Turismo

Dal rigore al calcio di rinvio

Il “Pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola “Dal rigore al calcio di rinvio”.

Di rinvio in rinvio, alla fine il Governo è riuscito nel suo intento: quello di “chiudere” definitivamente (è quasi certo) la montagna. È quello che, di fatto, è emerso dopo la Conferenza Stato Regioni. Spostamenti vietati fino al 5 marzo tra Regione e Regione. Che vuol dire stop allo sci.

Iniziamo col parlare di impianti. Serviranno come minino quattro o cinque miliardi di Euro per evitare il fallimento di molte di queste aziende, legate a filo doppio con il loro territorio. Il che sarebbe un dramma nel dramma. Ammesso che il Governo metta a disposizione questa cifra, che ne sarà del resto di tutta quella filiera che lavora in montagna e che con il suo lavoro procura reddito?

Per maestri e scuole di sci, albergatori, bar, ristoranti, rifugi sulle piste e negozi, quale sarà l’ammontare dei ristori, quanti soldi “veri” (e non soltanto quelli promessi da tempo) arriveranno?

Al momento, nessuna cifra è stata ancora messa a bilancio, nonostante i ripetuti solleciti degli “Assessori della montagna” per avere risposte certe.

Intanto stiamo ancora aspettando un parere dal CTS su come eventualmente riaprire gli impianti. Gli scienziati sarebbero comunque dell’idea che, fino a quando non si riapriranno le scuole con presenze in aula, è superfluo parlare di impianti aperti al pubblico.

Lo stesso concetto è stato più volte ripetuto in questi giorni dai Ministri Speranza e Boccia.

Resta il fatto che il Trentino, come l’Alto Adige, hanno in previsione di aprire gli impianti lunedì 18 gennaio per i propri residenti, salvo naturalmente nuove misure restrittive.

Dunque non è detto. Dalla Conferenza Stato Regioni, stando alle ultimissime indiscrezioni, dovrebbe uscire in questi giorni un documento congiunto degli “Assessori della montagna” per chiedere allo Stato una data certa per un’eventuale apertura, ormai quasi improbabile. O, in caso di stop, adeguati ristori, da ricevere in tempi brevi.

Eccezione fatta per la decisione del Trentino e dell’Alto Adige, senza possibili trasferimenti da una Regione all’altra, non saranno sufficienti i numeri dei soli residenti per “far girare gli impianti” e giustificare economicamente un’apertura.

Walter Galli
P.S. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere. Qualcuno diceva: “fatevi una domanda e datevi una risposta”, amici della montagna.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).