Un grido misto tra disperazione e disorientamento si eleva dalle mura del rifugio Salei e scuote le coscienze.
La struttura si trova A 2.225 metri di altitudine tra la Val Gardena e la Val di Fassa, sul percorso del famoso Giro dei Quattro Passi (Sellaronda).
Sorge in un luogo magico ed è punto d’incontro a cavallo tra il romanticismo della tradizione e le più moderne tecnologie a servizio del comfort.
Un rifugio che possiamo definire di lusso, con ristoranti, lounge bar, Spa con saune e piscina, Wellness hotel Ski-in/Ski-out sulle piste da sci e un panorama mozzafiato a 360°.
Ebbene, questo il messaggio che hanno scritto oggi (25 novembre) sulla loro pagina fb, per dare forza al pensiero elaborato il giorno prima dalla maestra di sci Sharon Colombo (Scuola Sci Barzio). Che gestisce, assieme ad altri tre ragazzi, anche il rifugio Stella a Piani di Bobbio
Smettete di dire: “per una sciata”. No, non è una sciata. Siamo persone, famiglie, vallate. Siamo impiantisti, rifugisti, noleggiatori, maestri di sci, ma siamo anche alberghi, agenzie immobiliari, bar, ristoranti, negozi…
Siamo vallate intere che vivono grazie alla neve. Non siamo solo una sciata! Smettete di dire: “prenderete le risorse” (a vederle le risorse) ma comunque no. Noi gente di montagna preferiamo risvoltare le maniche e darci da fare, i sussidi li lasciamo volentieri a chi non può e non riesce a lavorare. E non credo ci siano sussidi per tutti.
Faremmo volentieri in maniera differente, ma l’asporto con i rifugi è impossibile, noleggiare a distanza non ha senso. Impartire lezioni di sci dal divano è assai riduttivo e non credo nemmeno che qualcuno pagherebbe per un giro in funivia in streaming.
Smettete di dire: “Faranno sacrifici”… i sacrifici li stiamo facendo come tutti da febbraio, non abbiamo paura dei sacrifici.
Chiediamo solo di darci la possibilità di fare il nostro lavoro, in sicurezza. Non ci serve un comitato scientifico per capire come smaltire le code. Ce la possiamo fare. Gli impiantisti lavorano da quest’estate a piani per evitare assembramenti.
Siamo disposti tutti a subire delle ristrettezze in termini di numeri e persone. Chiediamo inoltre a chi non sa, di tacere, perché la vostra semplice sciata in realtà è la nostra vita!
Ebbene, parole che tantissimi follower o internauti casuali, attratti dalla numerose condivisioni, hanno voluto commentare esprimendo il proprio pensiero. Come abbiamo già notato in altre occasioni, c’è che dimostra piena solidarietà e appoggio morale, chi invece rispedisce al mittente la disperazione considerata uguale a quella di tutti.
Il post vuole chiarire in realtà un punto fondamentale. Lo sci non deve essere inteso come puro divertimento, considerazione che porterebbe facilmente a ritenere l’attività non necessaria. Dunque una privazione da sopportare senza fare troppi danni.
È davvero difficile trovare un equilibrio tra le due correnti di pensiero. Di sicuro c’è solo una cosa. Con gli impianti chiusi molte realtà montane non avranno più la forza di risollevarsi.
Il periodo Natalizio consente di sopportare a livello economico, anche gli altri mesi quando il traffico diminuisce sensibilmente. A marzo, le attività cittadine probabilmente torneranno a pieno regime. Quelle di montagna invece, dovranno attendere l’inverno 2021. Con qualche carezza estiva che innegabilmente conta, vero, ma molto meno rispetto ai mesi freddi. E questo vale per tante categorie, non solo per i rifugi.
Probabilmente tutti hanno ragione, tutti hanno torto. Perché fondamentalmente ognuno pensa a sé. Sicuramente non crediamo che questi gesti siano buttati lì, così per una semplice offesa. La paura è vera e reale. E va rispettata.