La montagna che veglia su Bressanone non ha mai perso il suo fascino. Ma negli ultimi anni la Plose ha fatto qualcosa in più: è cambiata pelle. Impianti nuovi, rifugi rinnovati, idee che riportano luce su un territorio che in inverno trova la sua forma più autentica. Lì, dove basta alzare lo sguardo dalla città per incontrare una parete bianca che sembra respirare.

@Manuel-Kottersteger
La montagna simbolo che guarda la città
Dalla piazza del Duomo alle viuzze del centro storico: la Plose è un’ombra luminosa che segue ogni passo. Con i suoi oltre 2.500 metri è la montagna-identità di Bressanone, il cuore delle esperienze outdoor della città vescovile.
La cabinovia inaugurata nel 2023 ha accorciato le distanze: in pochi minuti porta in quota sciatori, snowboarder, escursionisti, ciaspolatori e slittinisti. Una salita breve, un panorama infinito. Rifugi che accolgono, terrazze che guardano le Odle, l’inverno che dall’alto sembra più nitido. La stagione sciistica aprirà ufficialmente il 5 dicembre 2025.

Il nuovo volto del Rifugio Plose: 138 anni e un’altra vita davanti
Era il 1887 quando il Club Alpino Tedesco e Austriaco costruì la prima Plosehütte: venti posti letto, legno, pietra, essenzialità. Dopo la Prima guerra mondiale passò al CAI di Bressanone, che lo ampliò negli anni ’60 mentre nascevano i primi impianti.
Oggi, dopo 138 anni, il Rifugio Plose sembra ringiovanito. Le grandi camerate hanno lasciato spazio a camere intime con bagno privato. Le vetrate aprono il paesaggio a 360 gradi: vallate, Odle, ombre lunghe di neve.
Gli architetti Stefano Peluso e Claudio Paternoster hanno lavorato sul rapporto tra luce e panorama. Una casa sospesa più che un rifugio.
Nuova anche la gestione: Claudia Fea e Fabrizio Marino, torinesi, architetti e appassionati di montagna. Fabrizio, anche cuoco e conoscitore di energie rinnovabili, aprirà la cucina dal 20 dicembre: minestrone all’italiana, gulasch, canederli, selvaggina, dolci casalinghi. Tradizione che dialoga con idee nuove.

San Nicola in quota e la promessa dell’inverno
Il 6 dicembre, alla vigilia dell’apertura degli impianti, la Plose avrà un ospite speciale: San Nicola salirà in quota per benedire sportivi e bambini, con dolci e sorrisi distribuiti tra le piste. Una tradizione che accende il primo giorno di inverno.
Piste, pendenze e panorami
Con oltre 40 km di piste, la Plose resta una montagna “sportiva”.
Le due nere sono il suo biglietto da visita:
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Trametsch: 9 chilometri di discesa continua, una delle più lunghe dell’Alto Adige, dalla Valcroce (2050 m) alla stazione a valle (979 m).
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Crazy Horse, dedicata a Erwin Stricker: tecnica, veloce, spettacolare.
Accanto allo sci, tutto il resto: sentieri innevati, slittino, ciaspolate, rifugi che fanno del sole un ingrediente e non solo un contorno.
Rifugi, baite, sapori: un inverno che si assaggia
Dalla passeggiata verso Ackerbodenalm ai locali vivaci della stazione a valle – P3, Plosestodl, Ban Rutzner – l’atmosfera cambia ma il calore resta.
A Valcroce, il ristorante La Finestra fa onore al nome: una pausa dentro un panorama.
Più sotto, lo s’Stübele, con nuova gestione, offre piatti tradizionali e musica al sole.
Lungo il Woody Walk, l’Almgasthof Geisler sforna pizze nel forno a legna.
C’è anche un tocco vintage: la seggiovia biposto da Plancios a Valcroce e la storica Vallazza Après-Ski Bar, attiva dal 1924.
La Rossalm resta un faro gourmet: tagliatelle ai germogli di pino mugo con ragù di cervo, Bratapfel Spritz, profumi che scaldano.
Alla Pfannspitzhütte dominano griglia e spezie: galletto croccante, costine arrostite.
Più in basso il Berghotel Schlemmer seduce con terrazzo panoramico e piatti come le tagliatelle alla crema di limone e menta con salmerino affumicato.

Ciaspole verso il silenzio: ogni mercoledì con la guida Max
Dal 7 gennaio all’11 marzo 2026, ogni mercoledì, la guida alpina Max accompagnerà escursionisti verso la Halslhütte, sul versante sud della Plose, ai piedi delle Odle di Eores.
Un itinerario che sa di neve fresca, silenzio e libertà.






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