Dal maltempo a nuove opportunità: il turismo alpino ripensa se stesso tra innovazione, sostenibilità e un “calendario lungo” che supera i confini delle stagioni
C’è un cuore che batte sempre più forte nelle valli italiane. È quello della montagna estiva, che anche quest’anno ha saputo resistere alle intemperie del meteo e trasformare le difficoltà in occasione di crescita. A raccontarlo, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, è ANEF – Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, che traccia il bilancio di una stagione iniziata con incertezze ma capace di restituire segnali incoraggianti e, soprattutto, nuove prospettive.
«La fiducia non è mai venuta meno – sottolinea la presidente ANEF Valeria Ghezzi –. Le società funiviarie hanno lavorato con determinazione per garantire servizi puntuali e accoglienza di qualità. I dati confermano che la montagna estiva ha enormi margini di crescita: il nostro obiettivo è allungare sempre di più la stagione, offrendo esperienze diversificate e accessibili anche nei mesi di “mezzo”».
I numeri e i territori
Il quadro che emerge è sfaccettato come le cime che disegnano l’arco alpino.
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Trentino, Veneto e Lombardia: giugno positivo, luglio frenato dal maltempo, agosto vivace ma con un calo del turismo giornaliero, settembre in contrazione più evidente in Lombardia che in Veneto.
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Valle d’Aosta: giugno brillante, luglio in sofferenza, agosto stabile rispetto al 2024, settembre addirittura in crescita (+7%).
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Alto Adige: bene giugno e agosto, luglio difficile e settembre in lieve flessione; significativa la presenza di ospiti internazionali, con una leggera diminuzione di italiani e tedeschi.
Un mosaico di tendenze che, messo insieme, restituisce comunque un segnale chiaro: la montagna estiva ha imparato a non vivere più soltanto di picchi, ma a costruire percorsi di continuità.
Oltre le stagioni: il “calendario lungo”
La vera chiave di svolta, però, non sta solo nei numeri. Sta nella visione.
Negli ultimi anni gli investimenti hanno permesso a molte aree alpine di prolungare le aperture ben oltre i limiti consueti, in alcuni casi fino a novembre, proponendo sentieri panoramici, bike park, esperienze gastronomiche e iniziative culturali.
«Oggi – spiega ancora Ghezzi – non parliamo più soltanto di stagioni, ma di un calendario lungo, in cui la montagna sa proporre eventi e servizi a pubblici diversi. Questo significa rafforzare l’economia locale, ridurre la dipendenza da singoli mesi e garantire una migliore qualità della vita a chi vive e lavora in quota».
Una montagna per tutti
Il futuro che ANEF immagina è fatto di impianti moderni, mobilità dolce, progetti inclusivi e sostenibili. Non più solo luogo di sport, ma anche di benessere, cultura e relazioni. Una montagna aperta a famiglie, anziani, persone con disabilità e nuovi target di visitatori, capace di reinventarsi senza smarrire la propria identità.
Un impegno che guarda avanti
Il messaggio che arriva dalla Giornata Mondiale del Turismo è dunque chiaro: la montagna italiana non vuole più essere solo l’arena invernale delle settimane bianche. Vuole essere destinazione viva dodici mesi all’anno, capace di coniugare sviluppo economico, responsabilità ambientale e inclusione sociale.
E se l’estate 2025 ha insegnato qualcosa, è che le difficoltà possono diventare punti di ripartenza. Le vette sanno resistere alle tempeste, ma soprattutto sanno offrire nuovi orizzonti a chi ha il coraggio di guardare oltre le stagioni.
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