Non serve aspettare la prima nevicata: l’Alpe Cimbra entra in scena prima della neve. Arriva con la sua luce obliqua, con quei profili netti che sembrano disegnati a mano, con quella strana capacità di rendere tutto possibile ancora prima che l’inverno prenda forma.
È un altopiano che non parla: suggerisce. Non s’impone: accompagna. Un teatro naturale dove boschi, borghi e cime si passano il testimone senza fretta.
Da queste parti l’inverno non comincia: si accende. E, una volta acceso, si muove come un racconto in cui ogni pagina trova il proprio ritmo.
I primi giorni hanno il profumo dei Mercatini di Lavarone e Bosentino, piccoli universi dove il Natale non si compra: si respira. Tra luci tiepide e artigiani che sembrano usciti da un’altra epoca, l’altipiano ritrova una dimensione che oggi è quasi un lusso: la semplicità.
La magia continua a Folgaria, dove la sfilata-spettacolo di Bolkhent supera la linea che separa tradizione e invenzione, mescolando passato e futuro in un’unica, sorprendente scenografia. A Lusérn, nella Haus von Prüeck, il Natale vibra di un’identità antica che non ha bisogno di essere spiegata: basta sedersi, ascoltare, lasciare che le voci cimbre raccontino ciò che le parole moderne non sanno dire.
E a Lavarone, durante la Zena Pòreta, si cena a lume di candela come si faceva una volta, quando i piatti poveri erano la cosa più ricca che si potesse condividere.

Poi arriva la notte, e la notte appartiene alla montagna.
Il chiaro di luna illumina i sentieri delle ciaspolate, mentre la Cascata dell’Hofentol appare nella sua veste più poetica: un’eco d’acqua e silenzio, una lama di luce che sembra sospesa tra due stagioni.
Quando il calendario si avvicina a Capodanno, l’altopiano cambia ritmo. Folgaria si lascia attraversare dalla nostalgia gioiosa del Millennium Party, Lavarone tesse un 90 Special elegante e musicale, ma il cuore lo rubano sempre loro: le Fiaccolate dei Maestri di Sci.
Un fiume di luce scende dalle piste come un canto senza parole, una danza lenta, precisa, che unisce generazioni diverse sotto un’unica promessa: l’inverno è appena cominciato.
Se in quel momento si aggiunge una nevicata, la montagna diventa cinema puro.

Gennaio porta con sé un’altra forma di bellezza.
All’alba, il Trentino Ski Sunrise invita a sciare quando il mondo non è ancora sveglio. Le piste sono intatte, il cielo è una pagina rosa e la colazione in rifugio profuma di ritorno alle origini.
Folgaria saluta le vacanze con il suo Party della Befana, un carnevale anticipato che mette insieme vecchie storie, nuove risate e un’energia infantile che fa bene agli adulti.
Poi arriva la stagione degli sport.
Il Prove Libere Tour, il Tour delle Alpi, la FIS Children Cup: la neve diventa palcoscenico di sfide, sorrisi, promesse. E nel mezzo, una delle immagini più belle dell’altopiano: la FISDIR Ski Race Cup, che ricorda a tutti che la montagna è di chi la ama, non di chi la conquista.
Sul lago di Lavarone, intanto, subacquei da tutta Europa scendono sotto il ghiaccio. Lo fanno per ascoltare un silenzio diverso, un silenzio che non appartiene alla superficie. Il mondo, visto da lì sotto, sembra nuovo.

Quando l’inverno si allunga, e la luce comincia a farsi più morbida, l’Alpe Cimbra sceglie la leggerezza.
Le vie di Folgaria si vestono di bianco per un aperitivo che sembra una dichiarazione d’intenti; gli sci vintage tornano a vivere tra musica e neve; a Lusérn si salutano i mesi freddi con riti che hanno la pazienza delle tradizioni, quelle che resistono perché non hanno mai cercato di piacere a tutti.
I bambini, con Attento al Lupo, riportano l’inverno dove deve stare: nel gioco, nel sorriso, nel coraggio semplice di divertirsi.
Alla fine, resta una sensazione limpida: l’Alpe Cimbra non chiede di essere visitata, ma sentita.
È un luogo che ti rimette a posto senza dire come. Una destinazione che si trasforma in emozione. Un altopiano che non vuole spettatori, ma presenze.
Chi ci passa, anche solo una volta, non torna a casa come prima. Porta via una luce diversa negli occhi, un passo più calmo, un modo nuovo di respirare.
L’Alpe Cimbra non è un luogo. È un’occasione. Rara. E sincera.






Add Comment