Turismo

Cimone ottiene il primo certificato ESG e rilancia la montagna sostenibile

L’Appennino emiliano segna un punto di svolta. Il Consorzio Cimone ha ottenuto il primo certificato di sostenibilità ESG assegnato a una stazione sciistica del Centro Italia: un riconoscimento che attesta — con parametri verificabili — il livello di responsabilità ambientale, sociale e gestionale della destinazione. In altre parole: come si tutela il territorio, come si coinvolge la comunità, come si governa in modo trasparente.

Il risultato arriva attraverso il modello openSIroad, percorso che — come spiegato a Modena dalla presidente di Arb, Ada Rosa Balzan — consente «una comunicazione chiara perché misura le performance non solo ambientali, ma anche sociali e di governance, evidenziando come queste contribuiscano ai 17 obiettivi Onu».
Una fotografia ufficiale della stazione, dei suoi impegni e della direzione intrapresa.

Al fianco del Consorzio c’era la Regione Emilia-Romagna, rappresentata dall’assessore al Turismo Roberta Frisoni, che ha sottolineato il valore di una programmazione di lungo periodo costruita insieme al Ministero: un lavoro che ha permesso alla destinazione di chiudere la scorsa stagione con un bilancio positivo e di pianificare investimenti fino al 2030.

Magnani: “Crediamo nel territorio, lo vogliamo sempre più green”

Per il presidente del Consorzio Cimone, Luciano Magnani, la certificazione non è un punto d’arrivo, ma un segnale di appartenenza:
«Per noi è stata fondamentale. Significa credere nel territorio e impegnarsi a renderlo sempre più green. La scorsa stagione è andata bene e puntiamo a ripeterla grazie agli investimenti avviati».

Il Piano Cimone 2030 guarda soprattutto all’ammodernamento dell’innevamento programmato. I nuovi sistemi consentono di rendere sciabile la stazione in appena 48 ore: un vantaggio decisivo per una montagna appenninica che deve essere veloce, flessibile, pronta a reagire alle variazioni meteo.

Prezzi più accessibili delle Alpi e un modello sociale che funziona

Alla visione strategica si affianca un altro asset: l’accessibilità economica.
Come ricorda Giuliano Grani, presidente della società Zerolupi, «la nostra forza è offrire prezzi inferiori del 30-40% rispetto alle maggiori stazioni alpine. Una famiglia qui può sciare spendendo la metà. È una soddisfazione vedere così tante persone che possono permettersi una giornata sulla neve».

Una montagna più sostenibile, più attrezzata, più inclusiva. Il certificato ESG non è soltanto un simbolo: è la prova che l’Appennino — quando investe e programma — può costruire un modello moderno di equilibrio tra territorio, economia e comunità. Un modello che, da oggi, porta il nome del Cimone.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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