente bilanciato, questo avviene quando il suo baricentro cade all’interno della base d’appoggio delimitata dagli scarponi.

Esercizio alto-basso: durante la discesa nell’istante in cui si inizia la curva ci si “alza” o meglio si estendono le gambe aprendo gli angoli delle ginocchia, tutto ciò per dare maggior carico agli sci che ormai si trovano di spigolo. Sar‡ fondamentale fare questo movimento verso l’avanti interno e non verso l’alto.

Questo è un movimento strettamente necessario per ricercare la centralità non solo in curva ma anche durante tutta la discesa.

Bellissima quindi questa frase… «Muoversi per non farsi trasportare» che riassume tutto ciò che sta alla base del nostro amato sport: lo sci! Una danza gioiosa, consapevole, caratterizzata da grinta in sicurezza. Sciare Campus muoversi per Sciare Campus muoversi per

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About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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