Turismo

Andy Varallo: l’apertura degli impianti è fondamentale

Oggi si è tenuta una video conferenza stampa con alcuni operatori turistici tra i quali Andy Varallo che dice: “L’apertura degli impianti è fondamentale per non pesare sulla disoccupazione nazionale. E finora ci siamo riusciti”.

Uno spirito di cordata, una grande orchestra, un ecosistema: la montagna italiana ha molte facce, e tutte concorrono alla bellezza dei paesaggi in quota, delle suggestive cattedrali di roccia, degli scorci che si aprono sulle vallate rigogliose.

Una moltitudine, tuttavia, che batte con un solo cuore. “Ho scelto di fare questo mestiere per passione – afferma Valeria Ghezzi, presidente ANEF.

Il nostro è un mondo particolare, in cui tutti i lavoratori formano un’orchestra straordinaria, senza la quale la montagna soffrirebbe. Ecco perché è fondamentale che tutte le cabinovie, funivie, e seggiovie d’Italia possano ripartire quanto prima.

Gli impianti di risalita sono mezzi di trasporto che permettono a chiunque di fruire dell’alta quota: senza di essi la montagna sarebbe ingiustamente esclusiva.

Accedere all’alta quota vuol dire accedere a spazi immensi e, in un periodo come questo, significa anche essere al di là di ogni possibile assembramento”.

Ma non solo l’alta montagna dei duemila metri. Anche l’altopiano di Asiago è pronto per la ripresa: tra i più grandi altopiani d’Europa, fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria il Comune è stato in grado di dare risposte concrete alle categorie turistiche, e agli artigiani e allevatori locali, perché, come ricorda l’Assessore Nicola Lobbia.Fare squadra è il segreto per raggiungere l’eccellenza.

In questo periodo abbiamo scelto di impegnarci ancora di più nella formazione dei giovani, grazie all’istituto superiore per il turismo montano di Asiago, che con i suoi tanti sbocchi professionali raccoglie adesioni da tutta Italia e dall’estero.

Infine, attraverso importanti investimenti, abbiamo voluto garantire anche un’offerta invernale, motivo per cui diventeremo un comprensorio a 360 gradi per la prossima stagione”.

Prima della neve, c’è una stagione estiva ormai in arrivo. Con un piano investimenti di 90 milioni sul Dolomiti Superski – il maggiore comprensorio sciistico d’Italia con un’estensione di circa 3000 km – l’Alta Badia spalanca le sue porte a ben due nuovi impianti di risalita con una portata oraria molto elevata.

Siamo in grado – spiega Andy Varallo, vicepresidente DSSdi portare gli utenti da un punto a valle ad un punto a monte con una fluida distribuzione del traffico, evitando così file e assembramenti.

Tutto il Dolomiti Superski sta lavorando all’incremento degli impianti di risalita e dei collegamenti, e molte società hanno voluto portare a termine gli investimenti iniziati lo scorso anno.

Questo mostra la volontà del settore di continuare quel processo di innovazione e di continua ricerca di progresso che ci ha portati a diventare quello che siamo oggi.

Il piano investimenti programmato di circa 90 milioni, infatti, a oggi è stato confermato per ben 75 milioni. Segno che la filiera intende investire, e svolge quindi un ruolo di motore trainante per la concorrenzialità dei comprensori sciistici.

Per il futuro abbiamo molti progetti, tra cui quello di migliorare i collegamenti con l’Alta Badia da Cortina d’Ampezzo, Plan de Corones, e Val di Fassa”.

In questo periodo economicamente difficile, inoltre, la categoria è stata in grado di non pesare sulla disoccupazione nazionale – conclude Varallo.  “Perché solo alcune società hanno utilizzato la CIG in deroga. E con la riapertura degli impianti, abbiamo garantito i consueti posti di lavoro stagionali e annuali estivi”.

C’è tanta voglia di ricominciare – aggiunge la presidente Ghezzi – ma una delle prima cose da fare è uscire dall’equivoco del weekend burrascoso dell’8 marzo. 

Noi impiantisti siamo il traino di una filiera importante, spegnere gli impianti significa spegnere la ristorazione, gli alberghi, le scuole di sci.

E’ nostra la responsabilità socio-economica della montagna, ed è nostra la responsabilità di un uso consapevole degli impianti in tutta sicurezza.

Ricordiamoci che il trasporto sugli impianti di risalita ha una durata brevissima, e che questa estate tutte le cabine viaggeranno con i finestrini abbassati per consentire una corretta areazione. 

Il trasporto a fune è sicuro, non è la fonte del contagio, ma lo sono piuttosto i contesti di assembramento del divertimento accessorio allo sci, che lo Stato ha già provveduto a regolamentare. 

Abbiamo inoltre la fortuna di poterci avvalere di un progresso tecnologico straordinario, che ci è stato d’aiuto anche in un momento drammatico come quello durante e post Covid-19, dai collegamenti online ai moderni dispositivi di sicurezza”.

Non dimentichiamo che quello che interessa al turista – conclude Ghezzi – non sono le funi o le cabine, ma ciò che si trova davanti agli occhi quando scende dalla cabinovia: il panorama, una gastronomia di alto livello, la possibilità di fare escursioni a piedi o in bici”.

Un incanto di laghetti incontaminati, prati verdi perfetti per un picnic. E ancora aree gioco e relax, è anche quello del parco Movimënt, in Alta Badia, perfetto per famiglie, sportivi, mountain lovers.

L’area, interamente car-free, è raggiungibile esclusivamente con gli impianti a fune dal 27 giugno

Esperienze, queste, fruibili anche da chi preferisce non avventurarsi in quota. Come ricorda l’assessore Lobbia. “Anche Asiago offre un ventaglio di possibilità per gli amanti della montagna.

I dolci pendii sono infatti perfetti per i trekking, le passeggiate a cavallo, l’orienteering, le due ruote, il golf. Questa estate garantiremo tutti gli eventi che rendono ricca la nostra stagione estiva.

Naturalmente con un protocollo a garanzia della sicurezza dei nostri ospiti e dei nostri cittadini”.

Alta o bassa, di roccia o di verde, la montagna si conferma un luogo sicuro, ospitale, accogliente, democratico. La meta perfetta per questa estate, per il prossimo inverno. E per tutte le volte in cui si vuole semplicemente respirare più a fondo la natura.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).