Turismo

La strada sulla sommità del Lussari, dopo il Giro, rimane chiusa: la protesta dei Sindaci

La strada sulla sommità del Lussari, dopo il Giro, rimane chiusa: la protesta dei Sindaci
Laddove si è deciso l’ultimo Giro d’Italia, ora ci sono i sigilli, privando il “ciclo-turismo” di un percorso messo in sicurezza ma evidentemente soltanto per l’evento sportivo e non come risorsa del territorio. Motivo che ha suscitato l’ira di diversi Sindaci dei paesi serviti dalla strada asfaltata per la kermesse ciclistica e messa in sicurezza. Protesta alla quale si unisce anche l’Uncem, per voce del suo presidente Marco Bussone.

Il Monte Lussari va aperto ai ciclisti e agli escursionisti, sulla strada percorsa dal Giro d’Italia. Bene hanno fatto, secondo Uncem, i Sindaci di Tarvisio, Malborghetto-Valbruna e Pontebba, che è anche Presidente Uncem Friuli Venezia Giulia, a scrivere ai Ministri Piantedosi e Santanché, al Presidente della Regione Fedriga, al Prefetto di Udine“.

All’indomani della grande tappa di sabato scorso, con la cronometro che ha deciso il Giro nell’ascesa magnifica verso la sommità del Lussari,

la strada in cemento è stata chiusa con un’ordinanza dei Carabinieri Forestali.

Dopo il poderoso intervento della Protezione Civile, negli ultimi tre anni la strada è stata messa in sicurezza. Come anni fa per lo Zoncolan, il Giro ha acceso i riflettori su una salita bellissima, in una valle stupenda. Che ora attende, vuole ospitare i turisti da tutto il mondo che arrivano per emulare i campioni, per provare quelle pendenze, per mettersi in gioco come hanno fatto i ciclisti una settimana fa. Altro che impatto ambientale! O insicurezza.

Quella salita è già patrimonio mondiale del ciclismo, che la esalta e la promuove. Che la strada sia stata unilateralmente chiusa, senza un dialogo tra Istituzioni, non è accettabile. Bene hanno fatto i Sindaci a chiedere un intervento governativo per la riapertura della strada al transito dei ciclisti.

Chiudere alle bici per mancanza di sicurezza, o perché quella è una pista forestale, non fa bene al territorio – continua Bussone. È una protezione senza logica, pseudo-ambientalista, mossa da ragioni poco a prova di futuro. I Sindaci chiedono un’azione immediata per garantire la fruizione sportiva e turistica di quella strada stupenda, di quella valle dominata dal Santuario. Il Ciclismo è Montagna e chiudere la montagna, questa volta più che mai, non è una buona scelta“.

Questa decisione in realtà non scontenta proprio tutti, perché già a inizio lavori si erano levate, soprattutto sui social, diverse voci ambientaliste (Wwf, Fiab, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness), contrarie per non dire scandalizzate su quella lingua di asfalto lunga 8 km: “Un paesaggio meraviglio depurato“, “come rovinare un paesaggio incantevole“, e ancora, “immensa tristezza, orrore, vergogna!” Questi alcuni commenti pubblicati sulla pagina “Amanti della montagna friuliana” riguardo alla cementificazione sul Monte Lussari.

Non hanno voluto ascoltare la gente, cementificare i monti è un approccio turistico che poi non ripaga”, scrivono gli utenti del social evidenziando il loro malcontento per la scelta in questione – come riporta il sito web “Trieste Cafe”.

Non mancano però opinioni favorevoli che cercano di valorizzare l’opera in quanto attrazione per turisti e per fare del Monte Lussari una meta ancora più ambita e rinomata. Mettere in sicurezza le strade grazie all’arrivo del Giro, consente di favorire, in seguito, l’offerta turistica, altrimenti rimarrebbe un’azione costata parecchio (3 milioni circa) per il solo passaggio di ciclisti professionisti di un giorno. Un po’ come le ben note cattedrali nel deserto costruite in occasione delle Olimpiadi mai sfruttate nel post evento. La diatriba si è accesa, vediamo se ci sarà un seguito e  se la strada sarà messa a disposizione del pubblico. La strada sulla sommità del Lussari

About the author

Laura Cazzaniga

Il suo sogno è quello di diventare Maestra di Sci ed è tutt’altro che tramontato, anche se l’attività lavorativa non lascia tutto quello spazio. Bergamasca doc, con una buona attività agonistica fino alla categoria Giovani. Poi ha iniziato a girare il mondo e a studiare lingue appassionandosi di quelle orientali, al punto da insegnare giapponese in università. I suoi interessi spaziano dall’agonismo al turismo ed è trasversale anche nel mondo del golf, soprattutto nella gestione di eventi.

Add Comment

Click here to post a comment