Courmayeur conferma l’apertura della stagione del 29 novembre. Il comprensorio partirà con una selezione di piste e impianti resi agibili dall’innevamento programmato, operativo già da giorni. Le direttrici principali del Checrouit saranno le prime a entrare in funzione, con collegamenti interni garantiti e tracciati preparati in anticipo per accogliere i primi sciatori della stagione.
L’inverno, qui, non arriva: si prepara. Ogni stagione spalanca la vallata con un’energia quasi rituale, come se il Monte Bianco imponesse disciplina e visione. Courmayeur accoglie questo richiamo e lo trasforma in un lavoro quotidiano: piste tirate con precisione chirurgica, dislivelli che non regalano nulla, neve che parla la lingua di chi la conosce davvero.

Il pendio del Checrouit chiede gambe e testa. Le luci di Buongiorno Courmayeur scolpiscono il manto prima del giorno vero, i boschi della Val Veny hanno quel profumo resinoso che sa di silenzio e memoria, mentre i canali dello Youla ricordano ai freerider che la montagna non perdona leggerezze.
In mezzo, la vita che fa stagione: l’après-ski che non urla, le cene in quota con la funivia che sale fino a mezzanotte, le famiglie che trovano spazi, tempi, rituali diversi.
La pista dell’Arp si allarga: un intervento tecnico, pensato per chi cerca stabilità e linee più pulite. L’innevamento programmato sale di livello e riduce le incognite dell’inverno moderno. Non è marketing: è manutenzione culturale, cura del territorio, rispetto del gesto atletico.
Nel frattempo il futuro prende forma concreta. Due nuove telecabine, moderne e silenziose, sostituiranno gli impianti storici di Checrouit e Maison Vieille. Cabine da dieci posti, accesso più fluido, area principianti ripensata e servita da tappeti di nuova generazione. Non un restyling, ma una mutazione che alza l’asticella.
Novant’anni che pesano come una vetta
La Scuola di Sci Monte Bianco spegne novanta candeline, ma la cifra è solo un dettaglio. Ciò che conta è la linea che unisce i maestri del ’36 a quelli di oggi: un patrimonio tecnico e umano che ha insegnato a generazioni di sciatori come stare in equilibrio, come affrontare la pendenza, come leggere la montagna senza farsi intimidire.
Accanto a questa storia arriva una dedica che rimarrà scolpita: la pista 14 porta il nome di Federica Brignone. Gesto semplice, valore enorme.
La collaborazione con Design Week-end aggiunge un tocco inatteso. Le cabine di Dolonne ospiteranno l’installazione dello studio Leftloft: 45 parole d’amore dedicate al mondo del progetto. Un piccolo atlante emozionale che trasforma la risalita in un momento di sorpresa e interpretazione.
Courmayeur non rincorre trend, non copia format, non promette miracoli. Costruisce. Ripara. Inventa.
E riconsegna agli sciatori un inverno da vivere pieno, dall’alba all’ultima funivia.






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