Il 29 novembre 2025 Plan de Corones riapre le sue piste e inaugura una nuova stagione invernale. È un ritorno atteso, quasi rituale: la montagna che si rimette in moto, le prime seggiovie che ripartono, il silenzio dell’autunno che lascia spazio al rumore degli sci. In Alto Adige lo chiamano semplicemente “il Plan”, ma la sua identità va oltre il soprannome: è la montagna-laboratorio, il cuore moderno delle Dolomiti UNESCO.
Sciare qui significa muoversi dentro un territorio che non ha bisogno di alzare la voce: 121 chilometri di piste e una rete di impianti che sembrano disegnati da un ingegnere innamorato. Le discese si distendono, ampie e luminose, perfette per chi vuole imparare o per chi cerca quel ritmo regolare che solo le piste “soleggiate” sanno dare. Poi arriva il lato più ruvido, quello che gli appassionati conoscono bene: le Black Five. Cinque piste che hanno un carattere preciso, quasi un dialetto: pendii severi, curve che non regalano niente, una linea che va interpretata. L’Erta, soprattutto, è diventata un marchio. Qui la Coppa del Mondo torna il 20 gennaio, riportando a San Vigilio il brusio delle grandi occasioni e l’energia delle migliori gigantiste del pianeta.
Plan de Corones, però, non è soltanto sci alpino.
È un territorio allargato, una costellazione di valli che dialogano tra loro. Una di queste – Anterselva – è un mondo a parte: un tempio del fondo, dove i 60 chilometri di tracciati si muovono tra boschi che d’inverno sembrano sospesi. La Südtirol Arena Alto Adige è già uno dei luoghi più iconici del biathlon mondiale, ma nel 2026 diventerà ancora di più: sarà qui che si disputeranno tutte le gare olimpiche e paralimpiche della disciplina. Per l’Alto Adige sarà la prima volta nella storia. Per chi ama la neve, un privilegio da vivere dal vivo.
L’inverno dolomitico, come sempre, non si esaurisce in pista. A valle, Brunico e i borghi intorno accendono le loro luci prima ancora di dicembre. Dal 28 novembre al 6 gennaio le strade medievali tornano a riempirsi di profumi, legni scolpiti, tessuti fatti a mano, vin brulé che sale in piccoli sbuffi di vapore. È un inverno che si può vivere anche così: camminando nel centro storico con gli scarponi ancora ai piedi.
E poi c’è la montagna alta, quella dei musei costruiti sopra il cielo. In vetta convivono due luoghi unici nel loro genere: il MMM Corones firmato Zaha Hadid, un rifugio nell’architettura e nell’alpinismo, e il LUMEN, che racconta la fotografia di montagna come se fosse una lunga storia scritta dalla luce. Qui è impossibile separare sport e cultura: si passa dagli sci alla contemplazione senza nemmeno accorgersene.






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